Ritiro parte 3 {anno II}

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Akaashi stava dormendo. Intorno a lui, il resto della squadra faceva lo stesso, mentre l'unico rumore udibile erano i respiri regolari dei giovani, qualche leggero russare provenire da uno di loro e il concerto cigolante delle cicale.

Non stava sognando, il che, per lui, non era affatto una novità. Era completamente incosciente, perso in un mondo che apparteneva solo a lui. Lì, solo tra i suoi pensieri, poteva essere chi voleva, poteva vivere, veramente, senza la paura ad attanagliargli lo stomaco in una morsa che lo tratteneva coi piedi per terra. Per una volta, avrebbe voluto volare, libero nel cielo senza alcuna preoccupazione che lo fermasse.

Non sognava, ma desiderava e sperava. Desiderava poter amare e sperava un giorno di riuscirci.

Ancora avvolto tra le spire di un dolce sonno, gli sembrò di avvertire una leggera pressione sul proprio braccio. Fu certo di essersi destato quando sentì il suo corpo venire scosso leggermente. Si rigirò da un lato, sperando che quella fastidiosa sensazione scomparisse. 

Purtroppo, il suo piano geniale fallì miseramente, perché poco dopo un'ulteriore fonte esterna iniziò a  tormentarlo. -Agaashi?- Sentì, a pochi centimetri dal proprio orecchio. Nessuno pronunciava a quel modo il suo cognome, nessuno tranne Bokuto, ovviamente.

Se si fosse trattato di qualcun altro, probabilmente, avrebbe finto di dormire, ma era il suo schiacciatore, quindi si costrinse a svegliarsi del tutto. Mugugnò qualcosa, sbatté ripetutamente le palpebre e riuscì a mettere a fuoco il viso del ragazzo che lo guardava sorridendo, così vicino che i suoi capelli sfioravano la pelle del corvino.

-Vieni dai!- Gli intimò in un sussurro Kotaro. Keiji aggrottò le sopracciglia, dato che aveva notato la luce inesistente al di fuori dell'edificio.

-Bokuto-san, che cosa succede?- Gli chiese con voce strascicata. Quello era il loro ultimo giorno, perciò si era ripromesso di dormire bene per apparire riposato una volta tornato a casa. Dal sorriso dell'altro, però, intuì che lui aveva altri piani.

-Andiamo a vedere l'alba!- Esclamò entusiasta l'albino, mantenendo un tono sorprendentemente basso. 

Akaashi si mise a sedere, per poi stropicciarsi col dorso della mano un'occhio assonnato. Emise un piccolo sbadiglio coprendosi la bocca, poi realizzò quello che lo schiacciatore aveva appena detto. -C-cosa?- Bisbigliò. -Adesso?

Bokuto ridacchiò divertito. -Beh- disse. -Se ci andiamo più tardi non ci sarà!

Purtroppo per l'alzatore ancora mezzo addormentato, quel ragionamento non faceva una piega, in più non poteva dire di no a quei bellissimi occhi ambrati. Si sforzò di non sbuffare e si alzò in piedi.

-Va bene.- Sussurrò. 

Alla sua risposta, il luminoso sorriso dell'altro s'ingrandì ulteriormente, così lo prese per mano e lo trascinò fuori dalla stanza.

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Si erano seduti contro il muro dell'edificio, davanti a loro una collina baciata dalle sfumature violacee del giorno in arrivo. Una fresca brezza soffiava tra i fili d'erba e le fronde dell'albero accanto a loro, unico suono il fruscio di essi. Con le spalle che aderivano l'una contro l'altra, si tenevano per mano, mentre Kotaro delineava distrattamente ogni solco sulla pelle del corvino.

Entrambi guardavano l'orizzonte, uno perso nei propri pensieri e l'altro che si sforzava di non sorridere tutto il tempo.

-Agaashi?- Lo chiamò dopo qualche minuto di silenzio lo schiacciatore.

Sembrava più serio del solito, scrutava il nulla davanti a sé, il che non era affatto da lui. 

-Sì?- Rispose in un sussurro il ragazzo, le gote arrossate da quella vicinanza e dai brividi che gli provocavano le dita di Bokuto tra le sue.

~❀ «Sempre lì per te» Bokuaka ❀~Where stories live. Discover now