- SETTE - Oh fratelli

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«Harry, oh mio Dio, aiutami» sussurrai e lui ridacchiò. «Non ridere, aiutami, sto per vomitare.» Dissi quasi piangendo.
«Ti chiederà di risolvere l'equazione, vai. Lo fa con tutti i nuovi studenti.» Rise e mi diede una gomitata per farmi muovere. Scesi in silenzio fino a trovarmi di fronte tutta la classe.
«Date il benvenuto alla signorina Edwards.» Disse il professore. Tutti mormorarono un ciao e qualcuno fischiò, facendomi arrossire fino alla punta dei capelli. «La prima matricola a frequentare i corsi avanzati, signori e signore.» Aggiunse fieramente. Avvampai abbassando lo sguardo. «Conosco le tue abilità tesoro» ma non risposi, non ero sicura di poteri aprire bocca senza vomitare. «Puoi risolvere l'equazione?» Chiese indicando la lavagna. L'avevo già risolta mentre stava facendo l'appello, quindi ora sembrava più facile.
«Certo.» Risposi. Sorrise e mi diede un gessetto bianco. Ripetei quello che scrissi sul mio block notes sulla lavagna. «Qui dovrebbe essere due alla seconda, non solo due e ha dimenticato un otto.» Mormorai correggendo i suoi errori e finendo l'equazione prima di restituire il gessetto. Rise di gusto.
«Ben fatto.» Disse dopo aver controllato la lavagna. Mi disse che potevo tornare a sedermi, cosa che feci molto velocemente senza farmelo ripetere due volte. Tutti mi fissarono, ma fui abbastanza veloce da riuscire a non intercettare gli sguardi di nessuno. Sprofondai nella mia sedia e Harry mi abbracciò brevemente.
«Bravissima.» Sussurrò. Sorrisi. L'avevo appena conosciuto e già mi piaceva un sacco.
«Grazie.» Risposi. Il resto della lezione passò in un lampo e prima che me ne rendessi conto, era ora di pranzo.
«Andiamo a pranzo?» Chiesi ad Harry come uscimmo.
«Per un po' non ho lezioni, vado in biblioteca. Abbiamo molti corsi in comune, ci vediamo dopo.» Rispose.
«Mi hai appena dato buca, ma ti lascio andare solo perché sei stupendo e hai un ottimo gusto in fatto di ragazzi.» Replicai facendolo ridere. Mi baciò la guancia.
«Grazie per non avermi giudicato.» Sussurrò. Sapevo bene cosa intendeva.
«Mi piaci così come sei.» Risposi sorridendo. Mi sorrise di nuovo e mi salutò, andando verso la biblioteca.
«Impressionante Bambolina.» Disse Justin raggiungendomi non appena uscii dalla classe.
«Vattene.» Dissi cercando di allontanarmi da lui.
«Aspetta» disse prendendo il mio braccio. «Che succede?» Chiese.
«Tu lo sapevi che mi avrebbe chiesto di risolvere il problema!» Esclamai. Scoppiò a ridere.
«Lo fa con ogni nuovo studente. Chi sono io per rovinare le tradizioni?» Disse ridendo più forte di prima e squadrando una bionda che passò accanto a noi. Scossi la testa e mi voltai, andandomene. «Kyah.» Chiamò di nuovo, continuando a ridere. Stronzo. Come entrai nella caffetteria mi scontrai in pieno con qualcuno.
«Ehilà splendore.» Disse Jake tenendomi per le spalle. Per riflesso lo scansai.
«Mi hai spaventato.» Replicai ridendo nervosamente.
«Scusa» sorrise. «Non vedo l'ora che arrivi stasera.»
«Anche io.» Risposi arrossendo. Non vedevo davvero l'ora.
«Credo che i tuoi fratelli vogliano parlarmi prima. Ci hanno provato per tutta la mattina ad orari differenti.» Sogghignò. Arrossii nuovamente.
«Mi dispiace tanto. È così imbarazzante.» Dissi scuotendo la testa. Dannati fratelli. Prese la mia mano e la accarezzò gentilmente.
«Non scusarti. Farei la stessa cosa se avessi una sorella minore.» Sorrise. Grazie a Dio capiva la situazione. «Gli parlerò non appena entreranno qui, così non dovranno più prendermi in ostaggio.» Scherzò. Arrossii di nuovo, sentendomi in imbarazzo. Sentii una presenza dietro di me e quando guardai verso destra scoprii di avere dannatamente ragione.
«Jake.» Annuì Justin.
«Justin.» Annuì Jake.
«Andiamo Bambolina, sto morendo di fame. Andiamo a sederci.» Mi disse Justin.
«Bambolina?» Ripeté Jake aggrottando le sopracciglia. Justin sembrava divertito dalla sua reazione.
«È solo un nomignolo. Non so nemmeno da dove l'abbia tirato fuori.» Risposi ridendo nervosa. Justin mi mise un braccio attorno alle spalle. L'espressione di Jake si indurì.
«Voi due siete-»
«Solo amici. Si diverte a darmi fastidio.» Lo interruppi dando una gomitata nello stomaco di Justin, ma non si mosse.
«Amico di una ragazza?» Ridacchiò Jake. «È una prima volta per te, Bieber.» Continuò sogghignando. Sentii Justin irrigidirsi accanto a me.
«Non provocarmi Parker.» Ringhiò Justin e Jake alzò le mani in segno di resa.
«Hai davvero una bellissima ragazza come amica, questo è sicuro.» Disse facendomi l'occhiolino, così arrossii. «Ci vediamo stasera?» Chiese.
«Alle sette.» Annuii. Sorrise e si voltò dirigendosi verso un tavolo pieno di ragazzi della squadra di football. Sentii alcuni di loro chiedere se aveva tutta questa gran voglia di morire visto che ci aveva appena provato con la ragazza alla quale Bieber era interessato. Alzai gli occhi al cielo. Si sbagliavano di grosso. Io e Justin eravamo solo amici. Non era interessato a me.
«Justin.» Ringhiai a bassa voce.
«Che c'è?» Ridacchiò facendo finta di non capire a che cosa mi stavo riferendo.
«Lo sai cosa. Stai giocando a fare il fratello protettivo. Piantala.» Borbottai accigliata.
«Non fare quella faccia tesoro, ti verranno le rughe.» Disse prendendomi in giro e usando le stesse esatte parole con cui buttai fuori la biondina da casa mia lo scorso Venerdì.
«Quanto sei spiritoso.» Ribattei dandogli una spinta. Rise e ci incamminammo verso il tavolo dove Rayne era seduta senza togliere il braccio dalle mie spalle.
«Che è successo con Jake?» Chiese mangiando il suo sandwich. Justin si sedette accanto a me e tirò fuori il suo pranzo.
«Justin è un idiota. Jake è dolcissimo. Non è successo niente.» Risposi mentre Justin sbuffò.
«Oh, ho sentito che hai corretto il tuo professore oggi.» Rise Rayne. Alzai le sopracciglia.
«Non l'ho fatto.» Esclamai, terrorizzata dalla sua affermazione.
«Sì invece, Bambolina. Ricordi l'equazione alla lavagna?» Disse Justin dando un morso al suo sandwich. Arrossii violentemente.
«Non l'ho fatto di proposito. Ho solamente corretto l'equazione per lui.» Borbottai.
«È la stessa cosa. Lo hai corretto.» Rise Rayne.
«Sta' zitta» mormorai facendo aumentare le sue risate. «Oh, ho incontrato questo ragazzo.» Esclamai pensando ad Harry.
«Un nuovo ragazzo?» Sobbalzò Rayne. «Seriamente, prima Justin, poi Jake e ora-»
«Aspetta. Non c'entra niente Justin. Erano solo baci portafortuna.» La interruppi mettendo in chiaro le cose. Justin sbuffò, ma non disse niente. «Ho un appuntamento con Jake stasera e non vedo l'ora e Harry - il ragazzo vicino al quale ero seduta oggi in classe» aggiunsi rivolgendomi a Justin, che annuì. «È molto dolce. Mi piace un sacco.» Esclamai. Rayne mi guardò curiosa.
«Uscirai anche con lui quindi?» Chiese. Scoppiai a ridere.
«Sbagliato di nuovo. Il suo appuntamento ideale sarebbe con qualcuno come Justin, suppongo.» Sorrisi. Justin si strozzò, così gli diedi qualche pacca sulla schiena.
«Oh, è... gay.» Sussurrò Rayne.
«Sì, ed è stupendo. Viene a pranzo con noi domani.» Risposi sorridendo. Justin scoppiò a ridere.
«non verrà a questo tavolo.» Ribatté. Io e Rayne lo guardammo curiose.
«Perché no?» chiesi rubando una mela a Justin.
«Te lo dico io, credimi.» Ripeté. Mi accigliai realizzando che aveva ragione. Lui combatteva e anche i miei fratelli. Venivano considerati da tutti dei "bad boys".
«Vorrà dire che pranzerò con lui ad un altro tavolo.» Ribattei.
«Come ti pare.» Sospirò Justin.
«Sì, come mi pare.» Ripetei mordendo la mela.
«È mia quella comunque, Bambolina.» Disse guardando la mela nella mia mano.
«È mia ora. È quasi finita, comunque.» Risposi stringendomi nelle spalle. Prima che potessi realizzare quello che era appena accaduto, Justin mi prese in spalla, facendo cadere la mela. «Oh amico, andiamo. Ora nessuno di noi due potrà mangiarla.» Esclamai tenendomi ai fianchi di Justin per evitare di cadere. Justin scoppiò a ridere dandomi una sonora pacca sul sedere facendomi gridare. «Ahi!» Esclamai ridendo. Vidi alcune persone fissarci e mormorare qualcosa, così mi divincolai cercando di liberarmi dalla sua presa. «Mettimi giù Justin.» Pregai.
«No.» Ridacchiò. Vidi mio fratello entrare nella caffetteria.
«Jackson, aiutami!» Gridai. Scoppiò a ridere e venne verso di noi insieme ad una biondina. Sporsi le braccia fino a riuscire ad arrivare al suo collo. Mi prese in braccio mettendomi poi giù. «Ha!» Esclamai puntando un dito verso Justin sorridendo per la mia piccola vittoria.
«Non sarà sempre lì ad aiutarti.» Ribatté dandomi un'altra pacca sul sedere. Inarcai le sopracciglia.
«Stai palpando il culo di mia sorella amico?» Esclamò Dante apparendo dietro Justin. Justin scoppiò a ridere.
«Avevo del gesso sulla mano da quando l'ho presa in spalla. Mi stavo pulendo.» Spiegò togliendomi le mani di dosso. Non si stava pulendo. Mi stava palpando eccome il pervertito. Dante sogghignò e annuì sedendosi accanto a Rayne dopo averla baciata.
«Ho bisogno di parlarvi. E anche Harley.» Dissi ai miei fratelli. «Dov'è, a proposito?» Chiesi guardandomi intorno per cercarlo. Justin scoppiò a ridere.
«Dietro di te.» Rispose. Mi voltai e lo vidi parlare con Jake.
«Cazzo!» Esclamai cercando di raggiungerlo, ma Justin mi trattenne afferrandomi per i fianchi.
«È la chiacchierata del fratello maggiore, deve farlo.» Sussurrò al mio orecchio.
«Se lo spaventa, giuro che... non gli parlerò mai più.» Conclusi. Justin ridacchiò lasciandomi andare, così potevo tornare a sedermi. Harley arrivò alcuni momenti dopo.
«Ho ancora un appuntamento?» Chiesi infastidita.
«Certo che sì. Gli ho solo detto - gentilmente - che se prova a fare qualcosa che tu non vuoi o ti infastidisce solamente, non arriverà alla mattina dopo.» Rispose tranquillamente. I miei fratelli scoppiarono a ridere battendo i pugni anche con Justin.
«Lo hai minacciato?» Gridai.
«Solo un po'.» Ridacchiò verso di me.
«Non verrà nemmeno a prendermi!» Esclamai.
«Speriamo.» Mormorò Harley. Lo fulminai con lo sguardo.
«Harley, ci tieni davvero a me?» Chiesi. Mi guardò confuso.
«Più di chiunque altro.» Rispose piatto come se fosse una domanda stupida.
«E voi due?» Chiesi ai miei due fratelli dall'altra parte del tavolo. Risposero esattamente come Harley e mi guardarono confusi anche loro. «E allora perché continuate a farmi queste cose mettendomi in imbarazzo?» Esclamai alzandomi in piedi e prendendo la mia borsa.
«Ecco perché continuo a dirvi di lasciarla respirare. Davvero non vedete quanto le fate male in questo modo? Siete degli stronzi.» Sentii gridare Rayne mentre uscivo dalla caffetteria.

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