Capitolo 1 - Dimmi che l'estate è finita senza dirmi che l'estate è finita

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Penso che non esista sensazione più brutta di quando sta per terminare l'estate e si ha la consapevolezza che, a distanza di pochi giorni, ricomincerà la scuola.

Passiamo ben nove mesi a desiderare le vacanze estive, non vediamo l'ora che arrivino e poi, in un attimo, sono finite e bisogna tornare alla vita di tutti i giorni.

Con la fine delle vacanze si dice addio, — o almeno arrivederci —, fino all'anno successivo, ai tramonti al mare, ai gelati, alle serate a fare tardi, alle grigliate con gli amici, e a tutte le altre situazioni che ci provocano un senso di libertà.

E, ovviamente, che cosa si fa durante i primi giorni del mese di settembre, se non recuperare tutti i compiti delle vacanze ancora non fatti?

«Questi limiti non li capisco!» borbotta la mia migliore amica Aurora, cercando di svolgere qualche esercizio di matematica.

Mentre lei spreme le sue meningi per cercare di capirci qualcosa di quella stupida materia, io sono stesa sul letto che la osservo disperarsi.

«Io non li faccio. Mi sono iscritta a Scienze Umane per un motivo, se avessi voluto fare matematica sarei andata allo Scientifico.»

Aurora ride alla mia affermazione e si ritrova d'accordo con me.

Lei ed io ci conosciamo dai tempi dell'asilo; la nostra amicizia è nata in un modo alquanto strano: mentre lei stava felicemente giocando con un bambolotto, io glielo avevo strappato dalle mani facendola scoppiare a piangere.

"Volevo giocarci io", era la scusa che avevo utilizzato davanti ai nostri genitori. Da quel momento anche le nostre mamme sono diventate grandi amiche e non ci siamo più separate.

«Ti rendi conto che tra pochi giorni inizieremo il nostro ultimo anno di Liceo di sempre?» mi rammenta Aurora.

«Non me lo ricordare.» sbuffo.

Sono molto felice di aver quasi finito le scuole superiori: sono stati cinque lunghi anni, fatti di ansie e di preoccupazioni, di risate e di pianti. Però il pensiero di non dover più entrare in quell'edificio a partire dal prossimo anno mi spaventa. Questo significa, in un certo senso, crescere, cambiare, ed entrare in un mondo completamente nuovo.

Ad interrompere i miei profondi pensieri su quanto forse mi mancherà l'ambiente scolastico è mia madre che entra in camera. Si sofferma a guardare prima i libri sparsi sulla scrivania, per poi spostare lo sguardo su di noi.

«State studiando?» ci domanda perplessa. Ormai tutti sanno quanto ci viene difficile fare qualcosa che abbia a che fare con la scuola.

«Sì. O almeno ci proviamo.» risponde Aurora sbuffando. «Non potevo nascere con una testa quadrata?!»

«Tranquilla, ti assicuro che hai altre qualità.» affermo io. «Solo che ora non mi vengono in mente.»

In tutta risposta la mia migliore amica recupera uno dei cuscini presenti sul mio letto e me lo lancia dritto in faccia. Mia mamma batte un cinque ad Aurora mentre io le guardo di traverso: perché devono sempre coalizzarsi contro di me?

«Io sto uscendo, se avete fame ci sono le lasagne da riscaldare.» ci informa mia mamma, mentre fruga dentro la sua borsa per cercare le chiavi della macchina.

Quasi dimenticavo che oggi è venerdì, ovvero il giorno in cui riesce ad avere un po' di relax dopo quasi una settimana rinchiusa dentro ad un supermercato. Solitamente esce con le sue colleghe o le sue amiche, ma questa volta è decisamente più elegante.

Vorrei tanto chiederle con chi si dovrà vedere stasera, in preda alla curiosità, ma decido di non intromettermi nelle sue questioni sentimentali.

«Bene, io vado!» esclama lei. «Vi chiedo solo di fare le brave, di non fare danni e di non mandarmi a fuoco la casa.»

Tutte e tre scoppiamo a ridere dopo le sue raccomandazioni perché sappiamo bene che ne saremmo capaci, dato che insieme combiniamo sempre qualche guaio.

Mia mamma ci saluta e finalmente si decide ad uscire, lasciandoci nuovamente da sole nella mia camera.

«Aspettavo che tua mamma uscisse per chiedertelo... Tuo papà si è fatto sentire?»

La domanda della mia migliore amica mi rende automaticamente nervosa. A dire il vero, è proprio l'argomento papà a rendermi nervosa.

«No. Dopo il misero messaggio che mi ha mandato per il mio compleanno non mi ha più cercata.» rispondo io.

«Non ci credo! E non si è fatto vedere neanche da Mattia?» chiede, riferendosi alla mia sorellina di quattro anni.

«Neanche da lui.» confermo amareggiata.

Con mio padre ho un rapporto difficile. In realtà non saprei neanche se sia giusto definirlo rapporto, dato che non ci vediamo praticamente mai. Dopo essersi separato da mia mamma ha trovato una nuova compagna, la quale ha anche una figlia. Peccato che mio fratello ed io sembriamo non contare più nulla.

La mamma mi incita ad andarlo a trovare qualche volta, ma non vedo il motivo per cui dovrei cercarlo sempre io. La volontà di vederci ci dovrebbe essere da entrambe le parti, altrimenti posso farne a meno. Non mi interessa passare del tempo con una persona a cui non importa nulla di me.

Sposto lo sguardo su Aurora, che dopo la mia risposta è rimasta in silenzio, e noto la sua espressione malinconica. Lei sa bene quanto questo argomento mi renda triste, anche se spesso non voglio darlo a vedere per non recare preoccupazioni inutili a chi mi sta intorno, perciò decido di cambiare subito argomento per rallegrare la situazione.

«Mi è venuta fame, a te no?» le chiedo, alzandomi in piedi. «Le lasagne ci stanno aspettando.» aggiungo poi.

«Aaah le lasagne.» sospira lei, fingendo che la conversazione di prima non sia mai avvenuta. «Dimmi che l'estate è finita senza dirmi che l'estate è finita.»

È proprio per questo che Aurora è la mia migliore amica: è l'unica che riesce a strapparmi un sorriso, per quanto sia difficile, anche nei momenti no.

Rewrite The Stars; Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora