Analisi dei Draghi: la leggenda, la storia, la cultura

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L'immortale figura del drago è una delle più ricorrenti nelle arcaiche mitologie ed epopee passate di Tamriel, evocando epiche battaglie spesso volte a celebrare l'ideale dell'eroe valoroso in lotta contro tale malvagia e spaventosa creatura, la più potente e indomabile delle entità viventi oltre che la più saggia e antica. Molte civiltà del passato ritenevano addirittura che le ossa e il sangue dei draghi possedessero proprietà magiche; non ci sono dubbi nell'affermare che i draghi siano, a loro modo, un'autentica fonte di magia e di spiritualità, un ponte che ci collega verso il piano degli Dèi.

L'ultimo avvistamento documentato di un drago a Tamriel, prima della omonima Crisi del 4E 201, risale ai tempi dell'Imperatore Tiber Septim. Egli fece un patto con gli ultimi draghi rimasti, giurando di proteggerli se, in cambio, essi lo avessero servito. Ma nonostante la promessa fatta, i draghi continuarono ad essere cacciati e uccisi. Non è chiaro se gli ultimi fuggirono da Tamriel, andando a nascondersi da qualche altra parte nel Nirn o se furono sterminati, ma sono di nuovo comparsi nel nostro continente all'inizio del III secolo della nostra Era.

L'origine dei draghi (nota 1) si perde nei meandri della storia, affondando le sue radici nella notte dei tempi. Sono una razza di rare e gigantesche bestie che si dice provengano dal lontano e misterioso continente di Akavir (lett.,'Terra del Drago'), sebbene alcune antiche storie parlino di draghi provenienti da Atmora. Tuttavia, malgrado il loro aspetto selvaggio e terrificante, sono dotati di una profonda intelligenza, con una cultura colta basata sulla filosofia; sono noti per la loro affinità con la magia che, tra le altre cose, non solo gli garantisce di avere una lingua tutta loro, ma li rende in grado di parlare e di comprendere anche quelle degli uomini e dei mer (se è vero che Tiber Septim trattò con loro), benché sprovvisti di labbra per poter articolare le parole.

Tuttavia, la loro più grande debolezza, a dispetto della loro forza, è la loro estrema sensibilità emotiva. I draghi si rivelano suscettibili a emozioni e sentimenti profondi quali orgoglio e malinconia; la loro natura diffidente li spinge a non fidarsi perfino dei loro stessi simili, vivendo spesso in solitario. Eppure, paradossalmente, i draghi temono la solitudine e la prigionia, che in maniera prolungata potrebbero condurli alla pazzia, per cui possono essere spinti a socializzare e a convivere in gruppi di pochi esemplari, seguendo una sorta di gerarchia naturale. Stando a quanto mi hanno confidato i pochissimi con cui sono riuscita a parlare, sembra che nutrano un particolare piacere nella conversazione.

Sono considerati essere i figli immortali di Lord Akatosh, che li creò a sua immagine. Ciò li rende particolarmente in sintonia con lo scorrere del Tempo (e forse anche estremamente vulnerabili), oltre a possedere un'innata volontà a governare sulle razze di Nirn (nota 2): nella mentalità di un drago, il potere e la verità sono la medesima cosa, quindi, se i draghi hanno il potere, essi sono i detentori della verità. Il loro diritto a governare sulle razze mortali è naturale e giusto. La loro lingua madre, la loro Voce, è composta essenzialmente da Thu'um, quelli che in tamrielico vengono definiti 'Urli', noti tra i mortali per generare una particolare forma di incantesimi non paragonabili a quelli praticati dai nostri maghi e stregoni, e che possono essere utilizzati in maniera innata dagli eroi Sangue di Drago, leggendari guerrieri (tradizionalmente Nord) in spoglie mortali con l'anima e il sangue di un drago.

Peri draghi, urlare [o Urlare] è naturale come mangiare o respirare. Per loro non c'è alcuna differenza tra discutere e combattere: ad occhi esterni, una conversazione tra draghi può facilmente essere scambiata per un combattimento, non essendoci in effetti molta differenza tra le due cose. Una lotta tra draghi è, in pratica, un vero e proprio duello verbale, mortale o meno, sprigionato dall'uso di una lingua tanto antica quanto potente e avvolta dal mistero.

Per lungo tempo i draghi sono rimasti confinati nelle terre di Akavir. Si dice che il divino Tosh Raka, il Re-Drago del popolo-felino di Ka'Po' Tun (lett., "Impero della Tigre-Drago"), riuscì addirittura a trasformarsi nel più grande drago del mondo conosciuto, dal manto arancio e nero e pieno di "idee interessanti". A quei tempi, dopo che il popolo-serpente ebbe divorato tutti gli uomini, rivolsero la loro attenzione sui draghi: riuscirono a dominare i Draghi Rossi, ma i Draghi Neri fuggirono alla volta di Ka' Po' Tun. Divampò una feroce guerra che indebolì sia i felini che i serpenti e sterminò i draghi rimasti. Da quel tempo, il popolo-felino tentò di trasformarsi in draghi, e quando Tosh Raka riuscì nell'impresa, Ka' Po' Tun divenne l'impero più vasto di Akavir, assai più forte di quello degli Tsaesci – sebbene non per mare.

Benché la versione più accreditata associa i draghi al continente di Akavir (nota 3), non esiste una vera e propria storia sulla loro effettiva nascita (nota 4). Secondo i Dremora interrogati dall'Accademia dei Sussurri in tempi passati, essi "esistevano già ed esistono tutt'ora. Eterni, immortali, immutabili e caparbi, i draghi non vengono partoriti, né covati, non si accoppiano, né procreano." L'Arcimago Shalidor, a proposito sull'origine e la natura dei draghi, scrisse che "i draghi sono esistiti dall'inizio del Tempo nell'Era dell'Alba, come una specie di spiriti affini [...], e una relazione minore con lui o con i suoi figli o con una parte di lui che si è separata quando il Tempo ebbe inizio o [...]. All'inizio i draghi erano selvaggi e incivili, come ogni altra cosa. Fu Alduin, il Primogenito e il [...] di Akatosh, a creare la loro civiltà." I miti dei Nord dicono che, in questi primi remotissimi anni di esistenza, i draghi erano le uniche creature che potevano sfruttare il potere della loro Voce come fonte magica, ma non potevano parlare senza una "Vera Necessità," poiché la Voce avrebbe potuto generare tremendi cataclismi, oscurare il cielo e inondare la terra. Non esistono esempi documentati di uova o di piccoli di drago; nell'area della Baia Iliaca circolavano storie di simili creature, ma finora si sono rivelate tutte false: le uova in realtà appartenevano ad altri rettili, mentre i piccoli "draghi" erano semplicemente delle lucertole più grandi, senza alcuna relazione con i veri draghi.

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Nota 1: dov o dovah nella loro lingua madre; drah-gkon e dov-rha in Atmoriano; aka in Ehlnofex e tosh in un perduto dialetto Nede.

Nota 2: La naturalista esperta in materia draconica Camilla Calsivius (v. nota 6) spiega che i draghi sono conquistatori per natura, con una sete di dominio che non è dissimile dal nostro bisogno di "acqua in un deserto". I draghi hanno bisogno di mettere in ginocchio il mondo.

Nota 3: Un tempo si credeva che i draghi fossero nativi di Vvardenfell; tuttavia, l'idea è stata abbandonata una volta considerata meglio l'ostilità dell'ambiente. Questo perché gli Skylamp, quelle terrificanti creature alate originarie di Morrowind descritte come delle "grandi sacche di gas con lance al posto delle zampe", molto simili ai Rapaci delle Rupi nel temperamento, sono generalmente ritenuti i "predatori naturali" dei draghi. Un'idea davvero molto strana da credere. Sarebbe logico pensare che anche i Rapaci delle Rupi potessero altrettanto rivelarsi una minaccia naturale se attaccassero un drago a branchi, o a stormi. Può darsi che un tempo vivessero (o quasi) draghi su Vvardenfell, ma che furono costretti a trasferirsi per via di quegli uccellacci giganti che li cacciavano. Altri ipotizzano che i draghi se ne andarono perché la catena alimentare in Morrowind si era interrotta, a causa della natura famelica dei Rapaci delle Rupi: essi erano così numerosi che il cibo era divenuto scarso per i draghi, spingendoli a cercalo altrove – se fossero rimasti e avessero ucciso tutti i Rapaci, il cibo sarebbe stato comunque poco. O, più semplicemente, è stato proprio grazie alla presenza di tutte queste voraci bestie, gli Skylamp e i Rapaci delle Rupi, che i draghi non sono mai esistiti nelle terre dei Dunmer.

Nota 4: Lady Cinnabar di Taneth, rinomata studiosa Redguard autrice di una moltitudine di opere tra cui Ordini Cavallereschi di High Rock, Frammenti Eterici e La Congrega di Glenmoril (basta che entriate in una qualsiasi libreria per trovarli, ma sicuramente ne avrete già sentito parlare), affermò in un'intervista: "poiché i draghi esistevano anche prima dell'inizio del tempo lineare nell'Era dell'Alba, il concetto di 'origine' è difficile da applicare alla specie".

Draghi di TamrielWhere stories live. Discover now