9. Bene

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Clayton lo portò sul letto, gli occhi di Erik erano preganti, distrutti, e l'alfa non credeva di poter resistere ancora a lungo.
<<Erik>> sussurrò come avesse paura di parlare ed il minore si contorse su sé stesso ma guardandolo, aspettando che continuasse <<io- posso resistere se vuoi, posso provarci>>

No, non poteva. Già l'odore di un omega in heat era difficile da sopportare per un alfa, ma il proprio omega, era decisamente impossibile. Non si poteva resistere. Era miele per le api. <<Clayton>> la voce roca, graffiante, stava male, provava dolore, era bisognoso e il maggiore lo sapeva, lo sentiva e cavolo se avrebbe voluto aiutarlo.

<<Fai tutto ciò che vuoi, ma per favore, per favore rimani qui e aiutami, ti prego.>> Era strascicante e Clayton non poteva davvero dirgli di no.
<<Va bene piccolo, va bene. Ci sono io qui con te, sì?>> Gli si avvicinò lentamente ed Erik prese ad agitarsi con più fervore, le cosce che tremavano, il respiro affannoso le lacrime agli occhi e fanculo tutto, Clayton era quello con i dubbi, non Erik e l'omega non doveva pagare per questo.

Gli occhi dei due si incontrarono e poi l'alfa si abbassò, lentamente, dandogli la possibilità di spostarsi, ma Erik si avvicinò al suo viso e finalmente, finalmente le loro labbra si incontrarono. Fu un insieme di schiocchi scoordinati e denti sbattuti, ma il sorriso di Erik ripagava tutto quello.

<<Ti amo>> sussurra Erik quando si staccano e Clayton lo baciò ancora e ancora, finché le gambe del minore non gli cinsero i fianchi e le sue mani finirono ai suoi vestiti che gli tolse e fece poi lo stesso con sé stesso, di modo che, poco tempo dopo, entrambi si ritrovarono nudi e ansimanti.

Erik sussultò al movimento improvviso di Clayton che lo spinse verso il materasso, ma il lenzuolo freddo lo accolse e non poté fare altro che sospirare di sollievo a quella frescura che oltre al corpo dell'alfa, nessuno era riuscito a dargli.
Clayton al contrario di Erik non aveva fretta e si mise tranquillamente a baciare e succhiare dolcemente la pelle del collo del minore che mormorò di bisogno sotto di lui.

Le labbra si incontrarono ancora e ancora e l'alfa scese con le dita lungo il petto del minore, lento, straziante. Non a caso Erik andava dietro ai suoi movimenti. In fin troppo tempo, arrivò all'entrata del minore che sfiorò solo fino a che l'omega non mugugnò di dolore, al bisogno che non veniva soddisfatto.
Un dito.
Un dito fu dentro di lui e finalmente poté gioire, sospirare e prendere aria, i polmoni più liberi, il cuore più leggero.

Clayton sorrise magnificamente, ma la sensazione di leggerezza durò poco e in un paio di minuti, Erik ebbe il bisogno di essere riempito, preso.
L'alfa non era più indeciso, ma fin troppo dolce e questo il minore non poteva sopportarlo. Non in quel momento almeno.
<<Alfa, alfa per favore>> lo supplicò, <<ti prego>> lo tirò per le spalle, baciandolo un'altra volta e finalmente, finalmente lo sentì entrare dentro di sé, il respiro gli si mozzò e gli occhi si chiusero ermeticamente. Si sentiva infinitamente più leggero.

*****

<<Quando intendevi partire?>> Dexter guardò il padre con occhi quasi sconfitti, era giovane, aveva da poco preso il comando, tuttavia gli occhi di Olcan erano sempre su di lui e non l'avrebbero lasciato ancora per molto. <<Sto cercando di capire cosa ne pensa lo zio. Ho fin troppi componenti del branco che vogliono venire, ho bisogno della famiglia. Tyson ed i suoi alfa hanno deciso di non partire per i figli, uguale Vasya, i gemelli, e i mate di conseguenza. Adwin e Shadow non intendono venire visto che Tyson, Jackson ed Owen non vengono. Non so. Zephir invece sì, anche Arrow e Yogi. Speriamo in bene.>>

Parole rivolte principalmente a sé stesso. <<Io e Caleb sì, ne abbiamo discusso ieri sera. Quindi fin'ora siamo, io, tuo padre, te, i tre del pianto e?>> Dexter ridacchiò alla loro definizione. Pianto era decisamente il modo più corretto per descriverli e non perché piangessero loro, quanto il fatto che fanno piangere di disperazione gli altri. Dexter odiava infinitamente quando i mate cercavano in tutti i modi di non stare con i compagni attraverso scuse inutili.

Come suo zio, decisamente come suo zio.

<<Obbligherò anche Clayton a venire!>> Entrò Caleb, <<mh. Sì, voglio tenerlo d'occhio, non mi fido di lui con Erik, da soli lì... Considerando che se venisse lui, Erik lo seguirebbe a ruota.>> I due annuirono.
Caleb però si illuminò, una folgorazione gli colpì il volto ed il suo solito sorrisetto impertinente riempì le guance.
<<Potrebbe essere che io abbia fatto venire l'heat ad Erik e che quindi lui e Clayton siano in camera di mio fratello. Ma non è certo eh, è solo una possibilità.>> Olcan si girò immediatamente verso di lui.

<<Tu hai fatto cosa?!>> Esclamò contrariato, anche se aveva capito benissimo, ma ciò che aveva capito non gli andava bene per nulla, davvero per niente. <<Hai lasciato Erik nelle mani di tuo fratello?! Oh santa Selene. Benedetta luna. Come cavolo hai fatto a farlo entrare in calore, Caleb?>>
Chiese quasi con disperazione ed il sorriso sul volto del marito si ampliò notevolmente, mentre Dexter, nel frattempo, che già conosceva la storia, si era defilato, uscendo dalla stanza e scomparendo da quell'aria di tempesta.

<<Beh a me sembra alquanto ovvio. Li ho obbligati a guardarsi. Non ci è voluto neppure così tanto, pensavo peggio sinceramente, Clayton non si è impegnato così tanto a resistere come avevo immaginato, ciò mi riporta al fatto che era decisamente colpa tua se lui non voleva stare con Erik.>> Il mugugno che fece Olcan fu una sufficiente risposta alla domanda del più giovane. <<Ma perché!!!>> Borbottò con affanno il maggiore. <<Mi ero impegnato così tanto a non farli incontrare, quelle poche volte che Clayton usciva dalla camera!>>
Caleb lo guardò con supponenza, scuotendo il capo esasperato.
<<Oh ti prego. Finiscila.>>
<<Spera solo che lo tratti bene>>
<<Lo farà.>>

La tana del lupo -i lupi vivono cinquecento anni-Kde žijí příběhy. Začni objevovat