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Devo aprire gli occhi prima che arrivi il professore di religione, accidenti speravo davvero di essere finalmente parte di un libro dove una volta tanto la protagonista di qualcosa d'importante sono io. Magari scopro di essere la prescelta come per quel maghetto che io amo tanto. Sicuramente però non è così, sia mai che una tale fortuna capiti proprio a me. Se mi dice bene devo fare quella sacrificata a qualche essere malvagio.
Apro lentamente gli occhi, la stanza illuminata dalla leggera luce che oltrepassa le tende unita al tepore del caminetto acceso. Sembra ancora di stare nel mio sogno.
Tutto è così tranquillo alle mie orecchie poco abituate al silenzio, che quasi mi fanno male, come se pulsassero per l'assenza di rumori forti. Lo scoppiettio irregolare del fuoco aiuta a non far sopraggiungere la pazzia in maniera precoce.
Ricordo perfettamente tutto quello che è successo prima che perdessi i sensi, il dolore alla testa mi fa capire che tutto è vero e qui non sono più a casa, men che meno a scuola direi.
<Un ottimo modo per far sentire una persona a casa propria, metodo perfetto mi dicono> porto la mano sulla testa accarezzando dove sento di avere più dolore per alleviarlo con un leggero massaggio.
Spero per loro che mi abbiano controllato in qualche modo perché non voglio morire a causa della loro stupidità nel farmi avere un trauma cranico.
<Ti sei svegliata! Ci stavamo tutti preoccupando che tuo fratello avesse impiegato troppa forza nel colpo che ha usato per farti svenire> una donna appare sull'uscio della porta con un vassoio in mano, sopra al quale tiene in bilico un bicchiere con dell'acqua e un piatto con qualcosa che non riesco bene a definire. Ora che me ne rendo conto, vedo tutto sfocato lontano, non ho i miei occhiali. Dannazione devo assolutamente chiedere a qualcuno di prestarmene un paio o di farmi avere delle lenti a contatto male che vada.
Quella si avvicina velocemente a me, lasciando il vassoio sul comodi posto al fianco del letto, per poi circondarmi il corpo con le braccia.
Non voglio ferire i sentimenti di nessuno, per carità, ma mi sposto in maniera istintiva dalla sua stretta non senza un po' di fatica nel riuscirci a causa di una sua resistenza iniziale. Mi guarda confusa ma fortunatamente non insiste ulteriormente e lascia cadere le braccia lungo il corpo.
<Scusami, posso sapere chi sei?> mi allungo per prende l'acqua, la gola secca è una cosa che detesto da appena sveglia, per cui tutte le mattine bevo sempre qualcosa dopo essere andata in bagno, che sia semplice acqua o un bel succo di frutta alla pera, il mio preferito. Chissà se lo hanno qui il succo alla pera...
<Giusto, ancora non abbiamo compiuto l'incantesimo per annullare ciò che blocca la tua memoria. Sono tua madre, ma tranquilla presto ricorderai tutto quanto e non servirà più che ti spieghi nulla> il suo sorriso e le emozioni che riesco a percepire dal suo viso sembrano sincere, ma su questa storia dei genitori ancora ci credo poco. So che i miei genitori sono quelli che ho lasciato a Roma, loro mi hanno cresciuta da quando sono nata.
Quasi inizio a sospettare che tutto questo stia avvenendo solamente nella mia testa e non sia più così reale.
<Visto che tutti continuate a dire che non ho tutta la mia memoria, mi chiedo solo perché allora non abbiate già fatto il vostro contro-incantesimo> inizio a sentirmi come una scema ad essere rimasta solo io senza sapere cosa sta davvero succedendo qui intorno a me, è una cosa che odio non essere consapevole della situazione che mi circonda.
Essere rapita e portata in un mondo magico appena arrivata non mi dispiaceva affatto, ora però inizio ad infastidirmi e non per il fatto che mi hanno portata qui senza il mio consenso se vogliamo essere sinceri.
<Hai totalmente ragione, è perfettamente comprensibile che tu voglia subito la tua memoria indietro ed è ciò che faremo. Vieni, ti porto nella sala principale dove è già tutto pronto per te. Prima che me ne dimentichi, tieni, questi ti sono caduti dopo che sei svenuta> si alza e fatti due passi in avanti, torna indietro per porgermi gli occhiali rimasti sul comodino. O sono più cieca di quello che credevo o sono scema, non li ho nemmeno notati quando mi sono allungata per prendere l'acqua pochi secondi fa.
<Si era rotta la stecca qui di lato, ma è bastato un incantesimo da parte del lavoratore dei ferri qui a Derazou, ora sono come nuovi> li prendo stupita nel vederli anche meglio di quando li ho presi dal negozio probabilmente. Più tardi vado a fare una visita a questo tipo, magari può modificare le lenti con la gradazione che mi serve.
Rimettere gli occhiali al loro posto sopra al mio naso mi fa vedere la stanza in alta definizione.
<Bene, ora che sono tornata a vedere e non rischio di andare a sbattere contro cose o fissare le persone per capire se sono vive o meno, possiamo andare a pensare alla mia memoria> lei annuisce con un sorriso. Allunga il braccio in direzione della porta per farmi passare avanti, ma prima di allontanarmi visto che ho un po' di freddo fuori dalle coperte tiro via una di quelle che stanno ai piedi del letto e me la passo sulle spalle.
Va decisamente meglio così. Soffro parecchio il freddo, anzi, il termine soffrire non è nemmeno corretto in questo caso perché a me piace il freddo, motivo per cui la mia stagione preferita è l'autunno, si tratta più che altro di essere sensibile alle basse temperature.
Una volta chiusa la porta della camera da letto la donna mi prende sottobraccio e inizia a camminare, fortuna perché sarebbe stato imbarazzante dover camminare davanti a lei senza nemmeno sapere dove andare.
Un dettaglio che mi salta subito all'occhio è la bellezza di questo palazzo, non ricordo però come ha detto che si chiama, farò finta di niente.
I muri sono formati da un marmo bianco come il latte, ma il dettaglio più bello sono le venature grigie e rosa che si collegano una parete all'altra. Le colonne invece davanti alle scale quella sul lato di sinistra riprende gli stessi colori del corridoio, mentre quella di destra è più su un marrone scuro, le venature del marmo però sono nere e di un verde che riesce a risaltare tra quei colori scuri in maniera molto piacevole. Chissà al piano di sotto a cosa serve.
Questo rosa riesce a trasmettermi molta calma, considerando anche che è il mio colore preferito.
Un mormorio sempre più forte sembra alzarsi dalla stanza verso la quale ci stiamo dirigendo. A guardia di questa un uomo e una donna stanno ben ritti, una cinta intorno alla vita fornita di quello che sembra essere qualunque genere di cosa. Mi piacciono molto però i ricami che hanno sulla divisa nera, di un rosso scuro, simile al sangue, infatti sembrano voler riprendere le venature che partono dal cuore fino al polso.
I loro sguardi si posano su di noi severi e freddi, non riesco a leggere nei loro occhi la minima emozione, oltre al fatto che non hanno intenzione di spostarsi dai loro posti.
<Qui con me ho Caraesy pronta per ricevere l'incantesimo di memoria> spiega quella che dice essere mia madre ai due qui.
Bastano queste parole però per fare in modo che si facciano di lato e aprano le porte di quella che vedo essere un'enorme sala. Queste persone hanno fin troppa fiducia se credono sulla parola a chiunque passi di qui.
Appena facciamo il primo passo all'interno tutto il chiacchiericcio che ho sentito fino a poco fa cessa di colpo, noto che tutti gli occhi dei presenti sono su di noi. Chissà cos'hanno tanto da guardare, non che mi dispiaccia essere al centro dell'attenzione sia chiaro, anzi, poi se non vogliono guardare possono girare la testa, nessuno li obbliga.
Più tardi invece dovrei chiedere a questa signora il suo nome, almeno saprò come chiamarla.
Mentre ci facciamo strada tra le persone noto che al centro della grande sala ci sono quattro persone poste davanti a... un calderone? A quanto pare è proprio come fanno vedere nei film, tranne per la parte del fuoco. Qui è messo sotto la base e non sembra stia nemmeno toccando terra. Mi piace questo posto, è più strano di me.
Una volta raggiunte quelle persone, noto alla mia sinistra, in prima fila, lo stesso uomo che dal bagno di scuola mi ha portata qui prima di farmi svenire. Secondo me passano degli esami su come si deve accogliere una persona appena arrivata, o non mi spiego.
<Che bello averti di nuovo tra noi mia cara, sei di nuovo a casa> l'uomo dai capelli che indossa una sorta di tunica lunga e rossa si avvicina a me. Dietro di lui una donna dai capelli molto scuri, quasi quanto la pece, così come quello che sono piuttosto certa sia suo figlio maggiore. I due sono molto simili, oltre al fatto che sono accumunati anche dagli occhi scuri. Invece il ragazzo un po' più giovane è tutto il suo opposto, più simile all'uomo che mi ha appena parlato. Occhi chiari quanto il ghiaccio, capelli chiari. Entrambi bisogna dire che sono di bell'aspetto oggettivamente parlando.
<Vorrei sapere di che posto sia questo per poterlo considerare casa a dire il vero, ma a quanto pare fin quando non avrò un incantesimo sulla memoria non se ne fa nulla> meglio ricordare che deve sbrigarsi con tutto questo, sia mai che poi si dimentica magari.
<Comprendo perfettamente la tua impazienza, tranquilla. Una piccola accortezza, ciò che ti sarà dato, dovrai berlo tutto quanto> sposta lo sguardo all'interno del gran calderone nero che c'è tra noi due e sorride soddisfatto, probabilmente gli è riuscito quello che gli serviva.
Allunga la mano dietro di se, verso il ragazzo con i capelli più chiari che non la smette di fissarmi. Ecco, il suo sguardo mi urta quindi più tardi potrei anche tirargli un pugno sulle gengive, so bene di essere stupenda, ma anche meno evidente mentre guardi insomma.
Questo si avvicina con un bicchiere che l'uomo prende, si tratta di cristallo sicuramente, è talmente chiaro e trasparente che non si può trattare di altro.
Infila la mano dentro al calderone e quando la tira fuori si può vedere il bicchiere pieno di un particolare liquido sui toni di un non ben definito azzurro, forse più corretto carta da zucchero, uno dei miei colori preferiti tra l'altro. Almeno così penserò di meno a preoccuparmi del possibile sapore schifoso.
Porge proprio il bicchiere a me, quindi devo berlo sul serio. Meglio se evito di respirare il più possibile, fammi pensare a tanta cioccolata.
Appena la mia mano tocca l'oggetto in cristallo l'uomo chiude gli occhi con un respiro profondo e tutti fanno istintivamente un passo indietro, suppongo anche la donna che mi ha accompagnata che adesso non trovo più. Eccola, la vedo alla mia sinistra che affianca l'uomo pazzo, fanno proprio una bella coppia di matti quei due.
Tanto vale buttarsi, ha inizio la mia apnea subito dopo aver fatto il mio ultimo respiro profondo. Nello stesso istante in cui il bordo del bicchiere tocca le mie labbra l'uomo inizia a borbottare una serie di parole che non riesco a decifrare. Qui hanno tutti la brutta abitudine di non presentarsi con il proprio nome mi sa.
Basta pensare.
Inizio a buttare giù tutto il liquido, senza lasciare il tempo alle papille gustative sulla lingua di poterlo definire in maniera definitiva, per quel poco però non sembra così male, mi aspettavo di certo qualcosa di peggiore. Ero perfino pronta a sputare tutto, poco importa dei miei possibili ricordi, sempre che questa non sia una qualche sostanza particolare ...
Nonostante dopo gli anni in cui ho perfezionato la tecnica di bere grandi quantità con un solo respiro vista la mia lentezza con il latte per colazione, arrivo a malapena a finire tutta questa 'pozione', chiamiamola così. Stavo giusto per morire a causa di assenza di ossigeno, porre fine alla mia vita con un suicidio davanti a un grande numero di persone non mi sembra il caso, sicuramente sarebbe epico, ma ho voglia prima di scoprire la realtà su tutto questo.
Torno a respirare con affanno, tanto che mi piego in avanti, con una mano che tiene ancora il bicchiere poggio i palmi sulle mie ginocchia, i polmoni fanno male, ma ancor di più la testa. Alzo lo sguardo per guardarmi intorno confusa, non mi sento affatto diversa, anzi, mi ha solo fatto venire un bel mal di testa.
Osservando gli sguardi delle persone intorno a me, tutte ora mi fissano curiose, come in attesa di vedere qualunque cosa accadere proprio davanti ai loro occhi.
Dovrei dirglielo che probabilmente ha sbagliato qualcosa mentre preparava quest'intruglio? Aspetto a parlare solo perché mi sembra un tipo abbastanza importante qui in mezzo, sono cattiva ma non fino al punto da mettere in imbarazzo davanti a tutte queste persone una persona. Più tardi potrei fargli capire che a me questo coso non ha fatto nulla.
Passa ancora qualche secondo prima che lo stesso uomo che ha preparato la pozione si faccia di nuovo avanti per arrivare a poca distanza da me.
<Allora? Come ti senti? Percepisci già qualche tuo ricordo per caso?> mi dispiace deluderlo.
Faccio per aprire la bocca e spiegargli la situazione rimettendomi con la schiena dritta, ma la stanza inizia a girare su se stessa, quasi mi viene da vomitare. Chiudo gli occhi talmente tanto da farmi male, non mi importa, voglio solo che questa sensazione orrenda svanisca.
Il mondo intero non sembra più avere un punto stabile.
Capisco che soffrire di pressione bassa significa alzarsi piano, ma così forte non mi era mai successo prima.
Improvvisamente tutto diventa nero. Decisamente questa volta non c'entra il mio problema di carenza di ferro, ne sono sicura.
Svenire due volte nel giro di poco tempo mi sembra un po' esagerato effettivamente.

Eccoci qui, secondo capitolo di questa storia. Come vi sembrano questi? Vi assicuro che dal prossimo andrà molto meglio, incontreremo anche personaggi nuovi molto importanti. 
Spero comunque che la storia vi piaccia e se avete consigli o altro da dirmi, scrivete un commento che sarò felicissima di leggere e poter parlare con voi 💖.
Mi farebbe molto piacere ragazzi, considerando che è uno dei primi libri seri che pubblico qui su wattpad. 
Ci vediamo alla settimana prossima con il terzo capitolo, ne ho già tanti altri pronti che non vedo l'ora di farvi leggere.
Alla prossima,
⁓ Izzy💖

Mysterious fireWhere stories live. Discover now