-"Le persone non cambiano, Zayn. Sei un mostro, non puoi essere salvato..." sussurrò, i suoi occhi non lasciarono i miei per un istante. Si voltò dalla parte opposta alla mia, iniziando a camminare verso un piccolo bagliore che diventava più grande, man mano lei si avvicinava.

-"Lorelay!" corsi per raggiungerla, invano, qualsiasi cosa facessi, sembrava essere inutile. Era inutile. Come tutto ciò che avevo fatto per lei fino a quel momento. Continuai ad urlare il suo nome, fin quando non scomparve e la luce sparì. Mi lasciai cadere per terra, reggendomi sulle ginocchia, mentre le lacrime continuavano a sgorgare dai miei occhi, al pensiero che l'avessi persa. Per sempre. Al pensiero che fossi rimasto solo. Di nuovo.

Solo, avvolto nell'oscurità che caratterizzava la mia vita. Non potevo andare via da lì, non ne ero capace. Lei era andata via, prima che la trascinassi con me. Avrei continuato a ferirla, se fosse rimasta. Ero un nostro, non potevo essere salvato. Non lo meritavo.

**

Mi svegliai di soprassalto, chiedendomi dove fossi. I miei occhi aperti incontrarono presto il soffitto della mia camera, facendomi ricordare che mi trovassi sul mio letto.

Un incubo.

Mi voltai leggermente verso sinistra, vedendo Lorelay distesa tra le mie braccia, che mi guardava con i suoi grandi occhi azzurri socchiusi. Eri lì, accanto a me. Ed era il posto dove voleva rimanere. Indossava una mia larga maglietta nera, con cui l'avevo fatta vestire quand'eravamo rientrati.

-"Zayn..." farfugliò, strofinandosi gli occhi, prima di alzare leggermente il busto dal materasso. La sera prima si era addormentata sulla spiaggia, come pensavo, e l'avevo riportata a casa mia. "Un altro incubo?" chiese dolcemente, accarezzandomi una guancia. Annuii lentamente, sospirando. Ormai gli incubi erano troppo frequenti, m'impedivano di dormire serenamente da un po'.

-"Già, mi dispiace averti svegliata." mi scusai, cercando di far tornare il mio respiro regolare. Quegl'incubi sembravano così reali, ogni sensazione sembrava vera. Avrei anche potuto non saper più riconoscere la realtà dalla fantasia, talmente fossero uguali. Ma, se lei era con me, non m'importava sapere se fosse un sogno o la realtà.

-"Non preoccuparti, vuoi raccontarmelo?" una delle sue dita passò sulle mie labbra, mentre lei parlava. Scossi la testa, non potevo dirle una cosa del genere. Era solo un fottuto sogno, non c'era motivo per cui dovesse saperlo. Non volevo rivivere nuovamente tutto.

-"No, torniamo a dormire." mormorai, abbracciandola e coprendo sia il suo corpo che il mio con le coperte che lei aveva precedentemente spostato.

-"È sempre lo stesso incubo?" chiese, piano, poggiando la testa sul mio petto. Annuii. Quell'incubo mi tormentava, ogni sera si ripeteva, ogni sensazione, ogni parola, ogni gesto, uguale. Stavo seriamente iniziando a pensare che fosse la mia coscienza che voleva dirmi qualcosa. Qualcosa che non ero pronto a sentire.

-"È lo stesso." sospirai, cercando di chiudere gli occhi e riaddormentarmi, sperando che la mia mente restasse libera per almeno ciò che restava di quella notte.

-"È solo un sogno, Zayn. Gli incubi rispecchiano solo le nostre paure, non è la realtà. Ci sono io con te, okay?" rise, trattandomi come un bambino. Le sue labbra si poggiarono per qualche secondo sulle mie, cercando di tranquillizzarmi.

-"E solo che...sembra così vero." mormorai, lei mi strinse più forte, facendo sfiorare il suo naso con il mio.

-"Non pensarci, qualsiasi cosa sia, non succederà." disse, lo sperai davvero. Feci incontrare ancora una volta le nostra labbra, coinvolgendola in un bacio un po' meno casto del precedente.

Mine [IN REVISIONE]Onde histórias criam vida. Descubra agora