Capitolo 4

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Sospirai e seguii i miei genitori e mio fratello fino ad arrivare all'interno della nuova casa.

Due settimane non sono mai volate così in fretta. Mi sono a malapena riuscita a preparare mentalmente per dire addio ad Eun. Ed ora sono sul punto di cominciare una nuova vita.

"Wow, papà. È molto bella", dissi rimanendo a bocca aperta. La casa era leggermente più grande e moderna in confronto a quella precedente. L'ingresso era ampio e luminoso. Il salotto e la cucina erano ben arredate, con dei mobili grigi e rosso scuro.

"Sono felice che vi piaccia, ma aspettate di vedere le vostre camere. Sono più grandi di quelle vecchie", disse lui facendo l'occhiolino.

Salii su una bella scalinata di legno con delle luci fioche sul lato della ringhiera. Girai a sinistra e aprii la porta bianca della mia nuova camera.

La luce dorata del venerdì sera attraversa la finestra, creando un'atmosfera accogliente e confortevole. Al lato c'era un letto king size che somigliava a quello di una principessa. Anche il resto della stanza rispecchiava perfettamente i miei gusti.

Poi, dall'altro lato della stanza, era presente un balcone da cui si poteva osservare la casa di fianco. Era costruita proprio come questa e mi chiedevo chi avesse la stessa camera dall'altro lato del balcone.

Aprii la porta della terrazza e inalai la calda e piacevole aria primaverile, che indicava l'arrivo imminente dell'estate. Il balcone davanti al mio non era poi molto lontano. Se fossi abbastanza coraggiosa, potrei potrebbe benissimo arrampicarmi dall'altro lato.

Mi girai e chiusi nuovamente la porta. Arrivai al piano di sotto e gettai le braccia attorno a mio padre.

"Grazie. È fantastica", dissi.
"Spero che tu non sia più arrabbiata con me" rispose con un'aria dispiaciuta.
"Certo che no. Non lo sono mai stata", esclamai dandogli un veloce bacio sulla guancia.

"Ok, ragazzi", disse la mamma, "ora inizia la parte dura. Dovete disfare le vostre cose." E così spendemmo il resto della giornata. Quando il sole cominciò a calare, spensi le luci della mia stanza per andare al piano di sotto ma noi qualcosa.

Qualcuno aveva acceso le luci della stanza di fronte alla mia. Un ragazzo della mia età, o vicino, entrò e mise il suo computer sulla scrivania. Aveva i capelli neri e una faccia carina, in realtà, molto bella. E in qualche modo sembrava familiare. Improvvisamente si girò e guardò verso la mia stanza.

Non ero sicura che potesse vedermi a causa del buio ma sembrava che mi stesse fissando. Sembrava che potesse vedermi l'anima. Sussultai ed uscì velocemente dalla camera. Che tipo strano.

"Y/N cara, spero non ti dispiaccia se noi andiamo via per un pò. Dobbiamo parlare di nuovo con la scuola di tuo fratello. C'è ancora un problema con la registrazione", disse mia madre, "vuoi venire con noi?"

"No, grazie mamma. Va bene così", risposi, "ora finisco di sistemare". Dopo la loro partenza gironzolai per la casa, cercando di abituarmi a questo nuovo ambiente.

Se fossi stata il tipo di persona che fa festa questo sarebbe stato il posto perfetto per celebrare. Forse il mio compleanno. O una festa con molte persone della scuola per iniziare a conoscerle. Sarebbe bello se i miei genitori fossero d'accordo, pensai.

Ad un tratto partì della musica ad alto volume dalla casa accanto. Beh, qualcun altro si sta divertendo ad una festa proprio ora. Probabilmente è il ragazzo che ho incontrato prima. Ah, la musica è troppo chiassosa, sospirai e mi piombai sul divano.

Presi il telecomando e misi il mio drama preferito, alzando il volume. Sentii dei colpi alla porta.

Corsi verso l'ingresso aprendolo solo per ritrovarmi davanti una ragazza sul punto di cadere di fronte alle scale della mia casa. Misi velocemente un braccio sotto le sue spalle, cercando di alzarla con tutta la mia forza.

"Hey, tuuu", mi urlò nell'orecchio e riuscii a sentire la puzza di alcol. Era molto ubriaca e, quasi sicuramente, proveniva dalla casa affianco. Che fastidio. Quel ragazzo non è nemmeno in grado di gestire una festa. Gliela farò pagare. Non ero sicuramente in vena di litigare e questa ragazza aveva bisogno di un passaggio a casa.

"Io sono Soooojungg comunque", disse avvicinandosi a me, "tu devi essere la nuova vicina di Jungkook."
Aspetta-Jungkook? Non può essere. Non è quel Jungkook.

"Si, ci siamo trasferiti oggi. Sono Y/N. Dove abiti?", le chiesi con calma per scoprire il suo indirizzo e spedirla a casa. "Piacere di conoscerti Y/Nnn. E ora andiamo a festeggiare di nuovoo!!"

Nonostante lei fosse molto ubriaca, aveva ancora molta forza. Mi trascinò verso la porta dell'altra casa e suonò il campanello.

"No, aspetta!", dissi ma era troppo tardi. Era un miracolo che lui potesse sentire il campanello ma sfortunatamente lo fece.

Spalancò la porta e mi guardò. Io lo guardai, era lui- il Jungkook. Il figlio di Soo Ah, il puttaniere. Il rubacuori. Il ragazzo più bello del vicinato. Oh no.

"Hey, Y/N. Non pensavo di vederti già questa sera", disse con un sorrisetto mentre si appoggiò alla porta incrociando le braccia al petto.

Il suo sguardo attraversò il mio corpo. Alzò un sopracciglio quando notò che indossavo solo dei pantaloni della tuta e una felpa enorme. Arrossì e tossì a disagio.

"Ehm- sono qui solo perché gente della tua festa mi sta suonando a casa, idiota", dissi cominciando ad arrabbiarmi.
"Hey, non c'è motivo di essere acida", ridacchiò.

"Dai, Jungkook. Smettila e spediscila a casa", gli chiesi dato che Soojung cominciò a giocare con i miei capelli.

"Speravo rimanessi un pò di più", rispose facendo finta di essere triste.
"Ok, ciao", finii la conversazione, lasciandolo da solo con Soojung.

The boy next door | traduzione italiana |Where stories live. Discover now