Quasi {anno I}

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Era strano starsene seduto nel salotto di casa sua a due metri di distanza da Bokuto che, praticamente, ci era entrato soltanto una volta, il giorno in cui aveva compreso di essersi preso una bella cotta. Si trovava sul suo divano, con davanti lo schiacciatore che, a vederlo, pareva agitato, appollaiato sulla punta di una poltrona.

Girava la testa ovunque, ma tentava sempre di non incrociare il suo sguardo, cosa che lo lusingò molto, siccome tra i due era sempre il corvino a fare il timido.

Era felice che l'albino fosse lì con lui, ma si chiedeva che cosa ci facesse lì. Insomma, non si vedevano da settimane e lui si presentava di punto in bianco davanti a casa sua, affermando di dover parlare, per poi non aprire bocca? Questo non era da Kotaro. Il vero Bokuto non avrebbe perso l'occasione per blaterare a vanvera di qualunque argomento gli passasse per la testa. Che cosa gli prendeva?

-Non dovevi parlarmi di qualcosa?- Domandò, dopo qualche minuto di silenzio, Akaashi.  Ancora più sospetto: Keiji non iniziava mai le loro conversazioni.

-Io...- Iniziò lo schiacciatore, riuscendo finalmente a puntare gli occhi nei suoi. -Ho lasciato Itami.

Cosa?

Come?

Perché?

Erano queste le domande che in fretta uscivano vivacemente allo scoperto nella mente del corvino. Fino a pochi minuti prima, si trovava a piangere in un parco in disuso e ora scopriva di essersi disperato per nulla? Per settimane aveva riempito ogni attimo libero con qualunque attività potesse fargli dimenticare l'albino e Haruka, aveva disegnato, scritto, provato perfino a suonare il piano, ma non sapeva che tutto quel dolore, che pareva eterno, sarebbe scomparso solo pochi giorni dopo, tramite una singola frase: "ho lasciato Itami".

-Perché?- Gli chiese in un sussurro, siccome temeva che, se avesse parlato più forte, quella verità che gli sembrava ancora solo il frutto dei suoi desideri, si sarebbe frantumata come un bicchiere di cristallo, fragile e preziosa come esso.

Lo sguardo di Kotaro si fece ancora più serio, come se si fosse preparato da tempo quella risposta e avesse aspettato quella domanda dal momento in cui si era presentato davanti al portone del condominio.

-Non la amavo.- Affermò, le iridi ambrate fisse in quelle turchesi, forse per provargli che non stava mentendo. -Non la amo.- Continuò. -Non mi piaceva stare con lei.

Erano quelle le parole che voleva sentirgli pronunciare, prova tangente che ciò che stava vivendo era reale. Più volte, tra le fredde mura della sua camera, Akaashi si era immaginato come gli avrebbe potuto rispondere, ma in quel momento non trovò niente di accettabile. Era come paralizzato sul suo posto, capace solo di guardare la figura dello schiacciatore così diversa dal modo in cui solitamente si presentava.

Bokuto sembrò interpretare quella reazione con la richiesta di un'ulteriore spiegazione, perciò esclamò:-Insomma era strano ecco! lei voleva sempre abbracciarmi, baciarmi, e io cercavo di trovare una scusa perché non lo facesse, così ho capito che non la vedevo a quel modo.- Concluse, anche se ora lo guardava con uno strano luccichio negli occhi.

Ancora, però, Keiji si domandava perché proprio in quel momento. Perché proprio a lui. Insomma, non si parlavano da settimane, perché quando gli accadeva qualcosa, la prima persona alla quale lo andava a raccontare era la stessa che per giorni lo aveva completamente ignorato ed evitato? Non aveva alcun senso dal punto di vista dell'alzatore, che credeva, nonostante il carattere dolce dell'albino, che quello si sarebbe per lo meno arrabbiato, ma invece, sembrava tutto normale. O quasi.

-Perché lo vieni a dire a me?- Domandò quindi, tentando di non balbettare.

Per un attimo gli parve che sulle guance di Kotaro un colorito più rossastro stesse sostituendo la sua solita carnagione. Lo vide abbassare lo sguardo, imbarazzato da quella domanda. -I-io...-Farfugliò il ragazzo, evitando di alzare la testa. -V-volevo vederti!- esclamò, sorridendo nella sua direzione, ma non in quel modo che lo caratterizzava sempre, come se avesse appena visto la cosa più bella che gli potesse capitare davanti, no, quello era più...Sincero.

~❀ «Sempre lì per te» Bokuaka ❀~Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu