27.If You Were Here

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27.

And I'm sorry it took me so long to get to you
Now the sky's turning colors
But I know you're watching it too
(June Divided-If You Were Here)









"Allora Clarke, sei pronta? Tra poco tocca a te."

"Non si preoccupi signor Lightbourne, devo solo cantare, no?" rispondo. "Insomma, non è nulla che non abbia già fatto.". Lightbourne mi squadra, confuso. Probabilmente mi vorrebbe un po' più entusiasta, ma io proprio non ce la faccio.

"Ascoltami, sei stata brava in questi mesi e il disco sta vendendo molto. Esibirti qui al Sanctum Fest sarà fondamentale per la tua carriera e per la mia casa discografica. Mi raccomando, sai cosa fare.". Mi picchietta la spalla e se ne va, permettendomi di tirare un sospiro di sollievo. Scuoto il capo. Questo camerino in cui mi trovo è così stretto. No, il problema non è il camerino. Mi siedo di fronte allo specchio. Osservo il mio riflesso. Sei felice Clarke? Cosa raccontano i tuoi occhi? Fisso le mie iridi azzurre. Sono spente, così vuote. Vorrei riuscire a piangere, ma non sono in grado di fare nemmeno quello.

"Clarke, ehi. Tutto bene?" mi chiede Murphy. È in compagnia di Raven e non ho idea da quanto tempo sia qui.

"Io... Sì, stavo finendo di prepararmi." rispondo. Raven sospira e mi lancia un'occhiata severa, segno che ha capito che sto mentendo. Distolgo lo sguardo, nella speranza che mi lascino stare.

"Vuoi rivedere la scaletta?" mi propone Murphy, ma faccio segno di no con la testa. La verità è che non ho proprio voglia di pensare a quello che canterò tra dieci minuti.

"Tranquillo, ho tutto sotto controllo." rispondo, per poi sedermi di nuovo e finire di prepararmi. Voglio solo che mi lascino sola. Ne ho bisogno.

"Allora io vado. Ci vediamo alla fine del concerto, in bocca al lupo."

"A dopo, Murphy." lo saluto, senza nemmeno voltarmi. "Non dovresti andare con lui?" chiedo a Raven. Invece di seguirlo, è lì, appoggiata alla parete, che mi squadra con sguardo preoccupato.

"Rae, sto bene, devo solo finire di truccarmi." insisto. Per tutta risposta, tira una manata al muro e avanza verso di me, con fare nervoso.

"Smettila, Clarke! Ti prego, piantala!" esordisce. Deglutisco, sorpresa da una simile reazione.

"Rae..."

"No, basta cazzate. Sono stanca Clarke. Non ne posso più, non riesco a continuare così. Ti stai autodistruggendo e io non voglio essere complice di uno scempio simile.". Scuoto il capo, incapace di replicare. "So che pensi di non meritare più nulla, ma non è così."

"Invece lo è, Rae. E, anche se non lo fosse, non saprei proprio come poter rimediare a tutti gli errori che ho commesso.". Raven infila le mani in tasca e ne estrae un mazzo di chiavi e un disco. Le appoggia sul mobiletto di fronte allo specchio e ritorna a guardarmi, seria.

"Che cosa significa?" domando, confusa. Mi rigiro il disco fra le mani, chiedendomi di cosa si tratta. Dopo svariati secondi, lo riconosco. Sobbalzo, sorpresa. Pensavo di averlo gettato via.

"Ma questo è..."

"Il tuo EP, esatto. L'ho recuperato dal cestino non appena ho visto che l'avevi buttato.". Ormai non riesco più a trattenere le lacrime, è inutile. "Sai, c'è più verità in quel disco che in tutti i tuoi ultimi lavori. So che Murphy mi licenzierà per questo, ma voglio che tu ritorni ad essere te stessa, Clarke. Te lo meriti."

"Rae..."

"No, va tutto bene. Ho posteggiato accanto alla limousine, nel parcheggio riservato. Ho già fatto il pieno, ma credo che dovrai comunque fermarti prima o poi, per cui ecco dei soldi per..."

A Sort Of HomecomingOù les histoires vivent. Découvrez maintenant