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" BACK TO THE SHIP "

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Strane cose capitano a tutti nel corso della vita, senza che per un  certo tempo ci si renda conto che sono accadute. Così, per esempio, all'improvviso ci accorgiamo di essere stati sordi da un orecchio, non sappiamo quanto a lungo. Un'esperienza del genere toccò a Peter quella notte.

"san!" urlò jongho entrando dentro la sporgenza posta al centro del tronco. si tolse l'arco, lo lanciò alle proprie spalle e aprì di scatto l'enorme lenzuolo che fungeva da tenda all'interno della loro abitazione. disteso supino su un enorme letto, san dormiva beato: una mano penzolava dal bordo, l'altra era dolcemente posata sul ventre; le labbra erano semichiuse e umide, i piedi incrociati tra di loro in modo scomposto e la testa all'indietro sul cuscino. "svegliati!" il ragazzo corse verso di lui, iniziando a scuoterlo violentemente, e in pochi istanti jongho fu spinto verso il muro con una manata sul viso.

"che diavolo ti prende?" borbottò san mettendosi a sedere; fece uno sbadiglio profondo e mugolò leggermente, ancora addormentato. dall'altro lato della stanza, seduto su uno sgabello con un coltello in mano, mingi ridacchiò divertito.

"san..." disse jongho massaggiandosi il naso che aveva iniziato a sanguinare. "wooyoung...-" aggiunse disperato, ma il ragazzo lo fermò all'istante scattando in piedi.

"non nominare il suo norme!" sbottò stringendo i pugni e dandogli le spalle. delle lacrime iniziarono a scendergli involontariamente dagli occhi, bagnando le guance e il colletto della maglietta impolverata che indossava.

"tu non capisci!" continuò jongho prendendogli il polso e costringendolo a guardarlo.

"stai...piangendo?" sussurrò mingi alzandosi e raggiungendo i due che stavano litigando. alzò lentamente la mano destra e con timore cercò di avvicinarla al viso di san, il quale si girò di lato e si stropicciò gli occhi con le mani. "sei triste, non è vero?" aggiunse mingi facendo un passo indietro con un'espressione indecifrabile. "ti manca..." affermò alzando la voce per rendere più tragica la situazione.

"volete stare zitti?" urlò jongho spingendo via il ragazzo accanto a se. "san, è stato catturato!" disse afferrando san per le spalle e scuotendolo velocemente. "devi andare da lui..." continuò esasperato mentre il ragazzo si liberava animatamente del suo debole tocco.

"ma di chi stai parlando?" chiese mingi guardandolo preoccupato; lanciò poi uno sguardo a san, in cerca di aiuto, il quale alzò le spalle ignaro.

"wooyoung: sto parlando di lui!" quelle parole ebbero l'effetto desiderato. mingi sgranò gli occhi, portandosi le mani al viso, come se fosse appena successa una tragedia; san, al contrario rimase immobile e si sentì svuotato da tutta la rabbia che lo aveva invaso.

"chi è stato?" chiese poi con una voce profonda e scrutando jongho con uno sguardo assassino.

"hongjoong." un semplice nome era bastato a scatenare l'inferno in quella piccola abitazione. san afferrò la propria spada dalla cinghia e strappò la tenda con la punta; essa cadde a terra martoriata. facendosi spazio tra i due ragazzi che lo fissavano sbalorditi, lasciò cadere a terra la propria arma, camminando verso un armadio marrone sporco di erba. lo aprì, spalancando l'anta senza pudore, e ci infilò dentro la testa. il mobile era composto da due ripiani contenenti una grande varietà di armi: diverse spade erano appoggiate sul lato sinistro, mentre sull'altro vi erano gli archi di riserva e le frecce; pugnali di tante dimensioni erano depositati uno dopo l'altro, occupando la maggior parte dello spazio. san ne afferrò uno con la lama bianca che, a prima vista sembrava un giocattolo, ma in realtà era quello più appuntito. dopo averlo sistemato nel cinturino sul fianco destro, fu il turno della spalla. la lama scintillante era posta sopra un manico nero platinato; san la alzò davanti a se e ghignò fissando il proprio riflesso scomposto.

THE KITEWhere stories live. Discover now