23 - Vogliono entrare nella mia mente

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Fisso le coperte e un brivido mi attraversa la schiena, immaginandomi ciò che ho appena detto.
Sospiro e mi strofino il viso con le mani, chiedendomi come cavolo abbia fatto a finire in una situazione del genere.
«Non ci farai del male, risolveremo tutto»
Alzo lo sguardo su di lui, che da quando lo conosco è sempre stato lì, pronto a consolarmi.
Gli rivolgo un'occhiata ricca di gratitudine, non sapendo come spiegarlo a parole, e lui mi sorride.
«Non mi fido di Hill, ha qualcosa che non va»
Continuo poi, cambiando argomento per distrarmi.
«Lo so, però io non vedo nulla di male.. magari con il tempo capiremo»
«Ci guarda in modo strano, come se avesse già qualcosa in mente per noi»
«È un presentimento? Perché se è così c'è da preoccuparsi»
Scoppio a ridere e gli do una leggera spinta, facendolo sorridere.
«Steve si fida e io voglio credergli»
«Steve vede sempre e solo il meglio delle persone»
«E tu sempre e solo il peggio»
Inizio ad innervosirmi per le sue risposte sempre pronte, che mi lasciano senza parole, e lui sembra notarlo.
«Infastidita dalla verità?»
«Solo se esce dalla tua bocca»
Scoppia a ridere e mi rilasso immediatamente, sentendo quel suono che ora sembrava così melodico.

«Grazie James, di tutto»
Lui mi fa un cenno con il capo e poi sentiamo qualcuno bussare alla porta, così mi alzo e la apro.
«Oh! Tu guarda chi ha imparato a bussare!»
«Oh! Tu guarda chi ha imparato a chiudere la porta!»
Mi risponde Steve entrando e facendo ridere sia me che James.
«C'è una palestra in una delle stanze dell'altra scala, vi va di allenarci?»
«Allenarci? Ora?»
Chiede James, alzandosi e guardando il biondo con un'espressione stanca.
«Si Buck, ora»
«Per me va bene»
Rispondo io scrollando le spalle, al che Bucky sbuffa.
«E va bene, andiamo»
Con gli stessi vestiti sportivi che ormai abbiamo da tutto il giorno, scendiamo le scale e lasciamo che Steve ci guidi verso la palestra, che raggiungiamo in poco tempo.
Il biondo apre la porta di una delle stanze in fondo all'altro corridoio e la stanza appare davanti a noi.
Era piuttosto grande ma modesta: c'era una piccola area centrale da combattimento e ai lati dei sacchi con anche delle attrezzature come coltelli o spade.
Non male.

«Riscaldamento?»
«Steve, noi seguiamo te»
Il biondo sorride e annuisce, per poi iniziare a correre in cerchio lungo il perimetro della zona da combattimento, così io mi faccio velocemente una cosa e poi lo seguiamo, cercando di tenere il passo.
La cosa non mi risulta molto difficile, anzi, mi sembra di avere molta più energia del solito, tanto che inizio a pensare a cosa mi abbiano potuto iniettare quelli dell'Hydra.
Steve continua a correre forse perso nei suoi pensieri, mentre io inizio a sentire un po' di fatica e James respira affannosamente dietro di noi.
«Amico, vuoi farti tutta New York a piedi?»
«Scusate, stavo pensando..»
Rallenta e alla fine facciamo un paio di giri camminando e riprendendo fiato, per poi iniziare con un piccolo circuito.
Steve ci fa fare piegamenti, addominali e squat in sequenza e io e James ci adattiamo a quello che proporne.
Alla fine non sono neanche così stanca, potrei andare avanti ancora per un po'.
«Finiamo con combattimento?»
«Come vuoi.. ma in tre?»
«Uno fa il sacco e gli altri combattono?»
«Buona idea»
Prima di iniziare, mi avvicino a James, che tiene le mani sulle ginocchia in cerca di aria, così gli do qualche colpetto sulla schiena.

«Però... non vale.. voi siete.. avete..»
«Barnes, risparmia il fiato»
Lo prendo in giro io, tanto che lui si alza e mi fulmina con lo sguardo.
Soffoco una risata e alla fine iniziamo: io mi prendo il sacco per prima e lascio gli uomini lottare tra loro.
«Due minuti?»
«Due minuti sia!»
Tiro sia colpi di braccia che di gambe, mentre alle mie spalle sento che Steve è in leggero vantaggio, forse sopra a James.
«Tempo!»
Grido alla fine dei due minuti che ovviamente ho contato a mente per la mancanza di qualsiasi tipo di orologio.
Sciolgo un po' le braccia e asciugo la leggera scia di sudore sulla fronte, mentre Steve mi aspetta nell'area rossa.
Ci guardiamo per qualche istante e poi mi porge la mano, che io afferro stringendola.
«Via!»
Inizio a camminare davanti a lui, finché è Steve a fare la prima mossa, cercando di avvicinarsi tirando qualche colpo.
Io li schivo con agilità e poi controattacco, avvicinandomi un po' e tirando qualche pugno, ma anche lui riesce a schivare.
Mi guarda sorridendo e poi si rimette in posizione davanti a me, così io faccio lo stesso.

Questa volta attacco prima io con un calcio ben piazzato e lui è costretto a coprirsi e incassare. Approfitto del suo momento di confusione per avvicinarmi e colpirlo, facendolo indietreggiare.
All'ultimo pugno però, lui riesce a bloccarmi il braccio a mezz'aria e carica una gomitata, ma per fortuna me ne accorgo in tempo e mi abbasso per schivarla.
Nel farlo perdo leggermente l'equilibrio e lui mi rifila un calcio dritto nello stomaco che mi fa cadere all'indietro sul pavimento.
Soffoco un lamento e mi alzo, fulminandolo con lo sguardo e avvicinandomi di nuovo per gli ultimi trenta secondi.
Mi avvicino nuovamente e gli tiro un pugno, ma lui si abbassa per schivarlo e ne approfitta per buttarmi a terra, allacciando le braccia attorno alla mia vita e spingendomi con la spalla.
Cado sul pavimento e mi ritrovo sotto di lui, così muovo velocemente le gambe e gliele allaccio attorno al collo, cercando di strozzarlo.
Faccio passare la sinistra dietro al suo collo e chiudo il piccolo triangolo che si è formato con la destra, tutto in pochi secondi.
Stringo con tutta la forza che ho e lo vedo faticare, ma poi riesce a piantare un piede al suolo e pian piano inizia ad alzarsi in piedi, portando me con lui.
«Tempo! Ma che...?»
James si volta di scatto e vede me e Steve ancora bloccati nella stessa posizione, cercando di non scoppiare a ridere.
Le mie gambe erano ancora allacciate al suo collo e siccome si era alzato, mi aveva sollevata con lui.

Sorrido e lascio la presa, tornando con la schiena sul pavimento finché lui mi porge la mano e mi aiuta ad alzarsi.
«Combatti bene»
«Anche tu, Captain America»
Rispondo prendendolo un po' in giro e facendolo ridere.
Ritorno al centro della zona e riprendo fiato, mentre James si posiziona davanti a me e Steve al sacco.
Gli faccio un segno per dirgli che sono pronta e poi guardo il moro davanti a me, che mi stava fissando.
«Non voglio farti male»
«Tranquillo, al massimo sarò io a fartelo»
Gli rispondo in tono di sfida, infatti lui mi guarda incredulo e poi si mette in posizione, alzando i pugni davanti al suo viso.
«Via!»

Falling for you ~ Bucky Barnes Where stories live. Discover now