Capitolo Ventitrè

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Pochi minuti dopo vidi Draco entrare nella sala grande. Quando mi vide subito parve sollevato che fossi viva. Anch'io fui pervasa dal sollievo e corsi ad abbracciarlo. Quando vide Carl a terra ricoperto di sangue chiese cosa fosse successo ed io gli dissi tutto. Quando finii, però, vidi il suo volto rabbuiarsi.

"Sono nella foresta" disse "mia madre, mio padre, con Voldemort. Io mi sono nascosto. Io non.."

Gli accarezzai il volto. Lo feci sedere tra me e Thomas accanto a dov'era allungato Carl. Non potevamo far altro che aspettare.

All'alba sentimmo un gran numero di persone marciare verso la scuola, ormai quasi completamente distrutta. Ci riversammo fuori. A capo del gruppo c'era Voldemort con la sua schiera di alleati ancora in vita al seguito, Hagrid, tenuto da delle corde, portava in braccio un ragazzo. Poi il Signore Oscuro parlò "Harry Potter è morto."

Quelle parole volevano dire che Voldemort aveva vinto, colui che avrebbe dovuto salvarci non era più tra noi.

"Harry Potter è morto. Da oggi in poi porrete la vostra fiducia in me" continuò Voldemort con tono soddisfatto, ridendo addirittura.

"Adesso è il momento di dichiararvi. Venite avanti e unitevi a noi. O morirete."

Dal gruppo di fronte a noi, tra i mangiamorte, si alzò piano una voce. "Draco"

Era suo padre, Lucius. Draco non si mosse.

"Avanti Draco" disse ancora Lucius con un cenno della mano e con volto imbarazzato. Ma niente.

Draco teneva i pugni chiusi, stretti, combattendo contro se stesso. Teneva lo sguardo basso, pieno di paura, ma non si mosse.

"Draco." Stavolta fu sua madre a chiamarlo. Riconobbi la sua voce ferma e risoluta, la stessa che mi aveva parlato in quella prigione. Appena sentì sua madre Draco alzò lo sguardo. Stava per andare, stava per mollare. Gli serviva una ragione per restare.

Strinsi forte la sua mano ora aperta, incrociai le mia dita tra le sue, senza dire una parola. Non ce n'era bisogno. Io ero lì, per lui, dal primo momento ero stata lì per lui e lui lo sapeva. Stavolta non era solo, non doveva andare contro la sua famiglia da solo.

Lui non si mosse, rimase lì, al mio fianco. Strinse anche lui la mia mano e capii che sarebbe rimasto.

Il padre iniziò a guardarsi intorno agitato, Narcissa invece non si mosse, incrociò il mio sguardo. Sollievo. Riconobbi il sollievo che vidi negli occhi di mia madre sulla porta di casa appena tornai. Il sollievo di una madre che per la prima volta sapeva il figlio al sicuro, lontano dall'oscurità.

Fu Neville ad avanzare, zoppicava, era ferito. Venne deriso da Voldemort e dai suoi seguaci, credettero davvero che stesse per allearsi con loro, ma Neville ci incitò a combattere, nonostante la morte di Harry. Non potevamo arrenderci lì, ad un passo dalla vittoria.

Aveva un cappello in mano e da quello estrasse una spada e in quel momento il corpo in braccio ad Hagrid saltò giù.

Harry non era morto.

Iniziarono a combattere, il gruppo di mangiamorte di diradò, la maggior parte fuggirono e tra quelli c'erano i genitori di Draco che andarono via senza guardarsi indietro.

Ora dovevamo dare tutti noi stessi, era di nuovo il momento di combattere.

Harry e Voldemort svanirono, un mangiamorte attaccò Thomas disarmandolo e ferendolo ad una mano, ma Draco lo uccise senza titubare.

Passarono minuti, minuti interminabili in cui lampi di luce stagliavano le stanze di una Hogwarts in macerie.

Ad un certo punto Harry riapparve con Voldemort lì dove era stata proclamata la sua morte. Duellarono, un lampo di luce verde uscente dalla bacchetta di Voldemort si scontrò con un lampo di luce rossa proveniente dalla bacchetta di Harry, ma qualcosa mancava. Il serpente. Il serpente da cui Voldemort non si separava mai e che Harry aveva raccomandato di uccidere era morto.

Questo voleva dire che tutti gli Horcrux erano stati distrutti, quello era lo scontro finale. Ma Voldemort era debole, alla fine cedette, la sua bacchetta saltò via dalla sua mano e lentamente il suo corpo si distrusse. Migliaia di pezzi volarono nell'aria.

Il Signore Oscuro era stato distrutto. La battaglia era terminata.

Guardai Thomas negli occhi, poi Draco. La consapevolezza che fosse tutto finito apparve nei loro sguardi. Io corsi da Carl e vidi che era sveglio, aveva ripreso conoscenza.

"Carl! Abbiamo vinto, è finita, ce l'abbiamo fatta! Voldemort è morto!"

Senta pensare al fatto che dov'era la ferita potesse fargli ancora male mi gettai e lo abbracciai.

"Aly!" Gridò facendo una smorfia di dolore, ma rideva.

"Devo presentarti una persona Carl." Dissi io.

Affianco a noi c'era ancora Alice con sua sorella. "Piccola puoi venire un momento?" Le dissi avvicinandomi a lei e portandola da mio fratello.

"Carl, lei è Alice. Ti ha salvato la vita con una pozione."

"Piacere di conoscerti Alice, ti ringrazio tanto" disse Carl cercando di sedersi con l'aiuto di Tom e Draco.

"Piacere mio" disse la piccola con un enorme sorriso sul volto, per poi correre di nuovo da sua sorella.

"Grazie anche a te, per averci salvati tutti da quel mangiamorte e per essere qui ora." Disse poi Carl rivolgendosi a Draco che annuì grato. Poi si allontanò, guardandosi intorno.

"Draco" dissi io piano.

"Non so dove andare, non ho un posto in cui stare, non ho più un galeone, non so cosa fare della mia vita. Non ho mai pensato ad un'alternativa. Mi sono sempre visto come mio padre e..."

Era agitato, perso.

"Draco, tu ora hai me. La mia famiglia sarà felice di accoglierti ed il padre di Tom quando saprà che gli hai salvato la vita di sicuro si offrirà di aiutarti. Non devi preoccuparti."

Lo abbracciai, cercando di tranquillizzarlo. Poi vidi Tom avvicinarsi.

"Aly ha ragione. Ho dovuto ricredermi sul tuo conto. Sei stato vicino ad Aly, le hai salvato la vita in quella prigione. Poi hai salvato me. A pensarci bene ben due volte." Sorrisero entrambi. Poi Tom gli porse una mano. "Tregua Malfoy?"

Draco la strinse. "Tregua."

Appena Carl poté alzarsi tornammo a casa, tutti insieme.

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