8. Qualcuno ha detto appuntamento?

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"You make me feel..." di Cobra Starship e Sabi.

***

Prima di continuare a raccontarvi cosa successe dopo il pranzo al Lexi's con i miei nuovi colleghi, prendo una cioccolata calda con i marshmellows, che è Natale e devo immedesimarmi al massimo con questo allegrissimo periodo dell'anno.
Torno subito.

🧋🧋🧋

Ok, ci sono.
Dove eravamo rimasti?
Ah, giusto!

Il giorno in cui conobbi meglio il resto del cast di "Secrets" fu davvero indimenticabile: i ragazzi con i quali avrei dovuto cominciare a lavorare si rivelarono persone d'oro, disponibili, divertenti e molto ironiche; tutti quanti entrammo immediatamente in sintonia, cosa che, come anche confermò Tom, era di vitale importanza sul set.

Grazie a questa sintonia, infatti, riuscimmo a rendere tutte le giornate di lavoro più divertenti, spassose e sicuramente piene di scherzi e di battute.
Le risate non mancavano mai e l'aria che circolava tra di noi era sempre super allegra e gioiosa.
Adoravo immergermi nel traffico delle strade di Londra alle 7 in punto del mattino per raggiungere gli Studios e per recitare insieme ai miei nuovi e simpaticissimi amici.

Insomma, questo lavoro mi salvò da tutto quello che prima mi affliggeva e che mi rendeva le giornate più grigie del solito.

Comunque, continuando a parlare di sintonia, una mattina i produttori mandarono un messaggio a me e a Tom, chiedendoci di raggiungerli nell'ufficio della direttrice alla sede della Broxi's per discutere di una questione molto importante.
Quando vidi la notifica, mi impaurii all'istante perché pensai immediatamente alla peggiore delle ipotesi; ma poi, fortunatamente, mi dovetti ricredere, perché ciò che la produzione doveva annunciarci non aveva niente a che vedere con il nostro licenziamento.

«Quindi dovremmo cercare di trascorrere il maggior tempo possibile insieme?»
«Esattamente»
«Ve lo chiediamo soprattutto perché è importante che voi andiate d'amore e d'accordo sul set. Abbiamo assistito a spiacevoli discussioni tra attori che nei film che abbiamo prodotto dovevano interpretare due persone innamorate, e il risultato che è venuto fuori non era...dei migliori, ecco»

Ok, facciamo un passettino indietro.
Quando io e Tom ricevemmo il messaggio, ci sentimmo per telefono e ci consultammo su quella che poteva essere la cosa importante che la produzione doveva dirci.
Eravamo preoccupati, perché entrambi pensavamo che venissimo licenziati, ma al contempo non capivamo con quale scusa sarebbe potuto accadere, perché non avevamo fatto letteralmente niente.

Tom si propose di accompagnarmi, dato che io ancora non avevo la macchina, e durante il viaggio parlammo di tutto fuorché di quell'argomento. La tensione e l'agitazione erano alle stelle, in quanto io avevo una paura matta di poter perdere quell'occasione d'oro che mi aveva dato la possibilità di realizzare il mio sogno.
E se l'avessi persa, io a quest'ora sarei a raccontarvi una storia diversa da quella che voi vi immaginate.

Arrivati nello studio della produttrice, quest'ultima ci accolse con un bellissimo sorriso sul volto e, per un secondo, un barlume di speranza si intrufolò nel mio cuore, alleggerendolo.
Ci sedemmo e ascoltammo la donna raccontarci della mattinata d'inferno che aveva passato per colpa di suo figlio.
Io stavo morendo dall'ansia, ma lei doveva dirci che il suo bambino aveva fatto la pipì dentro a un vaso perché l'aveva scambiato per il vasino.

«Eccoci, scusate il ritardo» il resto della produzione arrivò e la mia agitazione aumentò.
«Perfetto, possiamo cominciare con la riunione» annunciò la donna seduta dall'altra parte della scrivania.
Le mie mani stavano sudando e la mia gamba non smetteva di dondolare, segno che l'ansia si stava piano piano impossessando del mio corpo.

Come in un quadro di Monet | Tom HollandWhere stories live. Discover now