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CIAO A TUTTI/ E. QUESTO È  L'ULTIMO CAPITOLO DELLA STORIA.
IL PROSSIMO CHE PUBBLICHERÒ SARÀ L'EPILOGO.  (quindi teoricamente questo è il penultimo)
Buona lettura , spero vi piaccia🤍


L'aria è fredda ed i respiri affannati si coagulano in delle piccole, bianche nuvole che si dissolvono dinanzi ai loro volti attenti. I rumori sono assenti o per lo più lontani: l'unica cosa che Dean avverte sono le sue ginocchia piegate sul terreno arido di fronte a quelle dell'altro, il fischio basso, fastidioso e continuo delle sue orecchie, il suo cuore palpitare nella cassa toracica con un ritmo forte che risuona scostante.

Un fiore accanto a loro- uno di quelli che Dean si era soffermato a guardare una volta, candido, pulito come se nessuna macchia di sofferenza vi si fosse mai abbattuto- è ormai secco. I petali sono accartocciati, rinsecchiti,  tesi verso il basso. Un sospiro di morte si insidia nel Paradiso come una presenza cattiva ed inquietante, ma nessuno dei due riesce a curarsene, troppo assenti l'uno nella presenza dell' altro.

Non ci sono parole. Dean pensa non ci saranno mai, ma Castiel- Castiel-, la mano tremolante ancora ferma sull'impronta parzialmente visibile dalla sua maglia e gli occhi fissi su essa- solleva di poco lo sguardo.
Ha il respiro spezzato, ansimante, la bocca semi-aperta ed i suoi occhi blu, dilatati come non mai, si soffermano sul viso dell'altro, incapaci di guardare altrove.

« Dean» dice in un sussurro, un mormorio, un rantolo di voce.

Ed è abbastanza perché Dean capisca: Castiel si ricorda di lui.

È nel suo sguardo, nel modo in cui lo guarda, nella voce che cade dalle sue labbra dolce, meravigliata, attonita e stanca ed è impossibile che la mente di Dean ignori cosa questo comporti.

Castiel si ricorda di lui. Castiel è ancora innamorato di lui.

Le parole del Vuoto risuonano viscide in echi che si scontrano nel proprio cuore " Il primo gesto sbagliato, il primo barlume di pura, vera felicità come quello nel bunker e Castiel ritorna qui, stavolta per sempre", ed il ricordo è abbastanza perché Dean senta il proprio  fiato essergli sottratto in uno strattone violento della sua stessa mente.

Non c'è tempo, Non ce ne sarà mai. E questo getta una nuova, subdola consapevolezza sulle sue spalle. 

Dean ingoia un sussulto, un nodo che sente salire e stringergli la gola e impedirgli di parlare, di fare, di guardare. Per un attimo, la mascella serrata, la bocca stretta in una dura, ferma linea, la fronte aggrottata e le sopracciglia inarcate in una domanda che non ha il coraggio di fare, sono solo un ricordo lontano: i suoi occhi- verdi, brillanti, sofferenti e stanchi - ,incontrati quelli dell'altro, appaiono nuovi.  La sua mascella e la sua fronte si rilassano, i suoi pugni stretti ai lati si liberano e con la voce che esce dalla  bocca in un sospiro tremolante, Dean parla:

« Castiel» dice solo, ma sembra abbastanza.

« Dean» dice ancora Castiel ed il suo nome è pregno di un sorriso e di una sorpresa  solo vagamente accennati sul suo volto.
Castiel è fermo, quasi non riesce a muoversi, ma Dean riconosce in quella immobilità il suo farsi disperato e frenetico, mai accentuato se non nello sguardo.
E, ancora, guardandolo, Dean nota la troppa e stessa riverenza e devozione; la stessa gioia, lo stesso amore.
E Dean, riluttante, soccombe.

« Castiel» ripete di nuovo Dean in un sorriso smorzato e fin troppo tormentato per apparire tale; ed è l'unica cosa che riesce a dire, l'unica parola che riecheggia e che la sua mente riesce ad elaborare.

Non sta piangendo, ma i suoi occhi pizzicano di lacrime che vogliono essere pronunciate e la sua gola brucia e non riesce, per quanto cerchi di recuperare fiato, a ricordare come si respiri normalmente.

Il silenzio delle tue parole  - DestielDonde viven las historias. Descúbrelo ahora