D i e c i

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Sento qualcuno che inizia a scuotermi in maniera ben poco delicata, mi sveglio improvvisamente con il cuore in gola per l'agitazione.
Con più calma noto che si tratta solamente dei miei fratelli maggiori quasi si beccano una bella parolaccia, visto che stanno anche a ridere. Scanso malamente la mano di mia sorella lasciata sulla spalla. Mi guardo intorno visto che tutto sta al buio e non mi sembra di vedere i nostri genitori da nessuna parte.
<Siete già tornati?> la voce è impastata dal breve sonno che ho avuto. Accanto a me, anche mio fratello minore viene svegliato di soprassalto.
<Considerando che non manca molto all'inizio della giornata lavorativa siamo passati a controllare e fare una piccola pozione energetica. Mamma e papà invece stanno a letto, quindi non svegliateli, mi raccomando> ci punta un dito contro. Mi volto a guardare Javarayae non mi aspettavo tenesse gli occhi ancora chiusi, il che rende la minaccia di Eitoera ancora più divertente in tutta questa scena.
Aryan è già in cucina a preparare una cosa che non emana proprio un buon odore ad essere sincera.
<Sarà fatto. Visto però che io domani non ho nulla da fare, passo volentieri la presa della pozione e vado a fare una bella dormita> porto la mano davanti la bocca a coprire il mio sbadiglio mentre mi metto in piedi.
<Giusta osservazione, quasi ti invidio. Buonanotte e dormi anche per noi allora. Sicuramente domani vengono i tuoi amici, prima mi hanno fermata per chiedermi di te> spero per il loro bene che non siano intenzionati a svegliarmi presto, perché potrei commettere un omicidio.
Annuisco alla sua notizia, intanto i due maschi stanno a borbottare cose tra loro che non ho voglia di sforzarmi per capire.
<Grazie per avermelo detto. Buon lavoro, a domani> saluto tutti e tre con un gesto della mano e me ne torno nella stessa camera di qualche ora prima.
Ora che ci penso, non ho cose da mettere per la notte, ma di dormire con questo vestito non ne ho intenzione.
Tolte le scarpe, scelgo di provare comunque ad aprire l'armadio, magari hanno lasciato qualcosa di Eitoera qui.
Fortunatamente trovo una maglietta e dei pantaloni, fortuna che non ci sono solo cose estive visto l'abbassamento che stanno avendo le temperature, non per niente a breve staremo a fine autunno.
Dove io abbia trovato tutta questa forza per fare un cambio d'abito me lo chiedo anche io, ma sicuramente ho usato tutte le mie riserve. So che non dovrei farlo, fa male alla pelle, il letto però mi chiama così forte che non posso resistergli.
Mi lascio cadere sul materasso, mettendo da parte il pensiero del trucco e lo struccarsi, per mettermi bene sotto le coperte.
Una bella dormita è ciò di cui più sento il bisogno al momento.
Penso siano bastati dieci secondi per farmi tornare incosciente.

Ricordo questo posto, ma preferivo non dover sognare questa parte della mia vita.
Intorno ai polsi, una bambina di otto anni ha un filo chiuso al centro per tenere staccati i lati, dove sono presenti come delle spine, pronte ad entrarti nella pelle non appena percepiscono la magia in quello spazio.
Gli occhi arrossati e gonfi sono evidenti mentre si guarda intorno. Trova i volti di tutta la sua famiglia, i suoi genitori e i fratelli, per poi i fermarsi sui suoi amici che la guardano altrettanto dispiaciuti, in parte si nota un po' di quella paura data da anni di racconti sui Noutsasi, molti dei quali falsi.
Una delle guardie vestita totalmente di scuro mi trascina fino ad arrivare davanti al Cazymir, nonché padre di due dei miei migliori amici. Alzo lo sguardo su di lui, in fondo mi conosce, sa che non sono pericolosa, magari non mi manderà via.
<Sono felice che mio figlio abbia fatto rapporto, mi dispiace, ma non posso fare eccezioni per nessuno, lo sapete> l'uomo mi guarda come disgustato anche solo di avermi così vicina, per poi spostarsi verso la mia famiglia, con l'attenzione rivolta a mamma e papà.
<Possiamo risentire vostro figlio prima magari? Non abbiamo mai notato nulla di strano in lei, ci sembra ancora così assurdo...> a parlare è mio padre, il quale tiene la mano della donna al suo fianco fissa su di me.
<Certamente, capisco il vostro stupore, non vi preoccupate. Earthan, vieni qui e racconta quello che hai visto alla sua famiglia> si volta proprio verso quel traditore che è suo figlio.
Per pochi secondi i nostri occhi si incontrano, dandomi la possibilità di fare una richiesta silenziosa. Spero si appelli alla nostra amicizia.
Non può farmi davvero questo. Ogni noutsasi che è stato preso poi non è mai più tornato nelle piccole città dove viviamo. Perché dovrebbe odiarmi così tanto?
Gli faccio un cenno della testa per dirgli di non farlo mentre si avvicina.
<Stavamo giocando a nasconderci tutti insieme, quando mentre Efain e Gwynaëra stavano già correndo via, dato che a contare era proprio lei, mi ha fermato dicendo di avere qualcosa di importante da dirmi. Pochi secondi dopo però si è trasformata in un drago enorme e viola davanti a me, quello strano simbolo dorato che hanno i Noutsasi, l'ho riconosciuto perché l'avevamo studiato pochi giorni prima. Sono però subito corso da mio padre> si va a posizionare davanti alla mia famiglia. Vorrei poter fargli davvero del male, è la prima volta che penso una cosa del genere in vita mia.
<Non è vero, Earthan si sta inventando tutto padre, io e Gwyn non abbiamo visto nulla!> mi giro di scatto verso la fonte della voce: Efain. Cammina in direzione del fratello e del padre con la fronte aggrottata.
<Come sarebbe che si è inventato tutto? Conosce bene la serietà della situazione, non eravate forse amici voi quattro? Capisci che non ha senso il suo inventarsi una storia del genere, non rivedrete più la vostra amica> il cazymir si passa una mano sul viso stufo di questi giochetti fatti dai figli per confonderlo.
<Non possiamo scegliere con il dubbio che possa esserci un errore!> scatta subito mia madre, vedendo in Efain una speranza.
Vorrei poter dire qualcosa, ma ho questo coso che mi blocca anche dal muovere la bocca.
Scosto con uno strattone la mano della guardia che stava posando sulla mia spalla, ne hanno lasciata una al mio fianco per controllarmi più da vicino.
<Io non sto mentendo! Efain dice le bugie! Io faccio solo quello che ci hai detto tu papà!> il bambino dai capelli biondi si gira subito verso il padre.
<Gwyn? Diglielo anche tu che era solo uno stupido scherza di mio fratello!> il figlio del cazymir dai capelli più scuri si gira verso la nostra amica in cerca di aiuto per rendere la sua bugia più credibile.
<Si! Io nemmeno ho visto niente, lo giuro!> scende le scalette per poterli raggiungere. Guardo tutto questo inerme, con una strana sensazione in petto che mi fa sentire quasi male per non poter intervenire in alcun modo.
<Mi state obbligando a ricorrere alle maniere forti cos' bambini, lo sapete vero? Non posso credervi se continuate a contraddirvi> il cazymir si allontana di nuovo per prendere qualcosa da dietro la sua grande sedia verde scuro, sembra quasi un trono, al centro della platea.
Rompe dei petali viola che iniziano a volteggiare fino a raggiungere i tre, borbotta delle parole tenendo stretto in una mano chiusa a pugno uno dei suoi anelli.
I miei amici improvvisamente cambiano colore dell'iride, trasformandosi in viola.
<Qual è dunque la verità in tutta questa situazione?> pronuncia la domanda il cazymir stesso, gli occhi su di loro, noto che anche i suoi però sono viola ora.
<Era diventata un drago quando siamo corsi da lei per le urla di Earthan> dicono all'unisono Efain e Gwyn.
<Mi aveva detto di aver letto qualcosa e poi ho visto solo un drago davanti a me, con un simbolo dorato> le loro voci escono come meccaniche dalle bocche.
<Ma abbiamo sempre giocato insieme a Caraesy, ha già otto anni! Ho studiato che solitamente si riconoscono facilmente i noutsasi, ma lei prima di quella volta non ha mai fatto nulla del genere!> a parlare questa volta è stata mia sorella maggiore. Scatto a guardarla.
Io conosco la realtà su me stessa, è vero, ma non voglio non poter più tornare dalla mia famiglia e dai miei amici.
<Molto bene, se non credete nemmeno all'incantesimo di verità...> con un gesto della mano ritira i pezzi di petali che continuavano ad aleggiare intorno ai tre, finendo di nuovo nella sua mano.
Questa volta però viene nella mia direzione, il panico aumenta, cerco di farmi indietro ma finisco contro la stessa guardia che mi ha trascinata qui al centro.
<Toglile le manette, faremo il test definitivo> indica i miei polsi senza degnarmi di uno sguardo.
La guardia, se pur tentennante, annuisce e compie l'ordine che le è stato imposto dal suo comandante.
Quest'ultimo posa una mano sul mio capo, ripetendo parole che non riesco a distinguere, finché non percepisco una sorta di leva dentro di me che toglie il controllo che ho su me stessa.
Che cosa mi sta succedendo?!
Non sono io a scegliere nulla di quello che sta accadendo mentre dalle mani queste di trasformano in zampe con artigli piuttosto lunghi.
Sono tornata ad essere un drago.

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⏰ Last updated: Aug 01, 2021 ⏰

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