230 - Dolore

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Sbuffo togliendomi le coperte di dosso.

Non ho dormito niente, continuavo a pensare a Nash e a quel che è successo.

Non capisco come sia potuto accadere... lui... perché ha dovuto fare una cosa simile? Perché?!

Io lo amavo, lo amo da fin troppo tempo... anche se me ne sono resa conto troppo tardi.

E ora, che tutto stava andando bene, è successo questo.

Quante altre volte dovrò cadere e farmi male per essere felice? Quante? Ditemi quante!

Mi copro la faccia con le mani iniziando a scuotere la testa, cercando di non piangere.

Ma il dolore è fin troppo profondo per evitarlo. Così, scoppio un'altra volta... credo sia la quinta.

Natalie non è in stanza, non so dove si trovi e io sono qui, da sola.

Sento le braccia di qualcuno avvolgermi e, quando alzo lo sguardo, noto Natalie.

<Va tutto bene, ci sono io adesso.> Dice stringendomi a se nel mentre che io continuo a piangere e piangere e piangere.

Perché? Perché deve accadere sempre a me?

Passiamo così un quarto d'ora, tra me che piango e lei che mi stringe per calmarmi un minimo.

Poi, mi faccio forza e decido di andare a farmi una doccia e prepararmi per andare dalla mia famiglia.

Magari stare con loro, distrarmi e il resto, mi aiuterà un tantino.

Non sarà semplice, lo so, ma almeno starò con la mia famiglia.

Non so se raccontare tutta la storia o inventarmi una scusa per via dell'assenza di Nash.

Dovrei chiedere un parere a Jason o Austin.

Finisco di prepararmi ed esco dal bagno.

<Tutto ok?> Domanda Jason alzandosi dal mio letto e venendo verso di me.

Mi abbraccia accarezzandomi la schiena e, successivamente, mi lascia un bacio sulla fronte.

<Sicura di voler andare?> Mi domanda Austin per poi fare la stessa cosa che ha fatto Jason.

<Sì...> Rispondo annuendo. <Voglio andare.>

<Ok...> E così usciamo tutti e quattro dalla stanza.

Scendiamo giù e saliamo in macchina.

<Natalie, rimani anche tu?> Le domando.

<Mh, no, sto venendo solo per farti compagnia durante il tragitto.> Dice chiudendo lo sportello.

Annuisco e appoggio la testa al finestrino.

Lei si avvicina a me e si appoggia alla mia spalla per poi sussurrare: <Mi daresti mai una chance?>

<Che?>

<Scherzavo.> Mi sorride.

Ridacchio un minimo e lei dice: <Almeno ti ho fatto ridere.>

<Ok, tutto pronto, possiamo andare.> Dice Jason salendo alla guida.

Austin si siede al posto al suo fianco e subito partiamo.

Il tragitto lo passiamo a parlare di qualsiasi cosa, cercando di non toccare l'argomento "Nash".

Cercano di farmi ridere e cantare le canzoni alla radio, ma non sempre ce la fanno.

Una volta arrivati, Jason dice di dover fare una cosa e che sarebbe arrivato per pranzo.

Così, rimaniamo solo io e Austin.

My Boy 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora