4. Clue

857 24 3
                                    

Le prime due settimane di scuola volarono velocemente, ed il mese di ottobre aprì le porte al freddo. Kira ed io entrammo ufficialmente nel gruppo etimologico di Beacon Hills.
Lei e Scott erano sempre più in sintonia, Stiles aveva uno strano odore imbarazzato quando nei paraggi c'era Lydia e quest'ultima cercava di convincermi a comprare nuovi vestiti.

Conobbi pure Malia, il coyote del gruppo. Sosteneva di volere il cervo crudo a scuola, ed ogni volta mi si rivoltava lo stomaco. Liam ed io, invece, cercavamo di evitarci il più possibile, nonostante morissi dalla voglia di parlarci.

«Chloe, questa sera dobbiamo andare da Deaton, ha delle novità» la settimana prima non era riuscito a trovare l'origine dei miei occhi, mentre il tanto atteso mistero sembrava star finendo.
Scott mi scrutò il viso e mi appoggiò un braccio sulle spalle: «Non ti preoccupare, non sarai mai sola». Lo speravo con tutto il cuore.

Le ore di scuola si conclusero velocemente, così partecipammo agli allenamenti di lacrosse dei ragazzi. Stiles rendeva ogni esercizio molto difficile, mentre Scott lo eseguiva senza nemmeno un velo di sudore. Erano sempre vicini, e continuavano a parlare.

L'allenatore se ne accorse, e invece di accanirsi sull'Alpha, prese di mira Stiles: «Bilinski, pensi di poter andare più veloce del cadavere senza vita di mia nonna?» il magrolino imitò una risata, ed un secondo dopo si buttò a terra. Scoppiai a ridere talmente forte che lui mi lanciò una pallina ed io riuscii ad afferrarla al volo. Sospirò ed alzò gli occhi al cielo, in segno di resa.

Stiles era molto carino con me, lo reputavo già amico e mi fidavo ciecamente di lui. Aveva un buon intuito e un senso dell'umorismo che nessun altro aveva mai avuto. Era divertente scherzare con lui, perché intuiva l'ironia e non si lamentava mai.

L'allenamento terminò dopo due ore, ed i ragazzi si diressero verso gli spogliatoi. Malia, Kira ed io, invece, ci posizionammo fuori da scuola, alla solita panchina.
Come sempre, Lydia era andata a fare shopping, ma non tardò ad arrivare per la mia visita veterinaria.

«Chloe, ho comprato un vestito per il ballo d'inverno per te». Odiavo i balli. L'anno precedente ci sarei dovuta andare con il mio ex moroso, ma il giorno successivo alla proposta, lo colsi in fragrante durante un tradimento. E Liam non era lì ad aiutarmi. Fui umiliata pubblicamente da tutta scuola, tant'è che gli ultimi mesi li passavo solamente con alcuni amici e non più con tutti.

«Non so se sarò presente» vidi lo sguardo di disapprovazione della mia amica, così aggiunsi un sorriso: «Ora che hai comprato il vestito, non potrò inventare alcuna scusa». Ridemmo tutte quante e, silenziosamente, ci raggiunsero anche i ragazzi: «Perché ridete?» Scott poggió il braccio su Kira e lei arrossì. Erano adorabili.

Ci dividemmo nelle due macchine del gruppo e ci demmo appuntamento alla clinica. Stavo morendo di ansia, ma lo nascondevo a tutti.
Liam era presente, ed apprezzai il gesto nonostante tutto. Lui c'era sempre stato, tranne nell'ultimo periodo. Mi era passato per la testa che lui si fosse vergognato di me e del tradimento. Venivo derisa ogni giorno, ed avevo paura che ciò lo avesse influenzato.

La macchina si spense, e prima di scendere tirai un sospiro. Non ero pronta, e vedendo gli sguardi dei miei amici, nemmeno loro lo erano completamente.
«Vado da sola?» Scott mi raggiunse, e dietro lui si aggregò tutto il gruppo. Non volevo farlo, ma insieme a loro mi sentivo più sicura.

«Buongiorno ragazzi, accomodatevi» Deaton aveva un viso serio, ma del resto non lo avevo mai visto sorridere. Mi sedetti sul lettino, mentre gli altri si posizionarono intorno a me a ferro di cavallo: «Non ho trovato molto, ma ho scoperto una cosa».

Il veterinario prese un coltellino da lavoro: «Devo solo verificare che sia vero» lui mi prese il braccio ed io lo ritrassi subito: «Che fai?» Liam, prontamente, fece un passo avanti, ma Scott lo bloccò.
«Non ti farò del male» riprese il mio arto, e quella volta non mi ribellai più. Incise un taglio abbastanza profondo, che si richiuse subito. Non sentivo dolore, solo un piccolo pizzico.
Ancora concentrato, Deaton prese il braccio di Stiles, e mi chiese di tenergli la mano. Io, non più spaventata, lo ascoltai; il magrolino, invece, si ritirò: «No ragazzi, io ho paura. Non lo faccio. Non posso vedere sangue!».

Il medico stava iniziando a spazientirsi: «Se ti fidi di me, non lo vedrai» Scott poggió la mano sulla spalla dell'amico per fargli forza: «Fidati».
Così, Stiles mi prese la mano e la strinse il più forte possibile. Poi, chiuse gli occhi e lasciò che il suo braccio venisse tagliato.

Ma così non fu. Il taglio si trasferiva sul mio arto e scompariva subito dopo. Nella stanza si elevò un grande sospiro di compiacimento, e il moro si diede coraggio per vedere ciò che stava accadendo.
Anche lui rimase stupito, ma dopo qualche secondo ritrasse il braccio e se lo massaggiò.

Nessuno di loro aveva mai visto una cosa del genere prima. Era un indizio per scoprire cosa io fossi. Potevo salvare vite, e questo mi spaventava tanto. Mi sentivo molta responsabilità addosso.

Ordinammo messicano e finimmo la giornata a casa di Stiles, dove ci raggiunse anche Derek e guardò con i suoi occhi azzurri ciò che ero in grado di fare: «Sei speciale». Arrossii, e cercai di nasconderlo. Ero speciale.

Non ero un mostro, potevo fare del bene. Potevo guarire persone e non farle soffrire. Avevo degli amici che ci sarebbero sempre stati. Ero felice.

SHE IS A TEEN WOLFWhere stories live. Discover now