Capitolo 6 - Calciatore per hobby e stalker di professione

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«Questo posto mi piace.», pensa mio fratello a voce alta, guardandosi intorno per ammirare il Solferino, ovvero il ristorante dove ci troviamo questa sera per festeggiare il compleanno di nostra madre.

È una delle poche volte, in tutta la mia miserabile vita, che sono d'accordo con Mattia: il locale, nonostante non sia chissà quanto enorme, è semplice e accogliente, proprio come piace a me.

Siamo qui da mezz'ora ormai, e sono rimasta stupita dal fatto che mia madre non abbia ancora detto niente riguardo all'argomento "papà". Solitamente, trova sempre il pretesto e la scusa per inserirlo in mezzo a discorsi che non c'entrano.

È da un bel po di tempo che passiamo i compleanni senza di lui e, per quanto possiamo essere abituati, sembra sempre che manchi quel pezzetto per completare il puzzle. Mia madre pensa che sia tutta colpa sua se lui ha preso la decisione di allontanarsi da noi, ma la verità è un'altra: semplicemente non aveva voglia di fare il padre. O, almeno, non con me e Mattia, dato che con la figlia della sua compagna sa farlo molto bene.

«Tesoro, a che cosa pensi?», mi chiede mia madre.

Mi decido a scacciare quei brutti pensieri dalla mia mente: non ha senso soffrire e stare in pena per qualcuno che, nella sua vita, non vuole farti entrare.

«Starà pensando al 3 che ha preso nella verifica di matematica.», risponde Mattia con un ghigno sul volto, prima ancora che io potessi aprire bocca.

Vedo mia madre girarsi verso di me e guardarmi furiosa. «Quanto hai preso?!»

Ebbene sì, è arrivato il momento della verità. Nella prima verifica dell'anno, per la quale mi ero "preparata" benissimo insieme ad Aurora, ho preso 3. Non è da tutti cominciare la quinta superiore con un voto del genere, dico bene?

«Grazie mille, Mattia. Fare il coglione ti riesce alla grande.», borbotto a denti stretti, lanciandogli un'occhiataccia.

«Sarò anche un coglione, ma almeno io prendevo 9 in matematica.», ribatte lui, mettendo il dito nella piaga e facendomi venire i nervi a fior di pelle.

Quando sposto lo sguardo su mia madre, noto con estremo piacere che mi sta ancora fissando come se, da un momento all'altro, dovesse tirarmi i capelli.

«M-mi sono appena ricordata che devo fare pipì.», dico velocemente, cercando di uscire da questa situazione. «Non mi aspettate per il dolce, ci si vede.», e così facendo scappo in bagno, ma non prima di aver minimato con la bocca un dolce "vaffanculo" a mio fratello.

Dato che sono qui, ne approfitto per fare pipì per davvero e, una volta appagati i desideri della mia vescica, mi sciacquo viso e mani. Almeno sarò fresca quando dovrò dare una lezione a Mattia.

«Guarda un po' chi si rivede.», una voce di fianco a me mi fa sobbalzare e, quando vedo di chi si tratta, non posso fare a meno di pensare che sia proprio un malefico  scherzo del destino. «Tre volte che ci incontriamo e due di queste succede in un bagno.»

Federico Chiesa è, per l'ennesima volta, davanti a me. Mi sta osservando divertito, mentre io alzo gli occhi al cielo.

Sinceramente, non sono tanto stupita di averlo incontrato ancora, dato che ormai avere uno scontro con lui è diventato parte della mia quotidianità.

«Stai cominciando a spaventarmi.», gli dico. «E sto cominciando a pensare che tu sia uno stalker.», aggiungo poi.

«Sono solo un calciatore.», si difende lui, alzando le spalle in segno di innocenza.

Rewrite The Stars; Federico ChiesaWhere stories live. Discover now