La natura dei Draghi

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A molti, e probabilmente ai lettori più eruditi, potrebbe sorprendere il fatto che non esistono costruzioni draconiche degne di nota, considerate la potenza e l'intelligenza di tali ancestrali creature. Questo perché, seppur prosperi, la civiltà dei draghi è talmente "semplice" dal punto di vista estetico che essi si limitano a rimanere appollaiati su colline e montagne per tutto il giorno come qualunque altra creatura, come viene raccontato anche nelle storie; oppure, potrebbero aver creato in passato immense costruzioni, a noi sconosciute, che sono poi andate perdute nel tempo (nota 5)? In ogni caso, dopo che il Culto del Drago fu bandito e la loro specie non fu più la benvenuta a Tamriel, è probabile che i draghi preferirono rimanere nascosti alla popolazione, confinati in tane solitarie al sicuro da ladri e aggressori e cacciando cervi e altri animali delle boscaglie per sfamarsi. Di norma i loro covi erano situati nelle profondità delle montagne o nelle giungle, in caverne o miniere abbandonate, o anche in roccaforti fatiscenti; altre voltesi appollaiavano nei pressi degli insediamenti, costringendo gli abitanti locali a trasferirsi altrove. La serie classica di Re Edwarduna popolare serie di romanzi storici Bretoni sulla vita di un re vissuto molto tempo fa, descrive invece i draghi dell'antica Prima Era come delle pacifiche creature semi-divine che vivevano all'interno di isolati villaggi di montagna. Questi villaggi erano reperibili soprattutto in prossimità delle vette più alte delle catene montuose, dove i draghi potevano esercitare il volo senza alcun impedimento, cibandosi del bestiame che allevavano nelle fattorie.

Ma anche se furono scacciati dalla popolazione di Tamriel, cosa potrebbe averli indotti a nascondersi, se sono divini? La risposta è molto semplice: i draghi, seppur immortali, sebbene non vengano partoriti, possono comunque morire. Durante la Guerra dei Draghi, nell'Era Meretica, il loro numero fu decimato. Gli invasori Akaviri della tarda Prima Era pare che ne abbiano cacciati e uccisi a decine, prima e dopo essere stati sconfitti dall'Imperatore Reman Cyrodiil.

Alcune fonti sostengono che gli Akaviri usarono degli incantesimi ammazzadraghi, mentre altre affermano che costruirono delle trappole ingegnose. Un racconto parla addirittura di un veleno raro. Quando alla fine i draghi scomparvero completamente da Tamriel, la maggior parte della gente cominciò a ritenerli come i leggendari antagonisti di epiche storie e favole per bambini. C'è però da fare un appunto sulla questione: molti credevano (e credono tuttora) che i draghi fossero delle semplici bestie. I recenti eventi della Crisi del Drago dimostrano come i draghi non siano nient'affatto delle creature da sottovalutare: i draghi non sono bestie comuni, sono divini ma possono morire, ma non muoiono come qualunque altra entità vivente. Se proprio vogliamo fare un paragone per rendere meglio l'idea, si potrebbe pensare al legame anima-corpo dei Daedra, ma con i draghi la questione è un po' più diversa. La loro forma fisica può essere distrutta, e anche se sembra che siano stati uccisi, i draghi sconfitti non sono realmente "morti" e possono risorgere.

La persistenza delle anime dei draghi rimane ancora oggetto di intenso dibattito e i particolari arcani sull'argomento sono purtroppo fuori dalla mia area di competenza, ma posso affermare con certezza che tutte le ricerche finora condotte indicano che ciò è dovuto alle proprietà uniche delle loro anime, che persistono eternamente poiché il legame tra l'anima e il corpo fisico, nei draghi, è molto più forte rispetto a quello di un'entità mortale: carne e ossa costituiscono la forma di un drago ma, data la sua origine cosmica, non possiamo veramente confrontare questa carne e queste ossa con le nostre comuni essenze mortali.

Tuttavia, il legame tra anima e corpo si perde se l'anima viene assorbita da un suo simile: venendo consumata, l'anima garantisce al drago destinatario parte delle conoscenze e dell'essenza vitale del suo avversario caduto e fa sì che un drago morto sia distrutto in modo permanente. A questo punto, le capacità di qualsiasi rituale atto a farlo resuscitare restano al di là di ogni portata. La capacità di "divorare" le anime dei draghi caduti si estende anche agli eroi Sangue di Drago (Dovahkiin, nella lingua dei draghi), rendendoli così i più potenti degli ammazzadraghi.

È altresì possibile ricorrere alla magia dell'anima per recidere il legame tra un'anima draconica e i suoi resti fisici, anche se molti, tra cui Camilla Calsivius (nota 6), ritengono estremamente difficile credere che un negromante possa riuscire a manipolare un'anima draconica. Sugli effetti di tali incantesimi viene dibattuto accademicamente da secoli, domandandosi dove andrebbe a finire un'anima di drago se qualcuno riuscisse a strapparla dai suoi resti mortali: alcuni ipotizzano che un'anima draconica, una volta separata dai suoi resti fisici, possa semplicemente dissolversi nel tempo come sale nell'oceano, o potrebbe ricongiungersi al suo punto di origine; lo stesso padre Akatosh. In entrambi i casi, ogni tentativo di resurrezione (come la intendiamo noi) si dimostrerebbe impossibile – e rimane comunque una possibilità orribile.

In poche parole, la classica relazione tra "anima e corpo" su cui facciamo affidamento per spiegare la vita su Nirn potrebbe non essere abbastanza vasta per poter essere applicata anche sui draghi, e per tale argomento avremmo bisogno di scrivere numerosi tomi per poter articolare la faccenda.

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Nota 5: Esistono storie, narrate dai ladri [e sulle quali concordano anche diversi studiosi], in cui si afferma che nei tempi antichi i draghi del nord riuscirono in qualche modo a praticare l'arte della forgiatura, producendo manufatti strabilianti, o che edificarono imponenti strutture. Personalmente, anche se queste teorie possono sembrare totalmente assurde, suppongo che tutto sia possibile, parlando delle più remote epoche prive di tempo dell'antichità. Camilla Calsivius, nei suoi saggi e nelle sue interviste, ci fa notare come i draghi, governando sugli uomini attraverso i loro più fedeli seguaci nel loro Culto del Drago, abbiano probabilmente preferito lasciare che fossero i mortali a lavorare nella pietra e nel fango al posto loro. Come lei stessa afferma nel suo Draghi della Seconda Era: "quale sovrano che si rispetti costruisce da solo i propri monumenti? Pensate davvero che i Re di Na-Totambu abbiano preso vanga e piccone e costruito quelle meraviglie di pietra in Hammerfell? Oche Vivec abbia battuto il martello per costruire la sua appariscente città? Certamente no! Ecco a cosa serve una forza lavoro leale. Infine, bisogna ricordarci quanto siano profondamente antichi i draghi e quanto potrebbero sembrare bizzarre per loro le fatiche dei mortali. Provate a immaginare: i draghi hanno camminato sulla faccia di Nirn prima che il "Tempo" avesse un significato. Hanno assistito alla nascita di tutto ciò che è. Dove voi vedete "colline e montagne", i draghi probabilmente vedono esposte le maestose Ossa della Creazione stessa! Possiamo onestamente affermare che un antico castello è in qualche modo superiore alla maestà sublime delle vette più alte di Tamriel? Forse voi potete, ma io di certo no!".

Nota 6: Naturalista arcana e rinomata studiosa di draghi durante la Seconda Era, residente presso l'Università di Gwylim e membro onorario della Guardia del Drago; per ulteriori approfondimenti, consultare Draghi nella Seconda Era di Camilla Calsivius.

Draghi di TamrielWhere stories live. Discover now