"Perché siamo qui?"

"Vorresti unirti a noi, no?" le chiese Levi.

"Non ho ancora deciso, lo sai anche tu."

"Ma ti piacerebbe?"

"Levi, cazzo, perché mi hai portata qui?" sbraitó Abigail.

"Entra." ordinó il corvino.

L'entrata dava sul salotto, un'ampia stanza buia con al centro una rampa di scale, arreddata alla vecchia maniera con antichi mobili e divani in pelle. Nella parete a destra c'era un grande arco che si affacciava alla cucina inutilizzata da molto tempo. Se si salivano le rampe di scale del salotto, c'era un ingresso arredato solo con qualche quadro e una libreria piena di vecchi libri polverosi.

"Che brutto qui, sembra una casa abbandonata."

"Lo è." disse Levi.

"Mi fai paura."

"Dammi la mano, ti porto in un posto."

Abigail sobbalzó quando le loro mani si toccarono e si unirono in un'unica stretta

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Abigail sobbalzó quando le loro mani si toccarono e si unirono in un'unica stretta. Le dita si incrociarono perfettamente, come se fossero state fatte le une per l'altre. Era bello che dove finivano le sue dita, dovevano in qualche modo incominciare quelle di Levi.

Continuarono a camminare. L'ingresso aveva 2 porte. La prima era un'ampia camera buia con un letto matrimoniale, un armadio, un grande tappeto che ricopriva gran parte della stanza, una scrivania colma di libri polverosi. La seconda stanza era ampia anche questa e con un grosso tappeto che ricropriva un'ampia zona della stanza. Aveva un letto matrimoniale, una scrivania e dei libri. Appoggiata a una poltrona c'era una divisa da militare. Se si continuava a salire le scale, c'era un corridoio lungo e tenebroso. Una porta si affacciava al bagno, mai utilizzato e pieno di ragnatele.

"Guarda." Levi indicó una piccola porta, alla fine del corridoio, che nessuno aveva mai visto aperta, "Vai lì."

Abigail obbedì e, sopraffatta dalla curiosità, andó verso quella porticina piena di polvere. La spinse più forte che poteva, dopo un grande sforzo, riuscii ad aprirla completamente. Tutto ciò che riusciva a vedere era nero, il buio, la stanza non era illuminata. "Che c'è qui?" chiese, si sentii il suo eco.

Il corvino accese l'interruttore della luce, posto accanto la porta d'ingresso, e una forte luce acceccó gli occhi di entrambi per un momento. Quando riuscirono a riaprirli, Abigail si sentii il cuore esplodere nel petto. Vide di fronte ai suoi occhi una grande varietà di armi, pistole, coltelli, fucili, e altra roba che neanche conosceva.

"Con ogni singola arma qui, abbiamo ucciso una persona. Tutte, non se ne salva neanche una." disse.

"Mi hai portata qui per spaventarmi? Pensi che io, poliziotta militare, mi terrorizzi vedendo delle armi?" Abigail era più forte di quello che pensava.

Slave (18+)Where stories live. Discover now