Capitolo 3 - Scontrosi incontri

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Federico

Sono passati esattamente due mesi da quando mi sono trasferito a Torino e posso dire di essere a tutti gli effetti un giocatore della Juventus.

Tra il trasferimento, i vari allenamenti e la conoscenza dei miei nuovi compagni di squadra non ho ancora avuto modo di realizzare ciò che è successo nell'ultimo periodo. A partire proprio dalla maggior parte dei tifosi della Fiorentina che mi hanno additato come traditore.

Non avrei voluto deluderli così. Anzi, a dire il vero la Fiorentina occuperà sempre un posto importante nella mia vita. In un certo senso è la squadra del mio cuore. Ma sono anche convinto che un calciatore abbia bisogno di provare cose nuove, di fare esperienza in altri ambienti per poter crescere, migliorare e diventare un campione.

Credo che la Juventus sia la squadra più adatta a me, in questo momento. La squadra che mi darà l'opportunità di fare quel salto di qualità che tutti si aspettano.

L'unica cosa che mi mancherà molto è la mia famiglia. I consigli calcistici e le raccomandazioni di mio padre, le colazioni abbondanti di mia madre, prendere in giro mio fratello e mia sorella. Questi piccoli e semplici particolari facevano parte della mia quotidianità e mi mancheranno tremendamente, ma so che sono tutti fieri di me e che potrò sempre contare sul loro appoggio.

«We fratello, ti diverti?» mi domanda Paulo Dybala, alzando la voce per farsi sentire e distogliendomi dai pensieri.

Alcuni dei ragazzi mi hanno portato in una discoteca qui a Torino, ma la musica è davvero tanto alta che non si riesce a fare un dialogo di senso compiuto.

«Sì, devo dire che è un bel posto.» gli rispondo, per poi sorseggiare l'analcolico alla frutta che ho tra le mani.

Già, l'alcol è una delle cose off limits per noi calciatori. Deprime alcune funzioni inibitorie cerebrali e può dare, come tutti sanno, una sensazione di euforia. E questo non aiuta le nostre prestazioni, quindi ci accontentiamo degli analcolici.

«Tra pochi giorni ci sarà la tua prima partita ufficiale con la maglia della Juve, come ti senti?» mi chiede Federico Bernardeschi.

Lui ed io ci conosciamo dal 2016, ovvero da quando entrambi giocavamo con la maglia della Fiorentina. Avevamo un bellissimo rapporto, poi lui si è trasferito alla Juventus e non abbiamo avuto tempo e modo di vederci spesso. Ma sono molto contento di averlo ritrovato quest'anno e soprattutto di giocare di nuovo insieme a lui.

«Sono piuttosto emozionato, spero di partire con il piede giusto.» rispondo io.

«Sono sicuro che lo farai.» afferma Paulo, alzandosi in piedi. Poi ci spiega che deve scappare in aeroporto, dato che la sua fidanzata, Oriana, è appena arrivata direttamente dall'Argentina.

Salutiamo il nostro compagno, che vedremo già da domani agli allenamenti, e lo guardiamo scomparire in mezzo alla marea di gente presente al locale.

Decido di alzarmi anche io per andare in bagno a rinfrescarmi, quindi avviso tutti e mi dirigo verso la toilette.

I bagni delle discoteche non sono mai il massimo, ci si può trovare di tutto: a partire dai preservativi fino ad arrivare alle profumatissime chiazze di vomito, dovute ai gomiti un po' troppo alzati.

Con un movimento veloce apro la porta d'ingresso ai bagni, percependo subito dopo un tonfo provenire dall'altra parte.

Inizialmente non capisco che cosa sia successo, poi sento una voce femminile imprecare e lamentarsi. Quando mi sporgo per vedere meglio noto una ragazza sul pavimento, che si tocca la testa dolorante con una mano.

«Merda...» mormoro io, prima di correre verso la ragazza che ho fatto cadere a terra e piegarmi verso di lei. «Scusami, non pensavo ci fosse qualcuno dietro.»

Le porgo la mia mano in segno di aiuto ma lei rifiuta e si alza da sola, lanciandomi un'occhiata omicida.

«Volevi uccidermi per caso?!» sbraita lei, una volta in piedi.

Mi ritrovo ad osservarla e non posso fare a meno di notare la sua bellezza. Mi perdo subito nei suoi occhi verde smeraldo, che spiccano in mezzo al buio del piccolo spazio in cui ci troviamo. Il suo viso sembra proprio quello di una bambina, privo di trucco. Le sue labbra carnose sono socchiuse mentre respira e si tocca il punto della testa dolorante con una mano. I suoi capelli lisci e scuri catturano la mia attenzione all'istante. Sposto lo sguardo sul suo corpo: i jeans attillati che le fasciano perfettamente le curve generose e il suo seno, presentato alla vista da un'ampia scollatura, mi portano in un'altra dimensione.

«Mi stai guardando le tette?!»

Scuoto la testa come per riprendermi da ciò che ho appena ammirato e la vedo sventolarmi una mano davanti al viso.

«Sì, no. Cazzo, cioè no. Stai bene?»

«Oh, sì. Sto alla grande.» borbotta lei, guardandomi male e puntandomi un dito contro. «Mi hai uccisa!»

Scoppio a ridere per la situazione che si sta creando. Si avvicina a me e mi fulmina con il suo sguardo ipnotico, mentre io la osservo divertito dall'alto verso il basso, data la sua poca altezza.

«È proprio vero quando dicono che i calciatori sono stupidi. Mi spieghi cosa ci trovi di divertente in tutto questo?»

Le sue parole mi lasciano a bocca aperta: ero convinto che non sapesse chi sono o che non mi avesse riconosciuto. Quando le persone mi incontrano, di solito, mi chiedono foto e autografi. Invece lei è rimasta composta, non è impazzita e non ha battuto ciglio. Anzi, sembra quasi che non le faccia piacere la mia presenza.

«Quindi sai chi sono?» le chiedo.

La ragazza di fronte a me mi guarda stranita. «Purtroppo sì. Ultimamente si sente spesso parlare di te.»

«Beh, allora.. per farmi perdonare posso farti un autografo?»

«Che idiota.» commenta lei. «Il tuo stupido autografo non servirà a far scomparire il mio bernoccolo.»

Senza neanche aspettare che io replichi a ciò che ha detto, lei si allontana.

«Ehi, aspetta. Dove vai?» urlo io per farmi sentire, dato che è già abbastanza lontana dal punto in cui mi trovo io.

«Vado in Chiesa a confessarmi.» dice lei, prendendosi gioco del mio cognome e provocando una mia risata.

«Almeno me lo dici come ti chiami?»

«Top secret.» E scompare in mezzo alla folla, lasciandomi da solo.

Pochi minuti dopo ritorno dai miei compagni, ma per il resto della serata mi rimane impressa nella mente l'immagine di quella misteriosa ragazza.


SPAZIO AUTRICE
ecco qui il terzo capitolo della storia, dove compare il nostro caro Federico.
chi sarà la ragazza misteriosa che ha incontrato in discoteca? boooh.
spero davvero che vi sia piaciuto, fatemi sapere. vi auguro un buon inizio di settimana e alla prossimaaa🤪🥰

Rewrite The Stars; Federico ChiesaWhere stories live. Discover now