Capitolo 8

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Pov's Lexie

Mi sdraiai sul muretto che si affacciava sul mare, con lo sguardo rivolto verso il cielo e il vento che batteva forte sul mio volto.
Feci partire la musica e chiusi gli occhi, lasciandomi cullare dalla dolce melodia della mia canzone preferita.
L'odore del mare e il grigiore del cielo rendevano il tutto di una tranquillità disarmante.
Quella pace però venne interrotta dalla sveglia: erano le otto e dovevo andare a lavoro.
Mi alzai, presi il mio zaino e a malincuore lasciai quel comodo muretto che mi aveva fatto da letto tutta la notte.
Mi diressi verso il bar e, una volta entrata, andai subito a mettermi il grembiule. Quella mattina non avevo per niente voglia di parlare con nessuno, ma mi sforzai a fare un sorriso e ad aprire il bar.
I primi clienti cominciarono ad entrare e così mi misi subito alle macchinette per fare caffè di ogni tipo.
Dopo 4 ore di lavoro continuo mi concessi una boccata d'aria.
Uscì fuori e respirai a pieni polmoni l'aria pulita, stufa di quell'odore di caffè misto a bruciato e disinfettante.
Mi accesi una sigaretta e me la fumai in santa pace, per poi tornare immediatamente dentro quando vidi arrivare altri clienti.
Erano un gruppo di ragazzi più o meno della stessa età, dai 17 ai 20, che si erano seduti ad un tavolo in attesa di poter ordinare. Scrutai meglio i due ragazzi al centro, dall'aria familiare, e Dio solo sa quanto volevo sprofondare; erano i due ragazzi del parchetto. Purtroppo c'ero solo io di turno quella mattina, così feci un respiro profondo e mi diedi coraggio, sfoggiando un dei miei sorrisi più falsi.
<Buongiorno, volete ordinare?>
Le gambe tremavano ma cercai di non farlo notare, non so nemmeno il perché di quella reazione, infondo li avevo solo aiutati.
<Si grazie 4 caffè e 5 cornetti, due al pistacchio, uno normale e due al cioccolato> mi rispose un ragazzo dai capelli rosa. Scrissi tutto sul taquino e ringraziai, ritornando al bancone per poter preparare i caffè e i cinque cornetti.
Senti lo sguardo del ragazzo baffuto, mi pare si chiami Diego, bruciarmi addosso. Abbassai lo sguardo e mi girai finendo di preparare l'ordine per poi mettere il tutto su due vassoi e portarli al tavolo.
Sorrisi un'altra volta e me ne andai. Poggiai i vassoi sul marmo e mi misi seduta per terra a smanettare un po' con il telefono.
Sentì qualcuno tossire, così alzai lo sguardo e notai il ragazzo che avevo soccorso scrutarmi attentamente.
<Oddio mi scusi, le faccio subito il conto>
<Oh tranquilla> sorrise dolcemente.
Sorrisi a mia volta e gli stampai lo scontrino.
<Ecco a lei, sono 11,50>
<Si certo un attimo> lo vidi tirar fuori dalla tasca dei pantaloni una banconota da 10 euro, per poi guardarsi intorno e chiedere all'amico se avesse il resto.
<Non c'è problema se le manca qualche spicciolo, non fa niente>
<No davvero chiedo un attimo agli altri se hanno il resto>
<No davvero non fa niente> gi sorrisi per rassicurarlo e lui mi guardò dispiaciuto.
<Grazie mille e arrivederci> salutai e loro fecero lo stesso.
Misi i soldi in cassa e cominciai a pulire sul bancone siccome ormai era ora di chiudere, ma venni interrotta dal rumore della porta.
<Mi scusi ma stiamo chiudendo> dissi senza guardare in faccia il ragazzo che avevo davanti.
<Ah state chiudendo? Bene, ti va di venire con noi?> era lui, era il ragazzo del parchetto...quello vivo però.
<Ehy a dire il vero devo finire di pulire> dissi vagamente. L'ansia mi stava divorando dentro e le gambe tremavano, davvero un ragazzo mi stava chiedendo di uscire? E che ragazzo poi...
<Ti aspettiamo fuori se per te non è un problema>
<Ma non ci conosciamo neanche, perché mai dovrei uscire con voi?> non è vero, avevo veramente voglia di uscire con loro, o meglio, con lui.
<Ah ok, se è questo il problema risolviamo subito. Quello tinto di rosa è Gionata, quello affianco è  Riccardo, poi ci sono Alessandro, Mirko e Falco.
Ah e poi vabbè ci siamo io e Mario, penso ti ricordi di noi> mi sorrise indicandomi tutti i ragazzi che lo stavano aspettando fuori.
<Perdonami ma non mi ricordo il tuo nome> dissi leggermente in imbarazzo.
<Neanch'io ricordo il tuo, comunque piacere Diego> mi diede la mano che subito strinsi.
<Lexie. Il tempo di finire, cambiarmi e arrivo> lasciai la mano e continuai a fare il mio dovere.
<Ok, io pulisco i tavoli intanto>
<No tranquillo faccio io>
<Muoviti su, tu finisci la e vai a cambiarti> sorrisi, cosa stava accadendo?
Fini di pulire il bancone e le macchinette e andai a cambiarmi in fretta e furia. Presi lo zaino e ritornai dal ragazzo.
<Bene, hai fatto?>
<Si>
<Ok andiamo>
Raggiungemmo il suo gruppo di amici e mi presentai a tutti.
<Io sono Lexie>.

Pov's Mario

Ci fermammo ad un bar qualunque per fare colazione, nonostante fosse mezzogiorno.
Vidi Diego fissare insistentemente la cameriera ma non gli dissi niente.
Andai a pagare e, una volta davanti alla cassa, mi accorsi di non avere abbastanza soldi.
Chiesi a Gionata se avesse qualche spicciolo ma venni interrotto dalla commessa.
<Non c'è problema se le manca qualche spicciolo, non fa niente>
<No davvero chiedo un attimo agli altri se hanno il resto>
<No davvero non fa niente> sorrisi e ringraziai, era stata veramente gentile.
Pagai e uscì fuori con gli altri a fumarci una sigaretta.
Vidi Diego guardare ancora la commessa, così decisi di chiedergli il motivo di tanto interesse.
<Oh Die, ti piace la commessa?> gli sussurrai all'orecchio.
<No no. Hai presente quando ti hanno picchiato? Bene, lei è la ragazza che ti ha soccorso> mi disse, non lasciandomi neanche il tempo di rispondere.
<Oh interessante, e mo
che voi da lei?>
<Volevo ringraziarla, magari potrebbe uscire con noi, che ne dici?>
<Ma magari avrà da farsi i cazzi suoi> risposi, non mi anda a genio l'idea di altre persone sconosciute nel nostro gruppo.
<Ok io la invito> e se ne andò, buttando la sigaretta ormai finita nel posacenere.
<Dove va?> mi domandò Mirko.
<Invita quella ragazza da noi>
<Oh oh Diego rimorchia> sorrisi e lo guardai divertito.

Ma noi imperterriti intenti a baciarci Where stories live. Discover now