6. Fight

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Lunedì. Sole che filtra dalle finestre. Sveglia. Odore di pancakes e caffè. Era ora di alzarsi.
Mio padre aveva lasciato un post-it al mio posto a tavola augurandomi una buona giornata e qualche cioccolatino che io tanto amavo.

La partita del sabato precedente mi aveva destabilizzata, ma non volevo dare potere ai miei sentimenti di rovinarmi nuovamente la vita scolastica. Brett era affascinante, e mai avevo capito come lui si fosse innamorato di me. Mi allenavo insieme a sua sorella, e fu così che ci conoscemmo.

Nonostante odiasse Liam, con me si comportava benissimo, tranne nell'ultimo periodo della nostra relazione. Era diventato strano e distaccato, e non faceva altro che evitarmi. Il giorno dopo la proposta del ballo d'inverno lo seguii fino a casa, dove ad aspettarlo vi era una ragazza alta e bionda, l'opposto di me. Si baciarono davanti ai miei occhi, ed in quel momento il mondo mi cadde addosso. Lo odiavo, ma il sentimento per lui non era ancora del tutto svanito.

Il cellulare iniziò a squillare, ed apparì una foto di Scott sullo schermo: «Pronto?».
«Chloe, dove sei? Devi nasconderti». La sua voce era agitata, ma non capivo il perché. In sottofondo sentivo il rumore dei freni di una macchina: «Cosa vuol dire?» presa dal panico, corsi in camera e mi ci chiusi dentro: «Io sono a casa, Scott. Come posso nascondermi?!» presi dei vestiti dall'armadio e mi precipitai in bagno. Che bel risveglio.

«Peter Hale ti sta cercando» rabbrividii. L'uomo che mi sconvolse la vita era tornato in città: «Non può parlarci Malia?»farfugliai, con lo spazzolino da denti in bocca. Non sentendo risposta, scandii quanto più riuscivo le parole, nella speranza di farmi capire.
«Lui vuole te. Tu sei rara, ed è venuto a saperlo. Vuole prenderti, Chloe» il mio cuore iniziò a battere più veloce, così mi vestii in fretta e scesi le scale: «Non so dove andare» qualche minuto prima ero convinta di dover avviarmi verso scuola. Invece, Beacon Hills mi sconvolse i piani. Di nuovo.

«Aprici la porta, siamo qui» sbuffai e riattaccai la chiamata. Spalancai il portone e Stiles mi oltrepassò; non si poteva mai stare calmi: «Mi potete spiegare che succede?» vidi Scott ancora sulla soglia con il telefono all'orecchio, così iniziai a ridere: «Puoi spegnerlo» indicai l'oggetto e lui arrossì.
«Sei in pericolo, Chloe» alzai gli occhi al cielo. Ero stanca di dover vivere con l'ansia che qualcuno mi vedesse nella mia forma di lupo, avrei voluto avere una vita normale, senza super poteri.

La vita nella mia vecchia città era molto più semplice. Non esistevano figure etimologiche, o perlomeno io non lo ero. I miei amici erano normali e molto tranquilli, ed i miei genitori si amavano.. o meglio, mio padre amava mia madre.

«Lo sono sempre, da quando ho scoperto questo mondo» mi dava fastidio quando le persone mi dicevano cosa fare: «Non c'è mai pace da quando ho messo piede su questa cittadina» mi sedetti sul divano, e strinsi le braccia al petto: «La mia vita, prima, era fantastica. Ora qui fa tutto schifo». Sentivo la rabbia impossessarsi di me, quella che non riuscivo a gestire.

Scott mi si sedette vicino, e mi strinse fortemente i polsi: «Chloe, ascoltami. Non tutti i mostri fanno cose mostruose. Tu puoi salvare vite, hai un potere inimmaginabile» i suoi occhi si colorarono di rosso: «Il vero motivo per cui Peter ti vuole è perché sei una forza incredibile, che nessuno ha mai visto prima» riuscii a percepire il suo battito cardiaco, così tornai la solita Chloe di sempre: «Lui ti ha morso, fai parte del suo branco». Scossi la testa, incredula di quest'ultima frase. Non ero sua, Peter non poteva avermi.

«Ho paura, Scott» anche i suoi occhi si tinsero del colore naturale, così mi poggiò una mano sulla guancia: il suo tocco era imprevedibile e morbido: «Non voglio scappare dalla realtà. Lo voglio affrontare» lui sorrise e mi guardò negli occhi: una strana sensazione mi pervase il corpo, e non riuscii a gestire i miei occhi che divennero nuovamente viola.
Era uno sguardo intenso, da brivido; anche lui sfoggiò i suoi occhi rossi, e pian piano la sua bocca si schiuse; io chiusi i miei ed attesi che le sue labbra si poggiassero sulle mie. Era un bacio dolce e tranquillo, ma sbagliato.

Mi scostai dalla sua presa e mi alzai in piedi: «Non.. non è per te. Kira» biascicai e vidi Stiles guardarci sbalordito: «Peter Hale sta venendo qua, e voi vi baciate?!» alzó le mai al cielo: «Io non ci credo».
Scott ed io ci guardammo e scoppiammo a ridere: «Lo aspetto qui» dissi infine, e il silenzio calò tra di noi.
«Sei sicura, Chloe? Lui è pericoloso» il capo branco mi guardò, si alzò in piedi e si avvicinó: «Sono sicura, ma forse è meglio che noi due stiamo lontani» sorrisi, e mi posi davanti alla porta d'ingresso: «Voi nascondetevi in camera mia» sorrisi ai ragazzi per rassicurarli.

Non ero sicura di ciò che stavo facendo, ma la presenza di Scott mi tranquillizzava. Saperlo vicino a me, mi faceva sentire imbattibile e leggendaria. Il fatto che sottolineasse la mia rarità, mi faceva sentire speciale ed unica.

Un graffio apparì sulla porta, e due secondi dopo quest'ultima venne distrutta: «Buongiorno, Peter Hale» lo accolsi con un sorriso beffardo, nella speranza di essere sicura di ciò che stavo facendo: «Ti stavo aspettando». La mia trasformazione avvenne poco dopo; non ero ancora in grado di controllarla del tutto, ma quella volta mi fu veramente semplice: «Che vogliamo fare? Continuiamo a guardarci?».

Lui fu il primo ad attaccare, ma difendermi mi fu più che semplice. Era la prima volta che mi battevo contro un mio simile, e nonostante non lo avessi mai fatto prima, sapevo precedere le sue mosse. Era come se la mia mente prevedesse ogni attacco, ed in quel modo mi fu facile metterlo a tappeto: «Perdere contro la tua allieva? Non dev'essere troppo bello» sogghignai, e lui cercò di liberarsi dalla mia presa: «Stupida ragazzina».

I miei amici apparvero qualche secondo dopo sulle scale, e Scott prese l'uomo e lo tenne fermo sul divano: «Che cosa vuoi, Peter?».
«Lei. - mi indicò - E la avrò».

SHE IS A TEEN WOLFWhere stories live. Discover now