Sono abbastanza? {anno I}

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Trascorse un mese, dal giorno in cui Akaashi aveva commesso uno dei più grandi errori della sua vita, come avrebbe scoperto in seguito. Gli aveva mentito, facendogli credere che non era lui la persona che lo amava. Ancora, credeva di avere fatto la scelta giusta: se doveva soffrire, tanto valeva salvare almeno la più bella amicizia che avesse mai avuto.

Tra i due, apparentemente, sembrava tutto normale: Bokuto gli parlava di qualunque cosa gli passasse per la mente, e l'altro ascoltava, aiutandolo ogni volta che quello si sentiva triste. Ma i suoi sentimenti non erano mutati, anzi, continuavano ad essere la colonna sonora di quei giorni così difficili. Ormai il palpitare del suo cuore era solo un fastidioso rumore in sottofondo, così come il calore che si diffondeva in tutto il suo corpo, che dopo qualche respiro profondo, tornava alla temperatura normale. Sorrideva raramente come al solito, andava agli allenamenti, trascorreva il tempo libero con i suoi amici. Si costringeva ad essere felice, insomma, anche se non si era ancora reso conto che non lo era affatto.

Non gli aveva più scritto, dopo il giorno che aveva seguito la sua spaventosa bugia. Non lo aveva fatto, semplicemente perché non ne aveva sentito la necessità, non aveva bisogno di sfogarsi. Oppure, tentava di trovare un modo per reprimere i suoi sentimenti. 

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Stava camminando lungo i corridoi della scuola, con accanto Yukie che parlava senza sosta di un argomento che, probabilmente, non gli interessava, siccome non si ricordava nulla di quello che l'amica gli aveva detto.

Lui e la manager erano diventati sempre più uniti, nel corso dell'anno scolastico, finché la ragazza non aveva preso il ruolo di sua unica confidente. Era l'unica persona che sapeva ciò che provava per Kotaro, l'unica che conoscesse la verità sul suo orientamento, e l'unica alla quale avesse accennato dei bigliettini. Poteva dire che Shirofuku fosse diventata la sua migliore amica.

-...ma poi ci sono andata comunque, perché sembrava un bel ristorante! Così ho- Stava dicendo Yukie, prima di fermarsi di botto, vedendo l'espressione del corvino.

Keiji si era bloccato di colpo, lo sguardo fisso verso due figure in lontananza.

Itami Haruka.

Un nome triste, per una fanciulla così graziosa e sorridente. L'alzatore la conosceva bene, perché, insieme a lui, era rientrata nella classifica degli studenti migliori dell'accademia Fukurodani. Aveva un anno in più di lui, era nella classe di Bokuto e ad Akaashi non era mai stata particolarmente simpatica, forse perché tutti a scuola sapevano che aveva una cotta per lo schiacciatore (tutti tranne il diretto interessato, ovviamente).

La ragazza e Kotaro stavano parlando nel corridoio. Lo schiacciatore le stava probabilmente spiegando per filo e per segno tutto ciò che c'era da sapere su come effettuare un corretto attacco. Lei pareva ascoltarlo attentamente, con un candido sorriso ad illuminarle quel volto così bello da risultargli irritante. I capelli castano scuro, tagliati corti appena sopra le spalle, cadevano sciolti, scuotendosi ad ogni suo movimento. La pelle era candida e fastidiosamente liscia, senza nemmeno una piccola imperfezione. 

Rideva ad ogni frase dell'albino, magari sfiorandogli "casualmente" il braccio, ma quello non si accorgeva di nulla.

Perché è così ingenuo? Non vede che sta palesemente flirtando con lui? Perché non la allontana? Non gli da fastidio? 

Questi erano i continui pensieri che ronzavano in quella mente affollata, quando, finalmente, la sua amica riuscì a risvegliarlo dalla trance nella quale era caduto.

-Akaashi, dai andiamo.- disse la manager, strattonandolo per la giacca.

Keiji rivolse un ultimo sguardo ai due ragazzi del terzo anno, solo per vedere Itami sorridere dolcemente al giovane davanti a lei. Quanto lo irritava quel sorriso apparentemente innocente! Sembrava che con esso volesse sottointendere qualcosa, forse che lei era più adatta a Bokuto, forse che lei aveva più speranze.

~❀ «Sempre lì per te» Bokuaka ❀~Where stories live. Discover now