Parte 2 capito 10

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Pov's Mario

Ci sdraiammo sul letto e aspettammo la ragazza, per poi, dopo pochi minuti, vederla sbucare da dietro la porta con in mano i vestiti usati.
<Emh dove mi metto?> domandò grattandosi la nuca. Strano come questa ragazza riesca passare, nel giro di trenta secondi, dall'essere sciolta ad essere timidissima.
<Vieni qui vicino a me> disse Diego e lei si fiondò al suo fianco.
<Bene, buonanotte ragazzuoli> ci diede la buonanotte con il bacino per poi girarsi e mettersi a dormire, lasciandomi da solo con la ragazza.
<Beh notte> dissi sbadigliando, avevo un po' di sonno effettivamente.
<Notte> si girò anche lei e spensi la luce, addormentandomi poco dopo.

Pov's Lexie

Mi rigirai nel letto per una buona mezz'ora, cercando di prendere sonno ma, invano, mi tirai su e presi il  telefono facendo partire la mia playlist preferita.
Fuori il cielo era sereno, in camera regnava il silenzi, si stava benissimo.
Decisi di andare a fumarmi una sigaretta fuori al balcone, così mi alzai e mi avvicinai alla porta, cercando di aprirla facendo il meno rumore possibile. La lasciai accostata e aprì la finestra del balcone, affacciandomi per per una boccata d'aria. Il cielo era pieno di stelle e, grazie ai pochi lampioni, si potevano ammirare per bene. Mi strinsi nel pigiama a causa dell'aria fredda, era una serata umida ma nonostante ciò si stava bene.
Mi accesi la sigaretta e sbuffai fuori il fumo, sedendomi sul divano dietro di me.
<Non riesci a dormire?> la dolce voce di Mario mi fece sobbalzare dalla paura.
<No, non ho sonno> risposi semplicemente, continuando ad osservare il cielo stellato.
<Vuoi bere qualcosa di caldo?>
<Oh no grazie mille, tranquillo> risposi e buttai la sigaretta nel posacenere, per poi alzarmi e avvicinarmi a lui.
<Beh che facciamo?> domandai leggermente in imbarazzo.
<Ah non lo so, che ore sono?> mi domandò, cercando il telefono nelle tasche vuote.
<Penso le 3> risposi e lo sentì sbuffare.
<Mancano ancora un paio d'ore e tra poco sorgerà il sole> continuò dopo poco il discorso.
<Stai aspettando l'alba?> domandai curiosa, che doveva fare?
<Si, vado sul tetto a vederla con Diego> rispose guardando il cielo.
<Ma Diego dorme>
<Beh le persone si svegliano> rispose ovvio e scossi la testa sorridendo.
<Vuoi venire pure tu?> mi domandò e mi lasciai scappare un piccolo sorriso, non stavo aspettando altro genio.
<Se mi volete si, grazie> dissi contenta, era la prima volta che una persona mi chiedeva di andare a vedere l'alba con lei, per me era una cosa abbastanza intima.
<Si certo, a noi fa piacere> rispose alzandosi e andando in cucina.
Uscì di nuovo dopo poco e mi guardò con un sorrisetto perfido.
<Ti va di fare uno scherzo a Diego?> mi chiese, alzando le sopracciglia.
Lo guardai divertita e decisi di chiedergli cosa avesse in mente.
<Beh gli tappiamo la bocca con lo scotch e gli tiriamo l'acqua gelata addosso, che ne dici?> mi domandò eccitato.
<Posso disegnargli i baffi?> gli chiesi.
<Puoi fare quello che vuoi>
<Daje!> esclamai a bassa voce battendo le mani.
Sorrisi e mi fiondai in cucina alla ricerca di un pennarello.
<Tieni, sta qui> mi girai e Mario, con molta nonchalance, mi tirò il pennarello che mi finì dritto in fronte.
Lo raccolsi da terra e seguì il ragazzo in bagno, riempimmo il secchio d'acqua e ritornammo in camera. Aprì il piccolo pennarello e cominciai a disegnargli dei baffetti a dir poco bellissimi.
<Perfetto oh ahah> rise Mario e lo seguì a ruota. Chiusi il pennarello e strappai un pezzo di scotch per appiccicarglielo sulla bocca, in modo da non far sentire le sue grida.
<Sei pronto?> mi girai verso Mario e lui annuì. Mi alzai dal letto e mi allontanai per evitare di bagnarmi.
Mario tirò l'acqua addosso a Diego e lui schizzò in aria urlando, per quel che poteva, dallo spavento.
Si tolse lo scotch dalla bocca e, dopo una rapida occhiata, scoppiammo tutti e tre in una silenziosa risata.
<A-aiuto sto m-morendo> balbettai per le troppe risate.
<Aiuto la tua faccia è stata fantastica> rise di gusto Mario, buttandosi a terra, e Diego fece un broncio.
<Si va bene tutto ma quest'acqua è gelata. Cazzo sto morendo di freddo!> esclamò Diego, per poi andare verso l'armadio per cercarsi qualcosa da mettersi.
<Va bene va bene, ora un attimo che smetto di ridere e facciamo un discorso sensato> disse Mario osservandoci, per poi scoppiare a ridere e noi lo seguimmo a ruota.
Stettimo li sdraiati per terra a ridere per ancora dieci buoni minuti, fino a quando Diego si alzò di scatto e corse a pisciare.
Feci dei respiri profondi e mi calmai, così mi alzai in piedi e aiutai Mario a tirarsi su. Dopo poco tornò Diego e ci sedemmo tutti e tre sul bordo del letto.
<Che facciamo?> domandai dopo qualche minuto di silenzio.
<Che ore sono?> domandò a sua volta Mario, così accesi il telefono e guardai l'ora.
<Sono le cinque meno venti> risposi, per poi continuare il discorso dopo poco.
<Conosco un bar aperto anche a quest'ora, vi va di andare a prendere due cornetti?> domandai contenta.
Vidi i volti dei due ragazzi farsi più tristi, che avevo detto di sbagliato?
<Beh ecco, il fatto è che non abbiamo molti soldi> rispose Diego grattandosi la nuca imbarazzato
<Tranquilli offro io, forza andiamo> sorrisi balzando dal letto.
<Ma no davvero>
<Non una parola, forza su> gli feci cenno di seguirmi e così fecero.
<Solo una cosa, avete una felpa? Fa un po' freddo> chiesi in imbarazzo e Mario mi tirò una sua felpa.
<Grazie mille> lo ringraziai e la indossai.
<Esci in pigiama?> mi chiese Mario dopo avermi scrutata per bene.
<Certo! Perché voi avete intenzione di cambiarvi?> domandai sconvolta, infilandomi le pantofole.
<No> rispose Diego, scrollando le spalle.
<Eh allora> mi alzai e insieme ci dirigemmo verso il bar.
In poco tempo arriviammo e, dopo aver preso dei cornetti per tutti, tornammo a casa.
<Oh rega, il sole sta sorgendo, forza!> urlò Mario iniziando a correre.
Guardai sconvolta Diego e lui mi sorrise, per poi prendere a rincorre l'amico. Sorrisi anch'io e mi misi a correre insieme a loro con in mano i cornetti caldi.
Chissà cosa pensava la gente nel vedere tre ragazzi in pigiama e ciabatte, con dei cornetti in mano, a correre come dei pazzi per i vicoli della città. Ma a noi poco importava, eravamo felici e questo bastava.
Salimmo le scale del vecchio palazzo in fretta e furia, rischiai di cadere più volte eh, ma per fortuna i cornetti erano ancora interi. Arrivammo in cima a tutto e, quel genio di Mario, pensando che la porta fosse aperta, ci si fiondò sopra e cadde all'indietro, beccandosi una bella botta al fondoschiena. Lo aiutai ad alzarsi, ridendo come una matta, e Diego aprì la porta. Uscimmo tutti e, una volta fuori scoppiammo a ridere a crepapelle.
Ci sedemmo sul cornicione, incantati dal cielo, cominciammo a mangiare i nostri cornetti, cercando di sporcarci il meno possibile.
In pochissimo tempo il cielo si dipinse di mille colori e le nuvole si divisero, lasciando intravedere la grossa palla di fuoco.
<È fantastico> commentai senza distogliere gli occhi da quella meraviglia, sentendo gli altri annuire.
Appoggiai la testa sulla spalla di Mario e chiusi gli occhi, lasciandomi cullare dal leggero venticello e il cinguettio degli uccelli.
Ripensai per un attimo a quella pazza serata che avevo appena passato e non potei fare a meno di sorridere, avevo conosciuto proprio dei pazzi.

Ma noi imperterriti intenti a baciarci Where stories live. Discover now