38 - Rialzarsi sempre

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«Che c'è?»
Mi chiede dopo qualche secondo, facendomi alzare lo sguardo su di lui.
«Anzi, lo so che c'è. E non è affatto come pensi»
Riesce a strapparmi un piccolo sorriso, ormai mi conosce troppo bene.
«Vuoi parlarne anche se sai già come la penso?»
Ci penso per qualche secondo, ma poi la mia attenzione viene catturata da un piccolo segno violaceo vicino al mento di James, così mi avvicino a lui, facendogli alzare la testa.
Aveva un livido viola sulla parte alta del collo, che gli arrivava fino a sotto il mento ed io mi immobilizzo davanti ad esso.
Io ho fatto questo?
Lo sfioro con le dita mentre lui mi guarda confuso, forse non consapevole di avere un grosso livido sul collo.

«Hai un livido»
Sussurro, per poi distogliere lo sguardo, non riuscendo nemmeno a guardarlo.
Lui corruga la fronte e poi si tocca il punto che avevo sfiorato io, assumendo un'espressione un po' dolorante.
«Non è niente»
Mi prendo la testa fra le mani, non sapendo più cosa pensare di me stessa e sentendo ogni pezzo di autostima sfaldarsi tra le mie mani.
Come ho potuto fargli del male?
L'allegria per il successo del siero che in realtà non avevo ancora assaporato, viene completamente sepolta dal senso di colpa, tutto sotto lo sguardo pungente di James.
«Non sei una cattiva persona, Anne»
«Non ne sono più sicura»
Lo sento sospirare e poi mi prende le mani, allontanandole dal mio viso e portandone una sul suo petto, all'altezza del suo cuore.
«Lo senti? Batte così forte per te, anche dopo quello che è successo. E non smetterà mai di farlo, nemmeno se commettessi il reato più grave del mondo, perché io ti amo Anne, lo farò per sempre»
Stringo la sua maglietta tra le dita, sentendo i miei occhi inumidirsi.
«Lo so che ti stai odiando. So che vorresti andartene. Ma noi stiamo bene, è finita. Non farai più quel genere di cose, non farai mai più del male né a me, né a Steve, Peggy o tutti quelli a cui vuoi bene.
Non lo farai perché sei tu»

«..è difficile...»
Riesco a dire in un sussurro, davanti al peso di tanta verità.
«Sono qui per questo, lascia un po' di peso sulle mie spalle»
«No, questo no»
«Fallo Anne, lascia che ti aiuti. Non torniamo indietro, ti prego. Presto sarai mia moglie, ricordi?»
«Certo»
«E allora lascia che mi prenda cura di te»
Fisso la macchia violacea sul suo collo con intensità, quasi come per spostarla dal suo corpo e imprimerla nel mio.
«Se lo faccio, mi sentirò un peso per te in eterno»
«E io cercherò di dimostrarti ogni giorno che non lo sei»
Scuoto la testa, ormai esausta.
«Come ho fatto a meritarti?»
«Essendo te stessa»
Incateno il mio sguardo al suo, avvicinandomi un po' a lui e facendo toccare le nostre fronti, pensando a come avrei fatto a sopravvivere a tutto se non avessi avuto lui al mio fianco.
«Ne avevamo già parlato e anche allora ti ho detto le stesse cose... è più forte di te, non è vero?»
«Lo è»
«Lo capisco, davvero. Ma se hai accettato di vivere il resto della vita con me, hai accettato di condividere tutto, nel bene o nel male»
«Io.. proverò. Te l'ho detto, mi ci vuole tanto per abituarmi»
«Abbiamo tutto il tempo che ci serve»
Mi risponde lui sorridendo, così io chiudo gli occhi, beandomi della nostra vicinanza.

«E ora lascia che ti curi il taglio che hai sulla guancia»
«Ho un taglio sulla guancia?»
Chiedo, staccandomi e sfiorandomi lo zigomo con la mano e sentendo un leggero pizzichio.
«Sei stato tu?»
Lui sospira e annuisce, per poi alzarsi e andare a vedere se nel mio bagno c'era un kit di pronto soccorso.
Torna poco dopo con la scatoletta in mano e si risiede, poggiandola vicino a me sul letto.
«Per avermi fatto questo, vi avrò dato del filo da torcere»
«Non volevo... tu non-»
La apre, interrompendosi bruscamente e lasciando la frase a metà.
«Non mi fermavo?»
Chiedo e lui alza subito lo sguardo, così capisco che era questo che intendeva.
Deglutisco a fatica mentre il silenzio cala tra di noi e lui prende il disinfettante, bagnando un dischetto di cotone e tamponando il piccolo taglio.
«Mi dispiace, non avrei mai voluto creare così tanto casino»
«Lo hai già detto e tutti ti abbiamo risposto che non è un problema»
Sospiro e mi ammutolisco, mentre lui finisce di disinfettare il mio taglio, per poi riporre il tutto di nuovo nella scatoletta e alzare lo sguardo su di me.
«Ti fa male?»
«No»
Rispondo immediatamente, anche se mi dava un po' fastidio quando sbattevo le palpebre visto che il taglio era poco sotto l'occhio.

Falling for you ~ Bucky Barnes Where stories live. Discover now