Preparò dei borsoni con dei vestiti, intimo, scarpe. Scese in cucina per preparare delle cose da mangiare, magari panini, qualsiasi cosa andava bene. In quel momento, la cosa più importante era la loro sicurezza.

"Hanji, sei sveglia?" provò a chiamarla, ma non ottenne risposta. Strano, solitamente a quell'ora la trovava sempre a fare colazione.

Scosse la testa, tentando di eliminare tutti i dubbi che si stavano formando nella sua testa. Era sempre stata paranoica, sin da bambina. Levi sapeva cosa stava facendo, era sicura del fatto che non avrebbe più commesso errori.

Quando finì di preparare dei sandwich, li chiuse in dei pezzi di carta stagnola per tenerli freschi. Tutto bene fin qui, pensò. Ma allora, perché non sentiva nessuno sparo provenire dalla stanza di Erwin? Avrebbe dovuto ucciderlo.

Forse si sbagliava, anzi, quasi sicuramente si sbagliava. Ecco perché Levi non l'aveva ucciso, perché Erwin era innocente. Prese un sospiro di sollievo pensandoci, la realtà era migliore di ciò che pareva.

Non c'era più bisogno di scappare, erano al sicuro.

"Abi."

Abigail rimase alcuni secondi a fissare i panini di fronte a lei. Riconoscendo quella voce, capì tutto ciò che stava succedendo in pochi secondi. Pochissimi, anzi. Non credeva di essere mai riuscita a ricostruire la realtà in così poco tempo come in quel momento.

Quando si voltò, tutto ebbe un senso. La persona che pensava era di fronte a lei. Le sue mani recuperarono la sensibilità, guardava Hitch come se il mondo fosse stato tutto impolverato di bianco, si sentiva come se quello era un nuovo inizio, questa volta sarebbe andata meglio.

"Erwin, vero?" chiese Abigail, non c'era più un filo di sentimento nella sua voce.

"Sì."

Hitch si sentiva in colpa. Non era venuta lí per raccontarle come tutte le persone che le stavano accanto l'avevano tradita, era venuta solo per riaverla con sè. Stava sicuramente facendo la cosa giusta, questa era la sua idea.

"Dov'è Levi, allora?"

"Ho chiesto ad Erwin di tenerlo occupato nella sua stanza, mentre io facevo una cosa."

"Che facevi?"

"Sono riuscita a tenere intrappolata Hanji. Non aveva senso ucciderla."

"Capisco." rispose, Levi aveva ragione, "Cosa vuoi da me?"

"Non vorrei farlo." disse fra sé, mentre la paura tornò a farla rabbrividire, "Ma devo."

"Devi fare cosa?"

Hitch toccò con la punta delle dita la pistola che aveva dentro la giacca, come se al tatto avesse potuto suggerirle la cosa più giusta da fare. Quando Abigail capí ciò che stava toccando, il suo corpo fu pervaso da brividi di terrore.

Si guardarono in faccia, ma non vide nulla oltre a degli occhi cattivi. Il cuore perse un battito e la testa le si riempì di tutte le paure del mondo. Ma poi il ricordo di Levi le diede un po' di coraggio. Almeno fin quando non sentì la voce spezzata di Hitch.

"Abi...mi dispiace."

Il suo sussurró non sembrava un suono reale, ma Abigail lo percepì dentro di lei, nella testa, palpabile come se fosse stato materiale.

Slave (18+)Where stories live. Discover now