• Capitolo 88

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Quasi "si".
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C'era qualcosa che le mancava, un qualcosa che non le era indispensabile, ma che le avrebbe potuto colmare almeno un pezzettino di vuoto, e quel qualcosa era Seo-Joon.
Era già da giorni che non rispondeva al telefono o ai messaggi, ma Ji-Yuan lo aveva giustificato, pensando che era solamente impegnato con il suo lavoro e che lei, seppur avesse miracolosamente risposto ad una delle sue chiamate, lo avrebbe dovuto salutare subito, troppo impegnata ad organizzarsi per il matrimonio.
Era ovvio che, con l'annuncio dato soltanto con una settimana d'anticipo, non aveva potuto organizzare l'addio al nubilato per Min-So, perciò si era solo accordata con Jungkook, Jimin e Taehyung per organizzare un piccolo e scherzoso spettacolo per far ridere gli sposi, che sembravano accontentarsi di un semplicissimo matrimonio, compensato dal grande amore che provavano.
Si chiedeva, inoltre, assiduamente perché non fosse presente al matrimonio, sapendo che Min-So e Yoongi si erano impegnati a consegnargli l'invito di persona. Era un pensiero che la preoccupava alquanto.
Tuttavia, il ristorante che avevano scelto non era per niente bislacco, anzi: soltanto l'aperitivo era stato un tocco di classe e, al vedere le pietanze (rigorosamente a base di pesce) sembrava un vero ristorante gourmet.
Nonostante le bontà offerte ai tavoli degli invitati, Ji-Yuan sembrava sentirsi oppressa dal telefono che continuava a squillare. Cercò di non dargli peso, continuando a parlare con i suoi amici.
« Io non canto! Sono stonato. »
Affermò Namjoon, battendo la mano sul tavolo per sottolineare ancor di più la sua posizione: era almeno la quarta volta che ripeteva a Jimin che non avrebbe mai voluto partecipare al karaoke improvvisato per far divertire gli sposi.
« È quella la parte divertente! Sei uno dei più stonati del gruppo, è ovvio che fai ridere. »
Esclamò Jimin, ricevendo un'imbruttita da parte del ragazzo dai capelli viola.
« Yah! Jimin-ah, canteremo tutti, non solo Namjoon. Così faremo ridere il triplo. »
Affermò decisa Irene, che gli stringeva la mano sotto al tavolo.
« Concordo, e Taehyung farà lo spogliarellista. »
Propose, ridacchiando, Hoseok.
« Per far ridere o per far accaldare tutte le donzelle della sala? »
Chiese Taehyung, reggendo il gioco al suo caro amico, che iniziò a ridere.
Ji-Yuan, in quel momento, non capì il perché del subbuglio che si era creato nello stomaco, dato che il piatto di gamberoni che aveva da poco finito era delizia: era forse gelosia?
« Ovviamente per far ridere! »
Esclamò Jungkook, ma Ji-Yuan scosse la testa, ridacchiando.
La guardarono interrogativi.
« Mica li hai solo tu gli addominali. »
Taehyung avvampò: si era, d'altro canto, vendicata per la battuta in macchina.
Tutti alzarono un coro di "oooh", lasciando i due guardarsi negli occhi.
Taehyung, seppur fosse in imbarazzo, non aveva per niente disprezzato il commento di Ji-Yuan: sapevano che si erano assaporati, con occhi, labbra e cuori, e quindi sapeva anche che lei lo conosceva bene, ormai.
Tuttavia, Ji-Yuan non riuscì a sostenere la tensione sessuale e mentale di quello sguardo, e dovette così distrarsi, ricordando il telefono che squillava imperterrito, chiedendosi chi la stesse disturbando.
Solo quando lo tirò fuori dalla pochette, si rese conto che, forse, valeva la pena alzarsi e rispondere: Seo-Joon la stava chiamando.
Si morse il labbro: e se fosse successo qualcosa di drammatico?
« Torno subito. »
Annunciò ai suoi amici, che le fecero cenno di non preoccuparsi, tornando a scherzare, tutti tranne uno.
Taehyung conosceva quel buio negli occhi di Ji-Yuan.

« Seo-Joon? »
Il bagno, in quel momento, era il posto più accogliente e lontano dal caos, ma lei non era per niente tranquilla.
« Ji-Yuan, perché mi hai chiamato così tante volte? »
La ragazza rimase piuttosto spiazzata, considerando che la risposta era ben ovvia.
« La vera domanda qui è perché tu non hai risposto nemmeno una volta? Sei scomparso da più di una settimana, dal giorno della festa.
Sentì dall'altro capo del telefono un sospiro.
« Secondo te come avrei dovuto reagire? »
Ji-Yuan avvicinò le sopracciglia con uno scatto, osservando dallo specchio su cui era riflessa, i gabinetti vuoti e le loro porte chiuse. Il tutto estremamente lussuoso.
« A cosa? »
« Non ti hanno raccontato niente di quello che hai detto dopo che ti sei ubriacata? »
La ragazza, se solo avesse potuto, si sarebbe accigliata ancor di più.
« Di cosa stai parlando? »
« Il tuo fidanzato non ti ha detto che hai ammesso che non sono mai stato il tuo primo amore, e che il tuo primo amore è soltanto stato lui, che è l'unico che hai amato veramente? »
Dopo quelle taglienti parole, solo un volto poteva comparire nella sua mente.
« Non ho mai detto che ti odio o che non sono mai stata bene con te, o sbaglio?
Seo-Joon, tra noi è finita da tempo.
Pensavi che se un giorno fossi tornato, io mi sarei precipitata tra le tue braccia, dopo tutto ciò che è successo con... »
Seo-Joon, che sembrava davvero nervoso, finì la frase per lei
« ...Taehyung? Cosa diavolo è successo con lui che non me non è successo?
Ji-Yuan, io sono tornato a Seoul solo per te! »
« Io, però, mi ero già rassegnata: non ti stavo aspettando per tornare con te, perché mi hai detto che era finita per sempre. Ho continuato a vivere! Avevo solo sedici anni e adesso sono una donna adulta, innamorata di un'altra persona. »
Sentì l'ennesimo sospiro.
« Speravo che potessi tornare con me. »
Ji-Yuan sospirò, abbassando lo sguardo sul margine del suo vestito.
« Sei stato un'ancora fondamentale dopo che Taehyung mi ha lasciata a me stessa, e ti voglio un bene immenso, ma penso che non potrà mai tornare come prima, Seo-Joon. »
Non poteva vedere che il ragazzo annuiva dietro al capo del telefono.
« Ti voglio bene anche io Ji-Yuan, ma vorrei poterti dire un'altra cosa. »

La gamba gli tremava sotto il tavolo e continuava a guardare dov'era scomparsa Ji-Yuan: la porta del bagno.
Erano passati quindici minuti e di lei nemmeno l'ombra e, considerando che dopo venti minuti avrebbero dovuto mettere in scena il loro stupido scherzo agli sposi, lei doveva tornare.
Inoltre, non voleva ammettere che la voleva vicina, anche se non avrebbe potuto toccarla.
Si alzò, senza far conto a nessuno, seppur gli chiedessero dove stesse andando.
Li ignorò, come ignorò le occhiate degli altri invitati, che cercavano di capire chi fosse.
Guardava la porta bianca del bagno e, senza troppo indugi e ripensamenti, la aprì, e cosa ne poteva sapere che Ji-Yuan si trovasse proprio dietro di essa.
La ragazza sobbalzò, guardandolo, ma lui non le disse nulla.
Avanzò di un passo e si chiuse la porta dietro di sé.
« Ehm... stavo giusto tornando, tra poco dobbiamo fa- »
« Ti conosco da tanto eppure mi fa sempre ridere quanto chiacchieri. »
Ji-Yuan, allora, schiuse le labbra e fece per rispondergli, ma lui la fermò.
« Ji-Yuan, io... »
A quel punto, la ragazza attese, ma era piuttosto sconvolta: Taehyung in difficoltà era uno spettacolo drammatico e da non perdere, considerandolo così determinato e sicuro di sé.
Era a corto di parole, ma di sentimenti ne era pieno e anche stufo di quella situazione.
Così, fece la cosa che più voleva in quel momento.
Le poggiò le mani sulle guance e, con estrema calma, le poggiò le labbra sulle sue.
Ji-Yuan in quel momento, si sentì viva, piena, si sentì se stessa: le mancava, le mancavano le sue labbra, il suo profumo, la sua pelle, il suo respiro sul volto, la morbidezza dei baci, i suoi occhi desiderosi su di lei.
Le mancava lui e tutto ciò che lo faceva essere Kim Taehyung.
Sapeva che dopo la mattina dopo la sbronza la prigione in cui i loro cuori erano serrati, nella più buia e fredda cella, erano crollate, annientate come la Bastiglia, come un sasso di calcare e come un pezzetto di biscotto frantumato in una mano.
Sapevano entrambi che i loro cuori battevano perché quello dell'altro batteva e sapevano anche che niente e nessuno potevano cancellare tutto ciò che si erano detti, fatti, dimostrati.
Con le mani sulla schiena nuda e sul petto martellato dal cuore, continuavano a baciarsi, lingua contro lingua, labbra incastrate, sapori mancati e odori estasianti, come se tutto quello fosse un sogno, come se fossero nati per fare quello e basta: amarsi e basta.
Quello era quasi un si, ed entrambi lo sapevano, entrambi lo volevano, come Min-So e Yoongi avevano detto sull'altare "Si, lo voglio!"
« Tregua, ti prego. Basta stare lontani. »
Mormorò Ji-Yuan, quasi in preda ad una disperazione benigna, un estasi come se qualcuno le stesse massaggiando la parte macchiata del cervello.
« Non ti lascio più, non farò lo stesso stupido errore. »
Taehyung era certo, e Ji-Yuan vedeva la verità in quegli occhi così profondi, distrutti dal passato, ma speranzosi del presente, di quel presente.

The mysterious boy   { Kim Taehyung }Where stories live. Discover now