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"Sì, mi colpirà...Non ho speranze" mormorava rigirandosi nel letto, mentre le lenzuola gli si avvolgevano intorno al corpo:"Morirò" disse in un lieve sussurro, per poi gridare:"Morirò" e, improvvisamente, aprì gli occhi.
Il principe Christopher si alzò di scatto, la testa ancora piena delle orribili immagini degli incubi che, disturbavano il suo sonno, da quando era tornato dalla guerra.
L'oscurità inghiottitava completamente la camera da letto, e impiegò qualche secondo per capire di non trovarsi davvero sul campo di battaglia, ma era semplicemente la sua mente che continuava a giocargli quei brutti scherzi; guardò per un istante la moglie Catalina completamente immersa nel sonno, con una mano poggiata sul ventre sporgente in segno di protezione per il piccolo che vi cresceva. Era l'ennesima notte insonne che trascorreva, ormai da mesi, e sul suo viso i segni della stanchezza erano ben percepiti da tutti; anche il suo solito temperamento mite e cordiale ne aveva risentito lasciando il posto ad aggressività immotivata e sospetto. L'unico suo chiodo fisso era di porre al più presto rimedio a quel malessere e sanare il suo spirito, prima che la situazione sfugisse dal suo controllo.

Isabella, era stata molto grata che i festeggiamenti per il suo arrivo a corte si fossero spostati all'interno, poichè dopo il suo arrivo la pioggia aveva cominciato ad infuriare , con tutta la sua forza, come un leone che fosse stato a lungo trattenuto in gabbia e poi, improvvisamente, liberato.
La cena, a palazzo, si consumò nel solito sfarzo dovuto a queste importanti occasioni. Isabella, sedeva accanto al re William, e sorrideva ringraziando tutti i nobili venuti a portarle degli omaggi o semplicemente a presentarsi, proprio come ci si aspettava da lei.
Il re, nel complesso, sembrava soddisfatto della sua nuova regina ed era fiducioso che, il suo obiettivo primario sarebbe stato raggiunto con quel matrimonio.
Troppo in fretta, si affievolì il suono dei liuti e delle arpe e tutti i cortigiani iniziarono a ritirarsi nelle loro stanze, mentre ne venivano predisposte di nuove per gli accompagnatori di Isabella.
Il tempo era stato tiranno con lei, tutte quelle celebrazioni erano finite troppo velocemente, lasciandola chiusa in una nuova stanza, mentre cercava di contenere la sua agitazione davanti a Sara. La ragazza le pettinava, con una spazzola bianca, i capelli lunghi e intricati, mentre lei si guardava allo specchio e si torturava le mani poggiate in grembo; avrebbe tanto voluto conversare, ma l'ansia sembrava averle tolto completamente l'uso della parola.
Sara cercò di incrociare lo sguardo della neo regina, dallo specchio, ma lei continuava a tenere gli occhi bassi, fissi su un punto imprecisato, nonostante non lo confessasse apertamente tutto le faceva capire quanto fosse tesa e Sara, non poteva fare altro se non provare lo stesso timore che avvertiva Isabella ed, essendo coetanee, identificarsi totalmente con la sua situazione.
Passarono alcune ore, che ad Isabella sembrarono soltanto secondi, quando Sara si congedò e lei restò sola, con i suoi pensieri, a tenerle compagnia.
Il re, arrivò di lì a poco, e il cuore le si fermò completamente, non riusciva a parlare o a muovere un muscolo mentre le veniva tolta la camicia da notte bianca e guardava l'indumento scivolare via sul pavimento.
Tutto ciò che accadde quella notte, cercò di osservarlo quasi come se fosse una spettatrice esterna alla vicenda. Isabella chiuse gli occhi, cercando di immaginare qualcosa di bello che le facesse dimenticare il dolore che provava in quel letto. A poco a poco, cominciò a non sentire più nulla, avvertiva soltanto il corpo del re, contro il suo e sentì la sua voce sussurarle qualcosa di impercettibile, che Isabella ancora con gli occhi serrati, udì come se provenisse da molto lontano da lei.
Il fuoco che era stato acceso e ravvivato più volte, nel caminetto della camera, si era ormai spento ed erano rimaste soltanto le ceneri, il re era ormai sprofondato in un sonno profondo, dopo aver consumato il suo secondo matrimonio, al contrario di sua moglie che guardava il soffitto, fissandolo con un'espressione completamente vuota e priva di alcuna sensazione, ma come faceva sempre, ci volle poco tempo per ricomporsi e, non con poco dolore, Isabella decise di lasciarsi alle spalle tutto ciò che aveva vissuto fino a quel momento e di cominciare ad essere la regina di una nazione, adulta, decisa e consapevole di non essere più una ragazzina.

La principessa del PortogalloWhere stories live. Discover now