CAPITOLO 36

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Poso le mie labbra sulle sue.

Calde.

Profumate di menta.

Morbide.

Mi lascio andare.

La mia mente si dissocia dalla realtà.

Mi beo di questo contatto.

Contatto che, ora so, aspettavo da sempre.

Ma lui è immobile.

E la sua rigidità mi riporta alla realtà.

Mi rendo conto della stupidaggine che ho appena fatto.

Vorrei sprofondare.

L'ho baciato.

Ho baciato un mio professore.

Ho baciato un uomo il cui cuore è già occupato.

Ho fatto una cazzata.

Mi stacco.

Lo guardo negli occhi.

Non leggo niente.

Un muro.

Una barriera.

Scappo.

Scappo fuori dalla porta.

Non mi interessa che non mi sia permesso.

Scappo su dalle scale dei sotterranei.

Non mi importa che mi vedano correre sconvolta.

Arrivo al portone.

Lo spalanco.

Scappo fuori.

Piove a dirotto.

Ma non me ne curo.

La pioggia mi annebbia la vista.

Ma tanto conosco questo cortile a memoria.

Così come la strada per arrivare al mio nascondiglio.

Mi fiondo sulla mia pietra.

Raccolgo le ginocchia al petto.

Piango.

Piango perché ho capito.

Ho capito che non è stima.

Non è attrazione fisica.

È qualcosa di più.

Ed io sono persa.

Piango perché sono innamorata di un uomo che non mi vuole e non mi vorrà mai.

Lui è innamorato da sempre della stessa donna.

Sin da prima che io nascessi.

Anche se ha detto di voler andare avanti e vivere il resto della sua vita, questo non implica che abbia deciso di accantonare per sempre Lily ed aprire il suo cuore ad altre donne.

E poi, anche se così fosse, perché dovrei essere io?

Cosa sono io per lui?

Una ragazzina.

Una studentessa.

Niente di più.

Non potrebbe mai innamorarsi di me.

Ed ho capito anche un'altra cosa.

Che fa ancora più male.

Ho capito che mentiva.

LA FENICE - SNAMIONE Where stories live. Discover now