bullo

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«Guardate qui, il nostro sfigatello ha preso un'altra A+»

Jackson l'aveva preso per lo zaino, facendogli sbattere la schiena contro l'armadietto, dietro di lui c'era il resto della combriccola: Boyd, Theo, Ethan, Aiden e infine Stiles Stilinski. Derek era stanco di essere preso a pughi, a calci, durava dal secondo anno, quando si era trasferito a Beacon con la sua famiglia. Dovava resistere ancora sei mesi dopodiché non avrebbe più rivisto quei deficente. Non aveva mai reagito perché la prima volta che l'aveva fatto, gli avevano rotto la mano. Così non l'aveva più fatto soprattutto dopo che i gemelli avevano scoperto la sua passione per la pittura, non voleva che gli rompessero la mano con cui disegnava.

«I soldi Hale, oppure vuoi che Theo chieda alla tua sorellina di uscire?»

Ecco un'altro motivo per cui non faceva niente, a sua sorella Cora piaceva quel bastardo di Theo Raken e lui lo sapeva benissimo. Non voleva che quel parassita si avvicinasse a lei, era ancora al secondo anno e non voleva che entrasse in quella storia. Scosse il capo, tirando fuori venti dollari

«bravo cucciolo»

Whittmore gli tirò un leggero schiaffo sulla guancia, prima di lasciarlo e andarsene verso la mensa. Derek scivolò giù, fino a sedersi con le gambe strette al petto, doveva resistere.
Quando le lezioni finirono, corse verso il retro a prendere la sua bici, aveva imparato a nasconderla dietro un cespuglio dopo che gli avevano bucato le ruote quattro volte. Fece un sospiro di sollievo quando si accorse che ormai non era rimasto nessuno, quella volta l'aveva scampata.

«Ei Hale, dove credi di andare?»

come non detto, Derek aveva due possibilità: fermarsi e farsi picchiare ancora oppure scappare con la bici e il giorno dopo prenderle il doppio. Non era così sadico perciò si fermò, girando il viso verso il gruppo.

«Che dici Stiles, ci divertiamo un po'?»

Lo sguardo di Derek corse verso gli occhi ambrati del ragazzo, veramente non capiva cosa ci facesse lì. Gli altri ragazzi erano robusti, avevano la faccia da deficenti e bastardi. Invece Stiles aveva un faccino dolce, aveva un leggero accenno di muscoli e quando non era in compagnia di quei ragazzi, rideva. Quando era con loro, invece, il moro si trasformana nella peggiore parte di sé ma Derek credeva che fosse solo una maschera. Aveva gli occhi spenti ogni volta che si trovava in quella situazione e quando l'ho picchiava, evitava sempre il suo sguardo. Derek era arrivato alla conclusione che probabilmente nascondeva qualcosa, che l'ho picchiava per nasconderlo, forse proprio il suo essere. Pugni e calci sullo stomaco, avrebbe avuto nuovi lividi quella sera, che si sarebbero aggiunti a quelli vecchi che aveva sul petto, sulle braccia e alcuni anche sulle cosce.
Derek fece fatica a rialzarsi, non aveva la forza di pedalare perciò trascinò la bici, anche se così ci avrebbe messo il doppio del tempo. Un clacson gli fece alzare lo sguardo, prima di rabbrividire alla vista della jeep e del proprietario.

«V-vuoi un passaggio?»

«no grazie, vorrei evitare altre botte»

«n-non voglio picchiarti, I-o non..ascolta, puoi salire in auto?»

la voce di Stiles tremava e quello sembrava più una preghiera, che un ordine. Derek annuì solo, prima che l'altro scese per aiutarlo a mettere la bici e salire poi ai loro posti. Passarono i primi minuti in totale silenzio con la musica bassa che faceva da sottofondo.

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