263 - Possibile avvertimento

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<Sì, così alla fine le ho detto di andarsene.> Dice Camila mentre lava i piatti e io l'aiuto.

<Capisco.> Dico chiudendo il rubinetto.

<Tu non avresti fatto lo stesso? Cioè, non è che tu vieni dopo quasi dieci anni a scusarti.>

Annuisco asciugandomi le mani con lo straccio.

<Vado a buttare la spazzatura.> Dice Nash.

<Vedi di non perderti là fuori.> Gli dice Camila.

<So la strada.> Ribatte Nash trascinandosi dietro due sacchi pieni di roba.

<Lo accompagno.> Dice Elvin uscendo.

<Zia Grace!> Mi chiama Phebe. <Ti sei divertita?>

<Certo.> Le sorrido nel mentre che lei si siede sullo sgabello davanti la penisola.

<Meno male.>

<Anche io mi sono divertito. Grazie sorellona.> Dice Willy appoggiandosi alla penisola della cucina.

<Aw, ma quanto sono teneri tutti e due?> Fa Camila con gli occhi a cuoricino.

Gli uomini di casa ritornano che noi abbiamo già finito di pulire le ultime cose che ci mancavano.

<Bene, è giunta l'ora di portare Willy a casa.> Dice Nash.

<Va bene.> Fa Willy di malumore.

<Non preoccuparti, ci rivedremo.> Gli sorride Phebe dandogli una pacca sulla testa.

Lui ricambia il sorriso e ci salutiamo tutti per poi andarcene.

Usciamo fuori e andiamo verso l'auto.

<Vedo che siete diventati buoni amici.> Dico a Willy.

<Già, è una brava persona.>

<Te l'avevo detto.> Commenta Nash e saliamo in auto.

<Guarda che ce l'ho ancora con te.> Fa Willy appena siamo tutti dentro.

<Oh andiamo! Da cosa mi devo travestire con te? Da gatto?>

<No, la prossima settimana verrete di nuovo e staremo insieme come oggi.> Fa. <Poi con il tempo mi passerà del tutto.>

<Va bene.> Dice Nash. <Per te Grace? Ti prego, non voglio stare antipatico a tuo fratello.>

<Va bene, tranquillo.>

<Perfetto. Allora la prossima settimana andiamo ovunque tu vorrai.>

<Yey!> Esclama Willy.

Passiamo tutto il tragitto a chiacchierare del più e del meno. Poi, una volta arrivati davanti a casa, lo accompagno mentre Nash aspetta in macchina.

<Grace, da ora in poi mi dovrai dire ogni cosa.> Mi dice Willy mentre suono al campanello.

<Se ti farà stare tranquillo...>

<Devi. Non pensare che potrei preoccuparmi o qualsiasi cosa, anzi, mi preoccuperei di più se tu non mi dicessi niente.>

<D'accordo, d'accordo.>

La porta viene aperta da nostra madre e ci saluta.

<Devo scappare, non posso fermarmi a chiacchierare.>

<Tranquilla tesoro. Ci rivedremo presto.>

<Certo mamma.>

Ci abbracciamo per salutarci e poi ritorno in macchina.

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