S e t t e

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Finito di fare il giro a casa di entrambi, non ho trovato nemmeno uno dei loro partner, dovrò per forza incontrarli questa sera.
<Noi ora dobbiamo tornare a casa per prepararci, stessa cosa che dovresti andare a fare anche tu, quindi ci vediamo dopo> saluto entrambi e mentre cammino all'indietro continuo a guardarli fino a rientrare in casa.
<Eccoti finalmente! Sbrigati che sennò facciamo tardi! Non puoi fare tardi tu che devi essere presentata a tutti!> la mamma a quanto pare si è riabituata ben presto alla mia presenza in casa.
<C'è tuo figlio in bagno, non si può entrare mi dispiace> arriva mio padre nel salotto che si sta finendo di allacciare la cravatta.
Mi viene quasi da ridere se penso quando questa mattina stavo per correre via a denunciarlo visto che era entrato nel bagno delle ragazze della scuola. Fortuna che non ho fatto in tempo.
Vado subito ad abbracciarlo, una stretta che lui ricambia senza la minima esitazione. Il fatto che non abbia abbracciato spesso i miei 'finti' genitori, ma il suo abbraccio mi da una sensazione totalmente diversa da quella che percepivo a Roma con gli altri due.
<Dai ora sbrigati e vatti a vestire, in camera tua è già tutto pronto, manchi solo tu. Veloce che non voglio sentire le lamentele di tua madre> mi lascia un dolce bacio tra i capelli prima di liberarmi.
<Vado vado. Grazie!> gli lascio un bacio sulla guancia, non ci posso credere che abbiano pensato a tutto loro, mi hanno risparmiato una fatica non da poco.
Sarà strano avere una camera tutta per me qui, certo dall'altra parte dello specchio sono sempre stata da sola, ma nella piccola città per tutti gli otto anni che sono rimasta ho sempre avuto mia sorella maggiore con cui condividere la stanza.
Appena apro la porta però mi ritrovo una ragazza girata di spalle che guarda dalla finestra l'esterno. Conosco bene questa persona.
<Che ci fai qui? Pensavo dovessi venire più tardi insieme ad Efain> noto stupita che ha già effettuato un cambio d'abito, ora ha un lungo vestito nero, la gonna scivola in balze fino alle sue caviglie, non tocca terra solo grazie ai tacchi che ha indosso.
La cosa che però più salta all'occhio è il fatto che non abbia più le bende al naso, con le giuste magie sono riusciti a rimetterglielo a posto come nuovo.
La parte più scura dei capelli è legata in una treccia messa poi come uno chignon elegante e ben saldo sulla testa, mentre la parte bionda è lasciata cadere sciolta sulle spalle nei lisci naturali che ha e che invidio immensamente. Almeno non deve avere a che fare perennemente con un nido fatto dagli uccelli, quando li asciugo devo sempre sperare che sia la volta buona e non escano a criniera di leone.
Ovviamente con la fortuna che ho io se non uso almeno il diffusore per renderli di un mosso più deciso, posso anche rassegnarmi alla massa informe di capelli.
<Mi sembra di averti avvertita del fatto che sarei venuta per prepararti a questa sera. Pensavi per caso che stessi scherzando? Su queste cose sono sempre piuttosto seria mia cara> usa un tono ovvio ed il suo sguardo mi fa capire che la sua carriera è ciò che le piace.
<Quindi faccio anche bene a supporre che sia stata tu a portare qui quel vestito> indico la busta che contiene sicuramente un vestito lasciata sul letto.
Lei annuisce fiera della riuscita della sua impresa.
<Anche se non ho la minima idea di come tu abbia fatto a prendere la taglia senza che nemmeno me ne rendessi conto , poi mi spieghi il tuo segreto> mi metto seduta accanto al vestito in questione. Lentamente, in modo da gustarmi al massimo la visione che sto per avere, apro la cerniera. La cosa che più mi colpisce è che sia color carta da zucchero, impazzisco per ogni genere di vestiario che sia di questo colore. Oltre al fatto che mi sta abbastanza bene, si tratta proprio di un bel colore.
Lo tiro fuori per poter osservare nel complesso di cosa si tratta e dire che sono innamorata è dire poco. Ha anche il corpetto a corsetto, un dettaglio di cui sono particolarmente innamorata da quando ne ho memoria praticamente.
<Tesoro, non sottovalutare mai la mia capacità d'osservazione, per lo meno non sottovalutare mai la mia capacità nell'indovinare le taglie delle persone con un solo sguardo> mi fa un occhiolino sorridendo soddisfatta.
Eppure questo invece mi ricorda che per tanti anni mi sono persa cose importanti che avremmo invece potuto condividere l'una con l'altra, particolarità che lei ora ha sempre e che io non conosco purtroppo.
Non essere cresciuta qui effettivamente mi fa sentire un po' fuori luogo, non ho idea di come si facciano anche solo incantesimi che loro invece trovano semplicissimi. Certo, da piccola riuscivo particolarmente bene tutti quelli che compivo, forse si sarebbe dovuto capire anche da quello in parte.
<Me lo sono appuntato mentalmente subito, non lo dimenticherò mai più tranquilla> tocco con un dito la tempia e ricambio il sorriso.
Mi rimetto in piedi per andare davanti allo specchio a guardare come possa starmi questa meraviglia azzurra. Si, è deciso, io questo vestito non lo do indietro a nessuno, resta con me per tutta la vita, anzi, inizio anche a pensare alle occasioni più adatto dove posso indossarlo.
<Ti giuro che lo trovo a dir poco bellissimo, hai fatto la scelta perfetta del vestito!> giro il corpo verso di lei con un sorriso enorme sul viso dato dall'eccitazione di mettere una cosa così bella.
<Meno male! Speravo ti piacesse, ora però sbrigati. Vatti a vestire e poi torna qui che passiamo alla parte trucco e parrucco> messe le mani sulla mia schiena inizia a spingermi verso la porta per velocizzare il percorso.
Prima di entrare in bagno busso, meglio essere sicura di non trovare mio fratello piccolo che si sta vestendo, sto bene così grazie.
Fortunatamente però non ricevo risposta da nessuno così entro tranquilla.
In realtà un po' di timore che potesse non entrarmi lo avevo, posso sembrare relativamente magra, ma sono brava a nasconderlo. Il mio problema però è che non so nemmeno come definirmi, ricordo quando alle medie dicevo di essere 'magra', la gente rideva e scuoteva la testa, a farmi capire che ero troppo grassa per considerarmi magra, allo stesso tempo però se mi definivo 'grassa', mi attaccavano perché ero troppo magra per dire di essere grassa.
Quindi poi ho deciso che mi ero anche un po' rotta, così ho smesso di definirmi e la vita in parte va meglio. Non che sia rosa e fiori, anzi, ma almeno un pensiero in meno.
Alla fine però il vestito mi è entrato come fosse stato fatto su misura direttamente sul mio corpo. Ne sono ufficialmente innamorata. Altro che le anime gemelle, questo è il mio vero amore.
Torno in camera da letto dove chiudo la porta prima di raggiungere la mia amica davanti la finestra.
<Ti sta meravigliosamente, lasciamelo dire. Ora siediti qui e fammi lavorare> spinge sulle mie spalle in modo da farmi mettere sul letto davanti alla finestra. La luce che passa va a colpirmi direttamente in faccia, ammetto che è un po' fastidioso tenere gli occhi aperti così, ma vediamo cosa si riesce a fare.
<Allora, mi sono persa qualcosa dall'altra parte dello specchio? Interessi amorosi, studi, insomma tutto quello che ti pare, dobbiamo recuperare diversi anni persi> effettivamente non ha tutti i torti.
Faccio per iniziare a parlare ma alza un dito per interrompermi.
<Chiudi gli occhi però, poi mi racconti> la vedo tirare fuori una collana alla quale è appesa una sorta di palla nella quale si può mettere qualcosa dentro, infatti la apre e tira fuori da questa piuma scura con le punte viola.
Ricordo che c'è un animale nella foresta con questo genere di pelo, ora però non mi viene in mente il suo nome. Poco male, chiudo gli occhi affidandomi alle sue mani, speranzosa di non avere poi una persona totalmente diversa dal solito.
<Allora, ho provato delle relazioni con un paio di ragazzi in realtà, solo che poi dopo qualche mese sono sempre stata io a lasciarli perché non mi trovavo più bene. Non ho avuto altre occasioni. Invece per gli studi, non so se ricordi, ma dall'altra parte dello specchio sono diversi da quelli che facciamo noi qui, non c'è la minima traccia di magia, però come una pazza ho scelto il liceo con materie più 'classico', si chiama proprio così. Però non so come spiegartelo bene, perché spesso viene considerato quello più difficile, ma secondo me non è così, perché ogni altro percorso ha le sue difficoltà. Ad esempio dove si fa più arte io non potrei mai andare, nemmeno con troppe lingue, o a fare diritto, insomma hai capito più o meno no?> resto con gli occhi chiusi, sento però che lei si ferma così ne apro uno per guardarla, trovando la sua faccia confusa che cerca di ragionare.
<In realtà non ho capito...> e questo suo commento mi fa molto ridere.
<Lascia perdere, guarda, non ne vale nemmeno la pena a parlare della scuola lì, ti assicuro che qualunque sia ti provoca solo enorme stress a livello psicologico e anche fisico in parte> continuiamo a parlare tra di noi del più e del meno, di tutto quello che ci passa per la mente, mentre continua a truccarmi e poi sistemare i capelli, la parte a parer mio più complicata.
Quando mi rialzo per guardare allo specchio il lavoro ultimato, sono felice di essere diventata sua amica a soli cinque anni, ora è bravissima in ciò che fa.
Nonostante i miei capelli non siano poi così lunghi, anzi, mi arrivano giusto all'altezza seno, è riuscita a fare un treccia e poi legarla in maniera strana in testa.
<Grazie mille Gwyn! Sei stata bravissima!> la guardo, non mi sembra ancora nemmeno vero di essere qui, piano piano riuscirò a riprendere i ritmi con questa normalità.
<Ti ringrazio, felice che ti piaccia mia cara> mi lascia un bacio sulla guancia e tenendola sotto braccio, usciamo dalla stanza per raggiungere tutti gli altri in salone. 
<Bene, possiamo andare. Lo so che vorreste farmi venire con voi, ma dovrei parlare di una cosa importante con Gwyn ed Efain, a voi va bene?> non dovrebbero esserci problemi, ma i miei genitori mi hanno sempre insegnato a chiedere il permesso per fare qualcosa, in questo modo loro possono sapere dove sono in caso di emergenza, non perché vogliano controllarmi. 
<In realtà sarebbe meglio di no, vi vedrete a breve alla festa tanto, Gwynaëra avverti Efain di non raggiungervi qui. Ora andiamo che si sta facendo tardi> ammetto che non me l'aspettavo, o meglio, credevo che per essere appena tornata mi avrebbero permesso di fare tutto, evidentemente però si sono davvero riabituati senza troppi problemi alla mia presenza. 
Sbuffo guardando Gwyn dispiaciuta, e vedo che tira fuori dalla tasca del vestito un telefono, ecco, questo si che mi fa strano vedere. Ora che ci penso ho lasciato il mio nei jeans che mi sono tolta prima... Non ho voglia di tornare indietro a casa per riprenderlo, tanto non mi servirà a molto questa sera suppongo. 
Il fatto che abbiano anche qui la tecnologia dei Gipervus, gli umani, mi destabilizza un po', non me lo ricordavo per niente, men che meno la presenza dei telefoni, forse quando c'ero io ancora non si usavano in realtà, almeno però sarà come avere qualcosa di quotidiano con me.
Aspetto che invii il messaggio, ovviamente le cose su un telefono da questa parte dello specchio sono diverse da quelle che si possono trovare nell'altra parte. 
<Li hanno portati qui perché avanti, oggettivamente parlando sono molto pratici come aggeggi per comunicare con le persone, oppure se ti serve un incantesimo veloce e non lo ricordi, hai il tuo manuale qui sopra e ti basterà cercare l'incantesimo> mi spiega la mia amica notando il mio sguardo fisso su quel cellulare. 
<Per Efain non ci sono problemi se ci vediamo direttamente lì vero? Tanto basterà uscire dal palazzo senza che nessuno se ne accorga così potremo parlare in pace e tranquillità> mi dispiace cambiare piano all'ultimo con le persone, ma i miei genitori hanno deciso così e non mi sembra il caso di ribattere adesso. 
<Sta tranquilla, capisce perfettamente, ora andiamo dai> mi trascina fuori di casa e tutti e cinque insieme iniziamo a camminare per rientrare a palazzo. 
Fortunatamente ci vogliono solo cinque minuti, anche di meno in realtà ma data la presenza dei tacchi ai piedi di tutte e tre noi esseri femminili, abbiamo necessariamente rallentato il passo. 
Una volta giunti all'ingresso principale, noto una cosa alla quale prima non avevo dato alcun peso, le spille. Tutte le persone che si dirigono come noi al palazzo, perfino la mia famiglia e la mia migliore amica, hanno le loro spille a rappresentare il loro ruolo per piccola città di Roma. Tutti tranne me naturalmente...
Poco importa, chi vuoi che se ne accorga che io non ho una stupida spilla, come se mi importasse.
Mi importa eccome perché sicuramente tutti lo notare e mi fisseranno ancor più male considerandomi ancor più diversa da loro, ma chi voglio prendere in giro. 
Troppi film mentali, torno con l'attenzione alle parole che mi sta rivolgendo Gwyn in questo momento mentre passiamo davanti alle due guardie che controllano la sua spilla, notando l'assenza sul mio petto si guardano a vicenda prima di lasciarci passare. 
<Guarda! Ecco Efain!> la ragazza al mio fianco indica il nostro amico dai capelli scuri più avanti vicino al bancone con tutte le bevande per gli ospiti, che già sorseggia un liquido verde. 
Ho decisamente bisogno anche io di qualcosa per riuscire a superare questa serata, la vedo molto dura. 
Insieme ci stacchiamo dal gruppo composto dai miei genitori e mio fratello minore, promemoria per me, cercare i due maggiori più tardi. 
<Eccovi finalmente voi due, mio padre ti stava aspettando molto impaziente per poter dare il suo discorso davanti a tutti> ci saluta con un sorriso e indica le bevande dietro di lui per chiederci quale volessimo prendere.
<Si, scusami se ti abbiamo avvertito all'ultimo ma i miei genitori alla fine hanno insistito sul dover arrivare qui con loro. Piuttosto, questo rosa che cos'è?> indico la bottiglia rosa, sarà perché è il mio colore preferito o perché tutto ciò che è rosa è sempre buono, ma mi ispira molto. 
<Questo? Ottima scelta mia cara, secondo me è molto buono> prende un bicchiere e inizia a versare dentro prima di porgermelo. 
<Ne metteresti un po' anche a me per favore?> chiede anche Gwyn prima che rimetta a posto la bottiglia di vetro. 
<Spero per te che non mi abbia detto una cavolata e che sia davvero decente questo> alzo leggermente il bicchiere per far capire che mi riferivo alla bevanda, prima di far sbattere delicatamente tutti e tre i bicchieri insieme e bere finalmente. 
<Allora? Piaciuto?> chiede Efain alzando un sopracciglio, o meglio, tenta di farlo visto che non riesce come dovrebbe. Fa strano vedere che non tutti sappiano fare qualcosa di così normale e semplice per te. 
<Spero solo non ci sia troppo alcol perché altrimenti potrei aver trovato quello che posso usare per ubriacarmi una volta per tutte> affermo finendo velocemente il bicchiere e metterne dell'altro. 
<Ricordiamoci che dobbiamo controllare quanti bicchiere si beve. Caraesy, mi dispiace dirtelo ma c'è invece quindi dovresti darti una regolata> se la ride la mia amica dandomi delle pacche sulle spalle, rischiando anche di farmi cadere il liquido a terra. 
<Pazza! E se finivo per bagnarmi il vestito? Non ti azzardare mai più, ho un equilibrio precario quando ho un bicchiere in mano> alzo la mano lentamente per portarla alle labbra e terminare tutto per lasciare il bicchiere sul tavolo. Ho tutta la mano appiccicosa ora, quindi prendo un fazzoletto per pulire quanto meglio mi è possibile, con scarso risultato però. 
<Qualcuno potrebbe accompagnarmi in bagno per favore?> guardo i due ragazzi qui con me, che si guardano a vicenda. 
<Dai ti porto io, tu controlla la situazione e per qualunque cosa mi scrivi> si propone alla fine Efain, prendendomi sotto braccio. 
<Certamemte, fate presto mi raccomando> e Gwyn resta lì per assicurarsi che nessuno ci cerchi per niente di importante. 
Insieme ad Efain ci dirigiamo verso il fondo della sala, dove trovo due grandi portoni tenuti aperti per lasciar passare le persone da dentro a fuori la sala. Ovunque io mi giri ci sono soldati con armi pronti a mantenere l'ordine qui dentro. Perché dovrebbero se è una festa? Sono tutti tranquilli, forse per essere sicuri che non ci sia nessun attentato al Cazymir. Si, è sicuramente per questo. 
La serata è appena iniziata, motivo per cui riesco ancora a camminare così facilmente sui tacchi, arriverò alla fine che starò tutto il tempo seduta ma per quanto sono testarda non toglierò le scarpe nemmeno sotto tortura. 
<Mio padre mi ha raccontato del vostro incontro questo pomeriggio. So tutto, e come ha detto anche a te, non possiamo dire nulla a Gwyn, non nello specifico. Se lei te lo chiederà, tu rimarrai sul generale, non possiamo rischiare che la notizia si diffonda e crei il panico in giro> intorno a noi ora non c'è più nessuno, parla comunque a bassa voce e vicino al mio orecchio. 
<Giusto, mi aveva avvertita che ti avrebbe detto tutto, sta tranquillo non era mia intenzione, so bene che sono tutti troppo ansiosi> gli sorrido per tranquillizzarlo un po'. 
<Ti assicuro che crescendo è anche peggiorata> mi avverte lui. Finalmente siamo arrivati davanti al bagno al quale dovevo davvero andare. 
<Ti aspetto qui tranquilla, per qualunque cosa urla e corro dentro ad aiutarti> mi fa l'occhiolino per poi lasciarmi andare dentro.
Mi stiracchio un po' per scrocchiare la schiena, ormai lo faccio sempre almeno una volta al giorno, anche di più in realtà. 
Vado direttamente verso la serie di lavandini posizionati sotto un grande specchio, colgo quindi l'occasione per controllare che il trucco e la pettinatura non siano stati danneggiati, ringraziando il cielo sta tutto al suo posto. 
Abbasso lo sguardo solo il tempo per lavarmi velocemente le mani al fine di togliere ciò che è rimasto di appiccicoso, a quanto pare però è il tempo necessario per qualcuno puntarmi un pugnale alla gola e stringermi contro il suo corpo. 
Si tratta sicuramente di una donna. 
Vediamo ora che vuole questa, magari è la volta buona che mi libero di tutti i problemi e finisce qui la mia vita. 
Perché la mia mente si mette a fare queste battute nel momento meno opportuno?
<Posso almeno asciugarmi le mani?> chiedo alzando gli occhi per incontrare due iridi rosse come il sangue. 


Mysterious fireWhere stories live. Discover now