Chapter Twenty-five

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Dire che era nervoso era un grande eufemismo, ma non era una novità. In questi giorni Taehyung era sempre nervoso, era una sensazione a cui ormai era molto abituato. Se sentiva qualcosa che si avvicinava alla calma, c'era qualcosa... di sbagliato nella situazione. Molto sbagliato. Così, seduto nel retro della Mitsubishi Dignity, con le dita che giocavano con i polsini delle maniche, si sentiva quasi normale. Era strano che potesse passare da situazioni quotidiane piuttosto banali a pensare che anche questo fosse normale e Taehyung pensò che la parte più strana era quanto si stesse abituando a tutto questo.

Strano e spaventoso.

Taehyung sapeva che avrebbe dovuto uccidere un uomo stasera. Quella parte non era negoziabile. Eppure non sentiva nulla. Aveva freddo e il suo cuore continuava a fare piccoli salti veloci nel suo petto, ma per il resto si sentiva stranamente bene. Supponeva che fosse perché aveva finalmente capito. Questa era la sua vita adesso, non ci si poteva tirare indietro, non si poteva scappare. Era la sua vita fino a quando non fosse riuscito in qualche modo a far funzionare il tutto o fosse stato catturato e presumibilmente ucciso. Jungkook non gli aveva ancora detto cosa succedeva ai traditori, ma sapeva che finiva con la morte. E i ratti? Immaginava che fosse anche peggio, ma in questo momento non aveva intenzione di pensarci.
La busta era già arrivata a Namjoon? L'aveva aperta e controllato i documenti? L'impiegato dell'ufficio gli aveva detto che sarebbe arrivata al dipartimento al più tardi nel primo pomeriggio. Cosa pensava Namjoon? Taehyung non lo sapeva, non poteva davvero pensare. Il suo superiore avrebbe riferito quello che gli aveva mandato? Sperava di no, perché non era sicuro di quello che sarebbe successo. Considerando il rischio che aveva corso per far arrivare quella penna USB nelle loro mani, sarebbe stato molto incazzato se fosse finita in un tritacarne industriale. Quella sarebbe stata la sua fortuna, però, e la consapevolezza che ciò sarebbe potuto accadere era sufficiente a farlo gemere dolcemente sottovoce.

"Taehyung?" Chiese Jungkook, ricordandogli che non era solo con i suoi pensieri e che in effetti era in sua compagnia. Taehyung si spostò e smise di giocare con il polsino della camicia. "Tutto bene?"

"Sì, maestro Jeon, mi sento solo un po'... nervoso", parlò con voce bassa, come se non volesse che l'autista lo sentisse. Jungkook ripeté la parola 'nervoso?' e poté sentire il divertimento nel suo tono. "Sì, non ho mai fatto niente del genere, ricordi?"

"L'hai detto ieri sera, Taehyung, e l'hai fatto proprio bene". La menzione di ieri sera fu sufficiente per far sì che Taehyung si bagnasse le labbra. Sentì Jungkook spostarsi e aspettò che la sua mano si posasse sul suo ginocchio come sempre. Solo che non lo fece. Arrivò a posarsi sulla sua nuca, con le dita e il palmo piuttosto freddi sulla sua pelle. Poi si strofinò lentamente sulla sua pelle e Taehyung impiegò qualche secondo per capire che gli stava effettivamente massaggiando il collo. "Taehyung, quello che hai fatto a Nam. E' stata la più bella opera d'arte che ho visto da molto tempo. I miei scagnozzi non riuscivano a tagliare così bene. Ho sempre dovuto farlo io, ma tu...".

Le dita di Jungkook premevano perfettamente sulla sua pelle; flessibile e morbida al suo tocco. Taehyung chiuse gli occhi e poté tracciare i suoi polpastrelli molto più facilmente. Gli passò brevemente per la mente che avrebbe potuto sentire questo anche ieri sera. Se il giovane non fosse stato legato, avrebbe potuto sentire le sue dita toccargli il collo in questo modo.

"Tu, Taehyung, sei un artista, e ho deciso come voglio che tu abbia a che fare con lui", disse Jungkook mentre si chinava abbastanza vicino da premere quasi la sua bocca contro il lato della sua testa. "Ahn ha una moglie e due figli. Voglio dare a tutti loro un piccolo pezzo di lui, per ricordarlo". Taehyung girò leggermente la testa per guardarlo e c'era un sorriso sadico sulle sue labbra. "Toglietegli gli occhi e la lingua. I miei uomini possono mandarli alla sua famiglia. Dopo di che fai quello che vuoi. Non mi interessa l'eliminazione. Non diventerà un pezzo d'arte, non me ne frega un cazzo".

House of Cards || CRIME AU [IN PAUSA]Where stories live. Discover now