CAPITOLO 11

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-Come puoi minimamente pensare che ciò che ho fatto sia perdonabile? Sarebbe potuto morire perché non ho fatto nulla! Sono rimasto immobile mentre tutto mi scorreva intorno, non ho neanche avuto il tempo di realizzare ciò che stesse succedendo che era stato già portato via mentre gli altri medici cercavano di bloccarmi il braccio fratturato-

Minho si alzò e lo strinse nell'abbraccio più grande, più forte e più importante che possa aver mai dato in tutta la sua vita.

-Pensate che io non sia mai venuto a trovarlo? L'ho fatto, o perlomeno c'ho provato.-

Minho lo guardò confuso -che significa?-

Chan sforzò un sorriso, questa era la parte che non voleva ammettere, ma ormai non poteva tirarsi indietro, non avrebbe avuto altre occasioni.

-due giorni dopo l'incidente sono entrato nel reparto di neurologia, ho chiesto in quale stanza fosse, ma una volta ottenute le informazioni mi sono ritrovato faccia a faccia con i suoi genitori in lacrime. Mi sono bloccato, sua madre mi ha guardato pietrificata, mi ha urlato di andare via perché se Jeongin stava morendo era solo colpa mia.-

Si alzò prendendo le due ciotole per poi metterle nel lavandino, non voleva farsi vedere in quelle condizioni, quindi aprì l'acqua e iniziò a lavarle.

-Perciò l'ho fatto. Sono andato via. Ho cambiato quartiere, scuola, numero. Ho persino cambiato colore di capelli, ho eliminato ogni social. Ero praticamente scomparso- gli scappò una risata malinconica.

-non ho mai eliminato il mio vecchio numero di telefono, per questo ti ho cercato dopo tre settimane. Vedevo ogni messaggio, ogni chiamata, leggevo ogni volta che mi aggiornavi anche se sapevi che non ti avrei mai risposto. Non ti ho contattato fino a quando tu non hai smesso di aggiornarmi. In quel momento ho pensato al peggio, ho pensato che non ce l'avesse fatta, ho pensato che se non ce l'avesse fatta lui allora neanche io avrei dovuto farcela, perché avevo rovinato qualcosa di tanto prezioso. Ma non ho fatto nulla perché dovevo esserne certo. Non potevo mettere fine alla mia agonia sapendo che lui stesse ancora lottando tra la vita e la morte, sarebbe stato troppo semplice. Quindi ti ho scritto. E quando mi hai detto che la situazione non era cambiata, mi sono sentito anche peggio. Ma va bene così, questa è la mia punizione dopotutto.-

Finì di lavare i piatti e lo mise a posto, poi si voltò verso Minho per continuare -sono stato in cura da uno psicologo per due mesi, la situazione non migliorava e ho smesso. Mi sono rimaste solamente le pillole da prendere ogni giorno, però purtroppo non hanno effetti collaterali, ironico vero?-

-Hai intenzione di tornare?- Minho chiese cercando di ignorare la parte in cui Chan pensasse di meritare il peggio.

Chan ci pensò per qualche secondo e poi arrivò alla sua decisione.

-No. Finirò l'anno qui, prenderò il diploma e poi me ne andrò. Ora che so che sta bene non ho motivi per rimanere. Meglio che lui rinizi senza di me e meglio che io non faccia più male a nessuno.- si fermò per un attimo -Ora vado a dormire, sono stanco.-

This is my fault - JeongChanWhere stories live. Discover now