Coming out {anno II}

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Passo dopo passo, il ragazzo arrivò davanti allo studio di suo padre. Era entrato in casa da meno di un minuto e si era già barricato lì dentro. Stranamente, non aveva ancora chiuso la porta, non del tutto almeno, così, quando fu abbastanza vicino, poté vederlo di schiena. Portava una camicia bianca sulle spalle larghe, il busto diritto e il collo piegato sui fogli che aveva davanti. Il grattare della penna a stilo si udiva perfino da quella distanza, così capì che stava scrivendo una delle sue recensioni, la luce calda della lampada unica fonte di luce in quel buio covo.

-Papà.- Disse, con voce ancor più tremante di prima, Akaashi.

Per un attimo, temette che l'uomo non l'avesse udito, poi la sua voce profonda gli raggelò le membra. -Cosa vuoi?

Voleva tante cose. Ognuna di esse scontata per i ragazzi della sua età. Desiderava semplicemente che tornare a casa non fosse il momento della giornata che più temeva. Desiderava poter uscire con i propri amici, col suo ragazzo, per poi tornare da una famiglia amorevole. Purtroppo, però, niente di questo si sarebbe avverato.

-Posso...- Iniziò. -Posso parlarti?

Kirai non si girò, né smise di scrivere. -Parla.- Ordinò solamente, con un tono gelido che irrigidì del tutto il corpo che poco prima traballava per l'agitazione.

Suo padre aveva sempre fatto così: gli chiedeva il permesso per qualcosa di insignificante, e lui glielo ordinava come se fosse stata una sua idea dall'inizio. Voleva esercitare un potere assoluto sul figlio, era questo il suo scopo: controllarlo, comandarlo, essere l'unico oggetto del suo timore e del suo rispetto. Ora però il ragazzo non aveva più intenzione di essere il suo burattino. Quella sera avrebbe reciso i fili che lo legavano a quell'uomo, una volta per tutte.

-Ecco...- Sussurrò, sempre col suo solito tono di sottomissione al cospetto del genitore. -E' una cosa importante. Potresti ascoltarmi, per favore?- "Per favore"? Sei serio? Non eri qui per ribellarti? Sei veramente un codardo. Si disse.

Contro ogni aspettativa, l'adulto spinse indietro la sedia, si alzò, uscì dalla stanza e lo guardò dall'alto, la braccia incrociate al petto.

Kirai, per essere oggettivi, era davvero un bell'uomo. Era alto quasi un metro e novanta, il fisico era snello, slanciato, un po' scheletrico forse, ma non troppo. Aveva corti capelli corvini, molto simili a quelli del figlio, le iridi azzurre come il ghiaccio, gelide, fredde, immobili e imperscrutabili. La pelle, sebbene rovinata dal tempo, era chiara, pallida, come quella di un cadavere, ma comunque luminosa. I suoi lineamenti erano spigolosi e arcuati, la forma del viso più allungata di quella del giovane, appuntita e pericolosa come l'anima del suo portatore.

-Che cosa è successo, Keiji?- Gli domandò, severo.

Il figlio deglutì. Yukie gli aveva detto di essere sincero, di dire la verità. Che cosa era successo? Dire la verità? Va bene, avrebbe fatto entrambe le cose e sarebbe andato dritto al punto.

-Ti ricordi il ragazzo che era qui qualche mese fa?- Gli chiese. Certo che se lo ricordava, chi mai avrebbe potuto dimenticare Bokuto e quel suo aspetto così singolare? Per non parlare della particolare situazione in cui lo aveva conosciuto.

-Parli dello stupido che pur essendo di un'età maggiore alla tua aveva bisogno di ripetizioni?- Chiese suo padre, senza muovere di un cenno la propria espressione.

Akaashi strinse i pugni per scaricare la rabbia. Come poteva permettersi di insultare Kotaro? Lui non era nemmeno paragonabile allo schiacciatore: l'albino era perfetto, almeno secondo il suo alzatore.

-Lui non è stupido.- Borbottò, abbastanza piano da non farsi sentire dall'adulto. -Sì, quel ragazzo.- Affermò poi, a voce più alta.

-Che cosa ha fatto?- Chiese, come se fosse certo che una persona insignificante quale era Bokuto avesse combinato qualche idiozia. Il corvino odiava a morte le persone che pregiudicavano Kotaro solamente perché possedeva un'intelligenza fuori dal comune. Lo schiacciatore era particolare, sì, forse strano, ma lui lo amava proprio per questo e nessuno poteva accusarlo di qualsiasi cosa.

~❀ «Sempre lì per te» Bokuaka ❀~Where stories live. Discover now