-Capitolo 19

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Per i giorni successivi, Scarlett svolse i suoi compiti in una sorta di stordimento. Gli ultimi momenti della visita di Elli le si ripetevano nella mente, mentre lavorava, mentre aspettava la regina, mentre camminava per il palazzo. Persino i compiaciuti sorrisi di soddisfazione di Fulla quando si incrociavano nei corridoi erano poco più che un ronzante fastidio. Scarlett non riusciva a rammaricarsi o a piangere la perdita di Andvari in alcun modo, non quando il suo viso bruciava ancora al solo pensiero di lui. Per quanto la riguardava, Fulla era la benvenuta. E certamente non era così importante come le parole che tormentavano i suoi pensieri, riecheggiando in fondo alla sua mente.

...eri destinata a molto di più... valevi molto di più... sei nata per essere amata...

"Mi stai ascoltando?"

Scarlett sbatté le palpebre e rimise a fuoco gli occhi. Loki la stava fissando dalla sua sedia, con uno dei suoi libri ancora in mano, un sorrisetto che gli sfiorava le labbra, ma i suoi occhi si stringevano con sospetto. Scarlett si raddrizzò istintivamente, seduta al solito posto.

"Certo, mio signore".

"Bene, allora non dovrebbero esserci problemi" disse Loki, tornando al suo libro e sfogliando con noncuranza una pagina.

Il respiro di Scarlett le si bloccò in gola. Per diversi secondi rimase bloccata sul posto, scervellandosi per pensare cosa lui le avesse chiesto di fare nei pochi istanti in cui si era addormentata. Loki si voltò di nuovo verso di lei, la guardò per un momento e improvvisamente il suo sorriso si allargò.

"Sapevo che non stavi ascoltando", disse, chiudendo di scatto il libro e alzandosi in piedi, avvicinandosi alla barriera dorata e chinandosi per guardarla meglio negli occhi, "potevo vedere gli ingranaggi della tua mente girare, e certamente non stavano girando sulle complessità della poesia nanica".

Scarlett sentì un impeto di sollievo e allo stesso tempo una pugnalata di irritazione. Stava leggendo ad alta voce dal suo libro, se lo ricordava, la poesia nidavelliana delle fucine e del fuoco e il suono squillante del martello sull'acciaio. Era stato allora che si era allontanata, galleggiando sulla cresta della sua voce che riecheggiava sulle pietre, i suoi pensieri erano rivolti alla questione che le premeva di più. Lui non le aveva chiesto assolutamente nulla. I suoi occhi brillavano maliziosamente mentre lei lo fissava.

"Dimmi", disse lui, raddrizzandosi, "Cos'è che porta così lontano la tua. mente questa sera?"

Lei strinse la mascella e incontrò i suoi occhi ostinatamente. Questo, naturalmente, non era affare suo e inoltre lei era arrabbiata con lui adesso. Si rifiutava di ricompensarlo per il suo inganno. Per non parlare del fatto che l'ultima volta che si era fidata di lui...

...Abiurata...

La parola risuonava ancora da qualche parte nei suoi pensieri, mescolata a tutte le altre parole inutili che in qualche modo avevano ancora potere nella sua mente. Era un nome. Che era più di quanto avesse mai avuto. E una parte del suo subconscio vi si aggrappava ancora come ci si aggrappa a un pezzo di legno alla deriva quando si è persi in mare. Lui le aveva dato un nome.

"Credo..."

Lei esitò. Loki non si mosse, si limitò a guardarla con quello sguardo penetrante che le fece quasi credere che, se avesse voluto, avrebbe potuto vedere attraverso di lei.

"Credo... la donna che mi ha cresciuto, Elli... Credo che lei lo sappia".

Loki inclinò la testa di lato.

"Sa cosa?"

Scarlett esitò di nuovo. Tutto quello che aveva erano frammenti, sensazioni, istinti, niente di sostanziale, niente di concreto, nessun modo per sapere davvero...

The Archer // Loki Laufeyson On viuen les histories. Descobreix ara