CAPITOLO 8

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Minho aveva deciso di restare a casa di Chan per il fine settimana. E non se ne sarebbe andato finché l'australiano non avesse parlato.

Erano passate due ore e Minho era l'unico a parlare di tanto in tanto. Erano seduti in cucina. L'uno di fronte all'altro. Chan aveva davanti a sé la ciotola di noodles ancora mezza piena, mentre quella di Minho era vuota già da un'ora.

-Chan ho bisogno di sapere cosa sta succedendo per aiutarti-

Chan continuava a non aprire bocca e Minho iniziava ad irritarsi.

Tutto questo nascondere la verità lo faceva sentire inutile. Chan continuava a non parlare, anche dopo svariati tentativi da parte di Minho di iniziare un qualsiasi discorso.

-Bene! Vuoi scappare? Forza, andiamo. Prendi quella cazzo di valigia ed andiamo. Ti accompagno in stazione- alzò la voce.

Era stanco. Erano mesi che cercava di aiutarlo. Non riusciva a sorreggere qualcosa di così grande da solo. Non poteva tenere i propri problemi e quelli di Chan nascosti da tutti. Era difficile fingere che andasse tutto bene quando in realtà saresti voluto scoppiare. Non riusciva più a mantenere la calma.

-Minho smett-

Minho lo interruppe -Minho cosa?! Ora sono io a dover smettere? Cosa dovrei smettere di fare esattamente? Mh?! Aiutarti? Aiutare la persona con cui ho condiviso tutto da 4 anni a questa parte che non vuole parlarmi per solo Dio sa quale motivo?-

Disse tutto urlando. Talmente tanto che le vene sul suo collo iniziavano a esporsi e il suo viso era completamente rosso.

-Se non vuoi dirmi la verità, allora non perdiamo tempo e muovi quel culo. Ti porto in stazione. Almeno ricominci da zero in un nuovo cazzo di paese, senza coglioni come me che cercando di risolvere l'irrisolvibile. Senza persone che si preoccupano per te ogni giorno. Senza persone a cui mentire sul dove sei o che fai. Senza che nessuno pianga per avere un cazzo di contatto con te, perché così finalmente potrai ammettere di aver rinunciato a tutto e a tutti. Così rinuncerai più facilmente a Jeongin senza il rischio di incontrarlo da qualche parte. Perché alla fine questo è ciò che vuoi, no? Riniziare da zero ed eliminare le tue tracce una volta per tutte. Come se fosse questa la soluzione.-

Le parole di Minho erano piene di stanchezza, non era riuscito a trattenersi.

-Perché tu pensi che così facendo noi ti dimenticheremo. Come se non fossi mai esistito. Da un giorno all'altro sei scomparso. Nessuno ti ha sentito per tre settimane. Mi hai contattato solo dopo tre fottutissime settimane. Ed ora sono quasi quattro fottuti mesi che nessuno, oltre me, sa dove, come o con chi sei. Hai saltato quattro compleanni. Tra due giorni é il tuo e sei lontano da tutti. Non hai mai passato il giorno del tuo compleanno da solo.-

Minho sbuffò una risata, come se avesse perso le speranze di riuscire a convincerlo a parlargli. Gli restava solamente una cosa da fare. Anche se credeva che quello non fosse il momento adatto. L'ultima scusa che avrebbe voluto usare per farlo parlare, ma che sapeva che gli avrebbe sbloccato qualcosa dentro.





-Jeongin ha chiesto di te-

This is my fault - JeongChanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora