Tu non sei Alexis!

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Nota: ho scritto questo libro quando avevo 14 anni. Ero ancora una bambina e avrete sicuramente modo di constatarlo furante la lettura. Nonostante questo, ad oggi sono molto contenta del risultato e spero piaccia anche a voi. Buona lettura!

~*~

Sono Kensy Blye, una normale diciassettenne. Abito a Nashville con la mia migliore amica Alexis.

Ci conosciamo praticamente da sempre, siamo cresciute insieme ed è forse per questo che ci reputiamo sorelle.
Siamo venute a vivere a Nashville al compimento dei miei diciassette anni, quando i miei genitori mi hanno regalato un appartamento per il mio compleanno.
Quindi sia io che Alex abbiamo abbandonato Boston per recarci qui. 

"Ken?" sento tirarmi per la maglietta. Giro la testa verso la bionda al mio fianco, guardandola con un'espressione interrogativa. "Voglio quella maglia!" afferma decisa, indicando un tessuto addosso ad un inquietante manichino posto dietro ad una vetrina. 

"Io vado a prendermi qualcosa da bere, tu vuoi qualcosa?" chiedo indicando il bar a poca distanza da noi. 

"Il solito." sorride prima di correre dentro il negozio d'abbigliamento femminile. Mi dirigo a passo lento verso il bar, ordinando due frappuccini. Aspetto il mio ordine seduta ad uno dei tanti tavoli liberi, giocando distrattamente con il mio cellulare.

"Ecco a lei il suo ordine." mi sorride cordialmente il cameriere, ponendo sul tavolo i due bicchieri. Ricambio il sorriso, riportando poi lo sguardo sul mio cellulare. 

"Kensy!" Alexis grida il mio nome facendo sì che tutti si voltino verso di lei. La bionda sorride imbarazzata, raggiungendo frettolosamente il mio tavolo. 

"Non passi mai inosservata tu." sogghigno riportando il mio telefono dentro la borsa. 

"Non sei divertente." borbotta. "Mi ha chiamato Louis poco fa." afferma sfoggiando un bellissimo sorriso. Alzo gli occhi al cielo, incrociando le braccia al petto.
Louis è il fratello di Alexis, sia lui che lei sono stati adottati dalla famiglia Ren, ma da quando i due coniugi sono morti, Alex e Louis hanno cominciato a frequentarsi e non affatto come sorella e fratello.
Non fraintendetemi, non ho niente contro la loro relazione, ma ultimamente Alex non fa altro che andare e venire da Boston, dove attualmente abita il suo ragazzo.
Quello sfaticato potrebbe almeno una volta prendere l'aereo e venire lui a Nashville. 

"E cosa ha detto?" chiedo sapendo però la risposta. 

"Questa sera prenderò un aereo per Boston, passeremo il fine settimana insieme." risponde titubante. Mi alzo scocciata dalla sedia, prendo il mio bicchiere ed esco dal bar, ignorando i continui richiami di Alexis. Sono gelosa, okay? Passa più tempo col suo ragazzo che con me. "Andiamo Ken, non fare così." mi raggiunge. 

"Sai che c'è? Puoi anche rimanere a Boston, io me la caverò da sola." sputo acidamente, continuando a camminare. 

***

"Allora io vado." dice Alex trascinando con se una valigia. "Ci vediamo tra qualche giorno." continua. Rimango sdraiata sul divano, senza rivolgerle parola. E' da questo pomeriggio che non lo faccio, e non ho intenzione di cominciare adesso. "Beh, quando smetterai con questo tuo comportamento infantile chiamami, okay?" domanda disperata.
Guardo il soffitto, concentrando maggiormente la mia attenzione sul lampadario. Alexis sbuffa, uscendo dall'appartamento. Alzo gli occhi al cielo, alzandomi in fretta dal divano.
Mi avvicino alla finestra che da sulla strada, aspettando di vedere Alex. Pochi minuti dopo la vedo camminare fino a raggiungere un taxi e, prima di salire nell'auto alza lo sguardo verso la mia direzione, come se fosse a conoscenza della mia presenza. Mi allontano in fretta dalla finestra, entrando in camera mia. 

***

Guardo per l'ennesima volta la sveglia. E' quasi mezza notte ed io non riesco a prendere sonno. I sensi di colpa mi stanno divorando, mi sto rendendo conto di essere stata davvero troppo infantile ed egoista. Dovrei lasciar vivere Alex, lasciarla essere felice con Louis. Devo parlarle. 

Mi alzo dal letto, buttando a terra le coperte, prendo il mio pc da sopra la scrivania, ritornando a sedermi sopra il mio comodo letto. Accendo il computer, cliccando successivamente sull'icona di Skype. Alex dovrebbe essere già arrivata a Boston e, per quanto ne so, lei è sembra connessa a Skype. Male che vada interrompo la sua scopata con Louis. 

Scrivo il suo numero nell'apposito spazio, mandando poi la chiamata. Gioco distrattamente con alcune ciocche dei miei capelli, chiedendomi perchè ci sta mettendo così tanto ad accettare la mia chiamata. Forse è arrabbiata con me. Sospira abbassando lo sguardo, sussultando quando un tintinnio mi avvisa che la chiamata è stata accettata. 

"Okay, ho sbagliato, mi dispiace Alex, possiamo..." mi interrompo quando, alzando lo sguardo, mi rendo conto di non star parlando con la mia migliore amica, ma con un ragazzo mai visto prima. "Ma tu non sei Alexis!" esclamo. "Chi diavolo sei?" chiedo poi. 

Il ragazzo mi guarda con un espressione divertita, passandosi la mano tra i capelli biondi. 
"Sei stata tu a chiamarmi, dovrei essere io a chiedertelo, non trovi?" sogghigna. Mi mordo il labbro inferiore, notando solo ora il fatto che non indossa una maglietta. Accidenti, copriti ragazzo. 

"Sono Kensy e credo di aver appena sbagliato numero." dico imbarazzata. Mi regala uno dei più bei sorrisi che io abbia mai visto, leccandosi poi il labbro inferiore. "Tu chi sei?" chiedo tenendo gli occhi fissi sullo schermo, all'altezza dei suoi magnifici occhi. Questo ragazzo sta ricevendo troppi complimenti da parte mia, non va bene. 

"Sono Justin." si presenta. Più continua a guardarlo, più mi rendo conto che ha un aria dannatamente famigliare. Il suo nasino alla francese, le sue labbra a cuoricino, i capelli biondi. Che diamine, mi sembra quasi la fotocopia di Alexis ed è inquietante. 

"Non è possibile."

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