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Ranboo pov.

Il piano era complesso, avremmo dovuto farcela solo per lei. Ghostbur si era presentato alla mia finestra, era mezzanotte, ieri. La sua figura idilliaca era stanca e provata, lo vedevo sempre più sconvolto. Quando mi raccontava cosa le facevano, segnavo tutto su un vecchio diario di pelle color nocciola chiuso da una cinta anch'essa di pelle. Scrivevo tutto quello che mi accedeva nel tempo in cui lei non c'era: era come se stessi pian piano smarrendo anche me stesso. Prendevo nota di tutti i dolori che lei subiva, dei bei tempi passati assieme, dei suoi fiori preferiti, il suo compleanno, tutto. Lo avevo iniziato a fare anche con gli altri, in caso la mia pare Enderman avesse preso il soppravvento e avesse dotuto eliminare tutto ciò che erano i miei ricordi.

Ghostbur mi si era avvicinato con un oggetto in mano: era una bussola molto particolare, dai bordi violacei e i vertici magnetici luccicanti. Sotto la superficie vetrata un nome scritto con una calligrafia morbida svettava: era il nome di Astral. 

La lancetta iniziò a vorticare per poi fermarsi in direzione nord-est, verso L'Manburg. Più precisamente, l'unica costruzione presente lì era il Dunk Tunk.

G: Mi è costata un po', ma ne è valsa la pena.

R: Perchè l'hai data a me? Sono sicuro che lei preferirebbe che fosse nelle mani di Techno o di Philza, non mie

G: Ho eseguito la sua richiesta Ranboo, lei voleva che l'avessi tu. Salvatela, è una buona persona

Il piano studiato da tutti noi assieme prevedeva che Tubbo e Tommy, espertissimi in fatto di esplosioni varie, seminassero TNT e candelotti all'esterno dell'edificio dove la tenevano e, dopo averla collegata con file di pietrarossa, la facessero saltare in aria alla nostra uscita. Per i due era apposto come parte, iniziarono subito a discutere quale fosse il metodo migliore per collegare tutto l'esplosivo con due detonatori. 

Sam e Niki avrebbero creato una specie di diversivo per le guardie esterne, fingendo un collasso di Nikachu, molto conosciuta all'interno del paese. 

Io, Technoblade e Philza avremmo dovuto trapelare nella cella e liberare Astral. Tutto molto semplice eh...

Astral pov. 

Dalla porta entrarono due imponenti figure che si misero a lottare contro Schlatt e George. Non riuscivo a distinguere chi fossero, la mia vista era troppo annebbiata. Il coperchio della cella si aprì e qualcosa mi tirò su. Un mix di colori bianco e neri fin troppo familiari iniziò a spingere contro la zona dove si trovava il mio cuore, per poi avvicinarsi alle mie labbra. L'incontro tra di esse fu elettrico, bellissimo e travolgente, tanto da ridonarmi il respiro

R: Allora sono davvero mozzafiato eh...Andiamo Astral, ti portiamo fuori da qui

Con poca difficoltà mi sistemò sulla sua spalla, facendo attenzione a non danneggiarmi le ali, era così apprensivo, così perfetto... aspettate un secondo: aveva appena lanciato una cazzo di pick up line mentre rischiavo di morire??

Schlatt era a terra, con il viso sfregiato mentre Techno premeva il piede contro il suo cranio. Il ghigno che aveva era quello di un dio della morte, la vendetta si fondeva con la rabbia, trasformandolo nel Dio del Sangue. 

Philza, nel frattempo, si era contenuto e aveva stordito George causandogli solo una gamba rotta. Nei suoi bellissimi occhi azzurri ora c'era il gelo. Potevano benissimo essere fatti di ghiaccio, nessuna emozione trapelava.

I due si diressero verso di noi ed iniziarono a correre arrivando al cancello principale. Gente ci correva dietro, armati di archi e frecce, cercando di ucciderci. Uscimmo velocemente, per poi vedere un'enorme esplosione ricoprire l'edificio dal quale mi avevano salvata. Tutto stava crollando, un boato enorme ricoprì tutti gli altri suoni; Tubbo e Tommy ci arrivarono incontro, coperti di polvere, seguiti da Sam e Niki.

P: Grazie a Dio sei ancora viva Astral. Per le ali di darò lezioni io.

A: Ma...Fundy?

La testa color carota fece capolino tenendosi il braccio da dietro Sam. L'uomo verde teneva in mano un collare elettroshock

S: Lo aveva legato al collo, doveva fare veramente male

Finalmente ero apposto. Ero salva. Mi lasciai in un sonno dovuto, almeno spero

Save me - RANBOO x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora