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Nei giorni seguenti Dean non evita Castiel. Non lo fa, ma cambia stanza quando riconosce i passi dell'altro calpestare il pavimento della casa in cui anche Sam si trova ed  aggira minuziosamente i luoghi dove sa che l'angelo potrebbe essere presente, tanto che, a distanza di giorni, le ultime parole che si sono scambiati sono state le presentazioni del giorno in cui Castiel era giunto in Paradiso e l'unico contatto era stato il fievole sfioramento di dita nel passarsi l'asciugamano. Null'altro.

Dean passa le giornate in casa, fuori casa, dorme, cammina, esce, parla, trema, grida, rompe, vaga. Nulla di tutto ciò accade con Castiel.

Talvolta, Dean vorrebbe tornare nel Vuoto, camminare nel buio e chiedere all'entità di cancellare Castiel anche dalla sua, di  memoria o al massimo di spedirlo in un altro posto- qualsiasi altro- perchè è solo con l'assenza dell'altro  che Dean sente che sarebbe in grado di metabolizzare le circostanze attuali: Aveva temuto per tutta la sua vita di perdere le persone a lui care e questa paura non aveva fatto altro che amplificarsi e confermarsi volta dopo volta ed aveva ingoiato massi e massi di sensi di colpa, ansie ed angosce, ed ora che la persona che aveva calpestato e ripudiato per così tante volte era tornata in vita per l'ennesima volta, sente di essere  riuscito a perderla comunque.

Ma la cosa peggiore, per quanto nella sua mente sia sensata, per quanto ragionevole, è che  Dean trova nello sguardo lontano di Castiel, nei suoi gesti solo avvistati, nelle sue parole solo immaginate, un senso di pace che custodisce segretamente dentro di sè e che sprigiona ogni qual volta sente la sua mente cedere. Guarda le proprie  nocche scavate, rosse, violacee e sospira, tremante, ma la voce di Castiel è sempre udibile da dove si trova e avverte le parole solo poco distinguibili accarezzargli la mano, avvolgerla in un panno, guarire le ferite con un suono. Ma, allo stesso tempo, vorrebbe potergli essere accanto, parlargli, scherzare, dirgli una di quelle sue stupide battute per cui sa che Castiel non riderà, ma che si dimostrerà , ad ogni modo, pronto ad ascoltare, perchè, per quanto tenti di convincersi che sia sufficiente così, la sua presenza solo percepita da lontano e mai sentita, lo lacera giorno dopo giorno sempre più nel profondo.

E la presenza di Castiel, nelle infinite contraddizioni della mente di Dean, inizia ad equivalere al tutto del passato ed al nulla del presente,   perchè Castiel gli ricorda tutto e allo stesso tempo, solo esistendo, cancella simultaneamente quegli stessi molteplici ricordi che mai ritorneranno ad essere attimi. E quegli occhi blu, che un tempo significavano sicurezza, ora sono solo minaccia.

Dall'altra parte, Sam aveva riferito a Castiel  che Dean era suo fratello e gli aveva detto, mentendogli, che era semplicemente morto molto tempo prima che l'angelo potesse farne conoscenza. Castiel- gli aveva raccontato Sam- aveva indugiato :"Non mi avevi detto di avere un fratello", ma Sam aveva alzato le spalle e la conversazione era morta prima di nascere.

Ed anche la voce di Sam che gli dice che  così non ha alcun senso, che non può passare l'eternità ad ignorarlo, rimane una delle tante voci che risuonano a vuoto nella sua mente, ma Dean, ad ogni eco di queste, sente di non poter comunque fare altro.

Non sa come comportarsi, non sa come muoversi. Si sente come un infante ai primi passi: ha paura di cadere ad ogni piede che poggia a terra. L'unica differenza è che il bambino non sa di poter cadere, o, se lo sa, cade, piange o sghignazza e si rimette in piedi e riprova poco dopo; Dean sa che al primo passo sbagliato, il rialzarsi sarebbe solo un'illusione.

Nella memoria di Castiel, Dean non è mai esistito ( i  ricordi dell'angelo nei confronti della famiglia Winchester  iniziano con Sam nella gabbia insieme a Michele e Lucifero, al suo corpo salvato, eppure privo di anima) e, forse, Dean inizia a credere, è meglio così.

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Dean ricorda vagamente di essersi addormentato, ma si sveglia fra le coperte di un letto già sfatto. Le lenzuola bianche si intrecciano sul suo corpo in una disposizione che gli ricorda particolarmente il letto che aveva da piccolo- quello in cui la madre lo svegliava la mattina con l'odore di biscotti ed un sorriso dolce sul volto- solo molto più grande.

Il silenzio delle tue parole  - DestielWhere stories live. Discover now