30 - Gimme More

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“Chloe, loro sono Laurel, Rae, Carmen e Valentina.” Dissi, indicando ognuna delle mie amiche alla ragazza. Avevo deciso di invitare più gente possibile per passare una serata di sole donne al pub del campus. Uscire in sei sarebbe stato sicuramente meno imbarazzante che chiedere a Chloe di vederci da sole da qualche parte.
 
“Piacere di conoscervi!” Esclamò la ragazza. “E grazie per avermi invitata. Mi sono trasferita a St. Louis da un anno, ma sinceramente non ho ancora conosciuto molte persone.” Aggiunse. “Il lavoro e la clinica sono tutta la mia vita.” Disse.
 
Jasper mi aveva detto che Chloe faceva l’infermiera al St. Louis’ Children Hospital e, nel tempo libero, faceva volontariato alla clinica dove lui faceva fisioterapia.
 
“Nessun problema, ci fa piacere averti con noi!” Risposi. “E poi il mercoledì è la serata donne da Greg’s. I cocktail costano meno ed è una buona occasione per trovare nuove amiche.” Dissi, guardandomi intorno.
 
Il locale era pieno di ragazze, soprattutto delle confraternite del campus, e c’era anche qualche ragazzo in cerca di compagnia per la serata. Ero sicura che sarebbero bastati un paio di drink per parlare apertamente con la ragazza e scoprire il motivo per cui si stesse comportando in quel modo con Jasper.
 
La cosa che lo terrorizzava di più era che, la mattina dopo essere andati a letto insieme per la prima volta, Chloe era scappata mentre lui dormiva ancora e non riusciva a capirne il motivo. Aveva paura di aver fatto qualcosa di sbagliato. Aveva mille domande e non aveva risposte, perché lei non replicava più nemmeno ai suoi messaggi.
 
“Allora, per festeggiare la nostra nuova amicizia, il primo round lo offro io!” Esclamò Chloe, estraendo il portafogli e ordinando da bere per tutte.
 
Osservai il minuscolo bicchierino di tequila davanti a me e sospirai. Jasper mi doveva un favore enorme. Ma, soprattutto, speravo di ricordarmi gli eventi di quella serata la mattina dopo.
 
***
 
“Janey, svegliati!” Esclamò Jasper. Aprii gli occhi lentamente, coprendoli subito dopo con una mano perché la luce era decisamente troppa.
 
“Non urlare, ci sento.” Mi lamentai, massaggiandomi le tempie. Era parecchio tempo che non mi ubriacavo in quel modo e non ero più abituata alle conseguenze del giorno dopo.
 
“Non sto urlando, Janey. Sei tu che sei troppo sensibile.” Replicò lui. Lo sentii sedersi ai piedi del letto – anzi no, quello non era un letto, era un divano. Ma dov’ero? – e richiusi gli occhi. “Ho preparato il caffè, credo che tu ne abbia bisogno.
 
“Cos’è successo?” Domandai, confusa. Cercai di mettermi a sedere e presi la tazza di caffè bollente dalle mani di Jasper. Sapevo di averne bisogno, ma l’odore era davvero nauseante. La allontanai e la sistemai sul tavolino di fronte a me.
 
“Sei piombata a casa mia alle due e mezza del mattino, piuttosto ubriaca e non ho avuto il coraggio di mandarti al dormitorio, così ti ho invitata a restare. Ho cercato anche di convincerti a dormire nella stanza degli ospiti, ma tu ti sei addormentata sul divano e sei rimasta lì.” Spiegò il mio amico, ridendo.
 
“Perché sono venuta da te?” Domandai, sempre più confusa. La casa di Jasper non era vicino a Greg’s, dovevo anche aver preso un taxi o qualcosa del genere. Di sicuro sarebbe stato più semplice camminare per pochi metri fino al mio dormitorio.
 
“Perché hai parlato con Chloe, eri molto ubriaca ed eri terrorizzata dal fatto di non ricordarti nulla, quindi hai voluto raccontarmi tutto subito.” Rispose lui, scoppiando a ridere. “Dire che ti voglio bene è un eufemismo, Janey. Sei il mio mito.”
 
“Oh.” Commentai, cercando di ricordare. Ero andata da Greg’s con le mie amiche e Chloe, avevamo cominciato a bere e poi avevo iniziato il discorso con la ragazza. Le avevo detto che era un piacere uscire con lei, perché dato che era la ragazza di Jasper, mi faceva piacere diventare sua amica. O qualcosa del genere. E poi non riuscivo assolutamente a ricordare la sua risposta.
 
“Vuoi che ti rinfreschi la memoria?” Mi domandò Jasper. Mi conosceva troppo bene. “In poche parole avevi ragione. Sa che mi piace cambiare ragazze spesso ed è terrorizzata dall’idea che possa ferirla. Ed è scappata dopo che siamo andati a letto insieme perché si è pentita di quello che abbiamo fatto. Adesso è convinta che, visto che ho ottenuto quello che voglio, non la considererò mai più.” Spiegò. “Ah, e ha anche paura che possa scoprirlo qualcuno della clinica e dirle di non andare più, perché vedere un paziente non è molto professionale.” Aggiunse.
 
Socchiusi gli occhi per combattere la troppa luce e finalmente cominciai a bere il caffè. Feci una smorfia, perché Jasper non ci aveva messo lo zucchero, e poi scossi la testa.
 
“Adesso ricordo.” Dissi. “E ricordo anche di averle detto di non preoccuparsi, perché sei pazzo di lei e continui a parlarne e che non ti ho mai visto così preso da una ragazza prima d’ora.” Aggiunsi lentamente, sforzandomi di concentrarmi sui dettagli della sera prima. “E poi Laurel… oddio, Laurel!” Esclamai improvvisamente.
 
“Cos’ha fatto Laurel?” Mi domandò Jasper, preoccupato.
 
Mi alzai di scatto dal divano e poi mi appoggiai alla sua spalla perché aveva cominciato a girarmi la testa. Ma dovevo andarmene di lì, dovevo raggiungere la mia amica e assicurarmi che stesse bene.
 
“Più che altro spero che non abbia fatto qualcosa.” Risposi, recuperando il mio vestito dallo schienale del divano e indossandolo. “Mi aiuti con la cerniera?” Domandai, avvicinandomi a Jasper. Il ragazzo finì di chiudere il mio abito e poi mi fissò.
 
“Devo preoccuparmi?” Chiese.
 
“No. Non lo so. Liam le ha chiesto di sposarlo, lei è confusa e disperata e ieri sera era più ubriaca di me e, quando sono andata via per venire da te, l’ho vista con un altro ragazzo. Ci stava provando con lei e non vorrei che…” Cominciai a dire, poi mi interruppi.
 
“Ti chiamo un taxi.” Disse Jas, prendendo il telefono.
 
***
 
Laurel stava dormendo a pancia in giù e semiscoperta nel suo letto, da sola. Aveva un braccio a penzoloni e con l’altro stava tenendo il cuscino sulle orecchie, come se volesse coprire un forte rumore.
 
“Laurie?” Cercai di svegliarla con cautela, senza urlare e senza aprire le tende.
 
La ragazza grugnì e, per tutta risposta, si girò dall’altra parte.

Little White Lies || [One Direction - Harry Styles]Onde histórias criam vida. Descubra agora