Eri uscita dalla camera e avevi dato un'occhiata in quella di Bangchan, sperando di trovarlo sdraiato nel letto che dormiva. Eri rimasta delusa dall'assenza della visione paradisiaca che era quel ragazzo mentre era nel mondo dei sogni.
Avevi sceso le scale lentamente, stando attenta a non fare troppo rumore per non svegliare i tuoi compagni, che avevi capito stessero ancora dormendo dal silenzio nei corridoi.
Erano le sette e mezza di sabato mattina, si meritavano un po' di riposo.

Una volta arrivata davanti alla cucina -che aveva la porta aperta- avevi notato il tavolo occupato da cinque persone, Hyunjin, Minho e tre uomini che non avevi mai visto.
Eri entrata nella stanza senza farti troppi scrupoli, dopo tutto eri tu il capo.

"Che succede?"

Avevi chiesto, attirando l'attenzione dei cinque seduti all'enorme tavolo di marmo al centro della cucina. I tre uomini a te sconosciuti si erano alzati e avevano fatto un inchino, tu li avevi congedati e ti eri seduta a capo tavola, aspettando spiegazioni.
Non sapevano fossi il vero capo, ti credevano il vice.

"Woojin ha preso Bangchan"

Aveva sibilato Minho. Tu avevi preso un respiro profondo, cercando di mantenere la calma. Eri furiosa e allo stesso tempo depressa, stavi cercando di trattenere le lacrime, riuscendoci a stento.
Prima di parlare avevi respirato pesantemente di nuovo, svuotandoti la mente obbligandoti a non scoppiare a piangere davanti ai tuoi sottoposti. Un capo non poteva farsi vedere piangere o perdere la calma, forse un leader sì, ma un capo no e tu ancora non eri un leader.

"Com'è successo?"

Avevi chiesto, tamburellando con le dita sul marmo del tavolo, ascoltando attentamente le parole dei mercenari mentre cercavi di non far vagare lo sguardo per la cucina: aveva il piano cottura e il tavolo in marmo, mentre sedie e credenza erano di legno di ebano.

Avevi annuito a fine spiegazione, li avevi ringraziati e avevi permesso loro di rimanere al maniero finchè non se la sarebbero sentiti di andarsene, dopo ciò ti eri congedata, tornando in camera tua, accertandoti di non essere seguita.

Ormai erano quasi le nove, tutti i tuoi compagni erano svegli e intenti a fare colazione, quindi erano tutti al piano terra lontani da te.
Avevi chiesto gentilmente a Hyunjin e Minho di non divulgare informazioni, lo avresti fatto tu, era il tuo compito.

Avevi chiuso la porta a chiave dietro di te una volta entrata nella tua stanza, lasciandoti cadere a terra sulle ginocchia con un tonfo secco e avevi urlato, urlato e pianto per quelle che pensavi fossero ore.
Ti avevano portato via Bangchan, il tuo compagno, colui che ti donava il sorriso, tranquillità e sonni tranquilli quando era al maniero, colui che ti aveva aiutata ad adattarti in quella grande e sconosciuta casa e nello stato a cui eri estranea. Ti avevano portato via il tuo migliore amico, forse di più.
Sentivi il petto pesante e allo stesso tempo vuoto, come se ti avessero strappato il cuore e l'avessero sostituito con un pezzo di piombo della stessa grandezza.

Ora quel meraviglioso ragazzo stava sicuramente soffrendo le pene dell'inferno per mano di colui che credeva essere qualcuno di cui potersi fidare ciecamente, probabilmente a causa tua.
Woojin in qualche modo era sicuramente venuto a sapere di te, e ora teneva in ostaggio Bangchan, cercando di estirpargli informazioni usando ogni mezzo possibile.
Non volevi sapere come stesse, certe cose era meglio non conoscerle.

Ti sentivi patetica a piangere e gridare con tutto il fiato che avevi nei polmoni, sdraiata sul pavimento della tua stanza in preda ai sensi di colpa, ma il tuo peggior incubo era diventato realtà, ne avevi tutto il diritto.

Circa un'ora dopo, tempo di calmarti ed elaborare un piano, ti eri alzata da quella indegna posizione ed eri andata a sciacquarti il viso con dell'acqua fredda prima di darti una sistemata e raggiungere i tuoi compagni.
Non potevano più essere sottoposti ormai, dovevano diventare compagni per riuscire a recuperare Bangchan.
Non eri mai stata una bambina viziata e capricciosa, non ti piacevano le persone di quel tipo, ma non ti dispiaceva in questo caso essere una di loro: avresti riavuto indietro Bangchan e avresti anche preso la vita di Kim Woojin, quel verme indegno di vivere, te lo eri promessa, da sola davanti allo specchio, nulla ti avrebbe impedito di ottenere ciò che volevi.

Poisonus RoseWhere stories live. Discover now