23. Collaborazione

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Mi stringe i polsi sopra la testa e avvicina il suo volto al mio. «Dobbiamo abbandonare ogni pregiudizio per andare avanti. Altrimenti nessuno di noi riuscirà a sopravvivere.»

Lo guardo con disprezzo prima di voltare il viso di lato: non ho la minima intenzione di collaborare.

Lui non aggiunge nulla e si alza, voltandomi le spalle per osservare la cascata d'acqua. Sposto lo sguardo verso il cielo, bramando come non mai di essere in superficie, molto lontano da qui.

«Dobbiamo tornare indietro dagli altri prima che la prova finisca, altrimenti saremo fuori dai giochi.»

«Io sono eliminata comunque.»

Irrigidisce le spalle. «Faccia come crede, però se non troviamo la strada giusta il suo piano per andare via con sua sorella andrà in fumo. Loto mi ha spiegato il vostro accordo.»

Sbuffo e mi sollevo lentamente. «Non avevo altra scelta e, fortunatamente, suo fratello è molto più intelligente di lei.»

«Molto caparbio oserei dire.» Il principe mi lancia un fugace sguardo prima di dirigersi verso il tunnel alla nostra sinistra, l'unico passaggio tra le mura.

Lo seguo, mantenendo un metro di distanza, e continuiamo a camminare per diverse ore senza che nessuno dei due chieda una pausa o spezzi il silenzio, seguendo le torce sulle pareti come guida. Il mio corpo è affaticato per la mancanza di riposo, ma stringo i pugni e vado avanti senza lamentarmi.

«Dobbiamo andare in alto» sibilo a denti stretti mentre incontriamo l'ennesimo incrocio.

«Secondo lei cosa sto cercando?»

«Gli orsacchiotti» mormoro a denti stretti.

«Cosa ha detto?»

«Nulla di importante.»

Scuote la testa e si avvia verso il tunnel di sinistra. Gli afferro la camicia e lui mi lancia un'occhiata di fuoco.

«Che cosa sta facendo?» mi chiede con tono infastidito mentre osserva la mia mano sul suo indumento.

Lascio andare la presa. «Dobbiamo andare a destra per salire, al contrario del verso di scorrimento del fiume.»

«Appunto, dobbiamo svoltare a sinistra.»

Sollevo le braccia in alto. «Come non detto, vada pure dove vuole. Io andrò a destra.» Gli do le spalle e inizio a camminare senza aggiungere altro.

Trascorrono diversi minuti prima che senta i suoi passi dietro di me. Un piccolo sorriso di vittoria compare sulle mie labbra, ma continuo ad andare avanti senza voltarmi. Tengo lo sguardo in alto fin quando non trovo una cavita sul soffitto. «Si sale.»

Glad si ferma accanto a me. «È buio pesto lì dentro. Non è la strada giusta.»

«Senta...» Le parole mi rimangono incastrate in gola mentre noto il suo colorito pallido e il rosso scarlatto sulla sua fronte. «Si sente bene?»

Il principe sfiora la sua tempia con la mano per poi osservare il sangue su di essa. I suoi occhi incrociano i miei prima che si accasci al suolo.

«Glad!» Lo volto sulla schiena e scruto la ferita con attenzione. Non è molto profonda e sembra che sia pulita grazie all'acqua del fiume. Appoggio la mano sulla fronte e capisco perché è svenuto: la sua pelle scotta.

Osservo il colore dei suoi pantaloni, cercando altre ferite che possano testimoniare un'infezione, ma non vedo nulla. Sbottono la camicia per controllare se il sangue su di essa provenga solo dal taglio alla testa e il suo petto risulta illeso. Mi accosto al suo viso e sento il suo respiro pesante: sta dormendo.

Iris - Il regno di FloraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora