Perchè non mi lasci in pace (BNHA X Sonic) (NON CONTINUATO)

04- Sorpresa agli studenti

-Vediamo di salire a bordo senza intoppi!- Disse Tenya prima di prendere in mano un fischietto mentre io mi tappati le orecchie perchè odiavo quel rumore, infatti il ragazzo della velocità mi vide e mise giù il fischio ancora prima di suonarlo. Lo ringrazia come mio solito e salimmo sull'autobus che ci avrebbe portato alla USJ, non sapevo cos'era ma oggi mi ero alzato di cattivo umore.
Quando eravamo dentro il marchingegno potevo notare che non tutti indossavano il costume come immaginavo, probabilmente erano quelli con maggiore difficoltà di movimento. Io l'avevo messo perchè era un mio marchio ormai, anche se si vedeva la fascia alla gamba non dava fastidio come quella sull'orecchio. Tails aveva creato queste bende appositamente per me ed erano soffici.
Durante tutto il tragitto da scuola-USJ continuavo a pensare a ciò che mi disse Izuku in classe poco dopo la pausa pranzo. Infatti io non andavo in mensa per paura di Moon e volevo spiegazioni del perchè il suo nome era nella lista, quindi non restammo nemmeno in classe ma andammo verso l'ufficio del preside Nezu. Anche se intravidi una strana figura nell'aula insegnati non potevo fare niente, a noi studenti è vietato entrare se non per convocazione oppure un emergenza.
Quando la pausa finì Izuku e Ochaco mi fecero letteralmente la scena di ciò che fosse successo, tralasciando l'allarme provocato dai media.
-Scusate, conoscete per caso una ragazza assomigliante ad un animale con pelliccia blu, capelli rossi e due occhi diversi? La sto cercando dal giorno della prova d'esame ma non la trovo- Chiese una ragazza con dei rovi verdi in testa al posto dei capelli ed occhi neri, aveva le mani come se stesse pregando ed era alta. -Non so nemmeno come si chiami-
-Ha per caso la super velocità?- Chiese Izuku i modo innocente mentre la ragazza annuì semplicemente. -E' la nostra compagna, se vuoi dopo puoi venire con noi per ringraziarla-
-Davvero posso?- Domandò lei ad un tono di voce più alto per ricevere un dolce 'si' da Ochaco. -Grazie mille ragazzi, comunque mi chiamo Ibara Shiozaki-
Prima che i due ragazzi potessero presentarsi a loro volta una voce arrivò da dietro la ragazza rova mentre i tre girarono la testa incuriositi.
-Ma veramente ti sei fatta salvare da un mostro come lei e la vuoi pure ringraziare?- Chiese la stessa voce per rivelarsi un biondo platino. -Sei una delusione per la 1-B, Shiozari-chan-
-E tu sei un coglione- Disse un'altra voce prima che il ragazzo venisse steso da una ragazza dai capelli arancione per poi essere portato via. -Scusate ma questo ha problemi grossi, ci vediamo 1-A!-
Purtroppo Ibara non era riuscita a venire per colpa del ragazzo, che scoprirono chiamarsi Monoma Neito, che l'avvisò di un test a sorpresa e così aveva chiesto di ringraziarla al suo posto. Ora che so dove si trova le andrò a fare una sorpresa domani, mi sembra il minimo.
-Pokè a che pensi? Stai guardando il sedile di Kirishima-kun da cinque minuti. Kero- Chiese Tsuyu mentre girai la testa verso di lei. Un giorno mi spiegherà come fa a capire tutto al volo, lo giuro.
-Stavo pensando alla ragazza della 1-B che mi voleva ringraziare e che domani volevo andare nella sua classe, non mi sembra giusto ringraziare da qualcun altro- Risposi tranquilla facendo un piccolo sorriso, cosa che fece intravedere il canino.
-Forte, hai un canino e non lo sapevo? Quante cose nascondi, Pokè-chan- Chiese Kirishima nel sedile difronte al mio nel mentre che si era girato per via di Tsuyu che l'aveva nominato prima. Era un ragazzo normale ed allenato con capelli rossi come gli occhi mentre il suo costume da Hero era particolare.
Il torace era scoperto con una linea che legava la spalla sinistra con il bacino della parte destra, le maniche sembravano degli ingranaggi d'un orologio rossi ed il resto nero mentre nella parte inferiore indossava dei pantaloni larghi neri con una cintura con attaccata sopra una 'R' enorme anchessa rossa. Attaccata ad essa c'era la parte sotto d'un mantello e gli stivali neri con strisce rosse.
-E lo scopri adesso? Lo ha pure Moon, mi sa che ti servano degli occhiali funzionanti- Risposi sarcastica alla sua domanda mentre alcuni ragazzi risero alla risposta della sottoscritta, compreso Eijiro che nel mentre stava morendo da tutto ciò.
-Ma se dovrò indossare gli occhiali come farò a conquistati? Hahaha- Disse pure lui sarcastico ma smettendo di subito quando notò la riccia maggiore cambiare sguardo dopo la sua domanda altamente stupida, cosa che fece allarmare lui, Moon, Tsuyu e qualcun altro come Momo, Shoto, Katsuki e Fumikage. Eijiro di alzò subito e mise una mano sulla mia spalla per calmarmi per poi dire che stava scherzando sulla faccenda del rubacuori che credette d'essere. Ciò fece riprendere la ragazza quel poco per ristabilirsi e chiudere gli occhi per dormire mentre Moon andò a sedersi sopra le gambe della ragazza accanto a loro.
-Si è addormentata per fortuna. Tsuyu ora che ci penso voi due siete migliori amiche, sai qualcosa sul suo passato? Perché mi sembra strano che si fosse comportata in quel modo- Chiese ad un certo punto Momo con fare preocupante e voce curiosa. Come aveva detto nessuno conosceva il passato della giovane riccia e qualcuno si stava preoccupando, nemmeno la ragazza nominata la conosceva al 100%.
-Si lo sono, ma non glielo ho mai chiesto per la sua fobia. Scusatemi ma solo Moon la conosce meglio di tutti e non voglio che la sua privacy venga usata contro di lei, sia mentalmente che fisicamente. Kero- Rispose la ragazza anfibia alla corvina mentre guardava la sua migliore amica mobiana dormire, scoprendo che si stava agitando nel sonno. Senza pensarci cercò di svegliarla subito, consapevole a cosa stesse sognando. -Oh no, Pokè svegliati ti prego. Svegliati!-
La riccia non stava aprendo gli occhi ed i compagni si stavano veramente preoccupando per questo ed anche Aizawa si era avvicinato e stava cercando di svegliare la giovane, fallendo come i suoi alunni. Moon era in ansia per la propria madre e decise di fare la stessa cosa che fece lei quando la piccola piangeva, cantare.
-Vorrei svegliarmi una mattina e ritornare a tanto tempo fa, ma ormai niente è più come prima. Così bello ciò che ho perso, mai nessuna me lo ridarà. Vorrei riavvolgere quegli anni, per rincontrarti per la prima volta. Rimediare a tutti i danni, correggere la rotta- Iniziò tenendo gli occhi chiusi e mettersi nella braccia della giovane riccia mentre quest'ultima continuava ad agitarsi. Stettero tutti zitti quando cantò l'inizio della canzone, stupefatti dal suo cambio di voce. -Ti chiedo solo un attimo per me, eh, eh. Nemmeno questo vuoto tra me e te, potrà mai dividere tutto quello che ormai c'è. Voglio credere che, eh, eh. Non ti scorderai di me- La voce da maschio cambiò con una femminile per poi essere messe insieme come per magia. -Volevo solamente dirti questo, di quanto è stato bello non l'ho mai dimenticato. Ma forse non potevo darti più di quanto ti ho già dato. Vivere sempre nel passato ma la vita ci darà solo quello per cui abbiamo lottato. Soltanto noi sappiamo quanto male ci siamo fatti, ma tornavamo sempre senza dare retta agli altri. Non potendo stare più distanti, l'amore è questo e nonostante tutto riprovarci- Continuò in quel ritmo fino alla fine. -A te che eri la mia metà e la mia migliore amica, eravamo quelli giusti ma in un'altra vita. Cancellerò il tuo nome ma solo dalla rubrica, dal mio cuore farò leggermente più fatica-
Con quella frase la riccia maggiore riuscì a tranquillizzarsi del tutto facendo sorridere i compagni, quel testo aveva toccato perfino il cuore di Katsuki.
Un debole 'wow' uscì dalle bocce di tutti mentre sorridevano e guardarono le due riccie quasi simili. Alcuni erano curiosi della canzone e quindi chiesero, appunto, come si chiamasse.
-Un attimo per me di Amedeo Preziosi, è una canzone che canta mamma quando piango per calmarmi- Rispose la piccola scricciolo mentre l'autobus si fermava. In quel momento la giovane madre socchiuse gli occhi per poi sbadigliare senza le mani davanti alla bocca, come al solito. I suoi amici non vollero raccontare ciò che fosse successo e non chiesero nemmeno del sogno che fece, lasciandola riprendere da ciò.