Capitolo Nove

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Io e Draco corremmo ai suoi allenamenti. Mi sedetti sugli spalti e tutti i ragazzi che erano lì, come previsto, iniziarono a farfugliare. Come ha detto Draco li lasciai fare, era quasi divertente.

Quando riuscì a prendere il boccino esultai addirittura e lui si girò verso di me divertito facendomi l'occhiolino. A quella vista Pansy, anche lei sugli spalti, prese le sue cose e andò via, invece Blaise venne vicino a me e disse "Ti ha dato una bella strigliata Lumacorno?"

"In realtà no" dissi io "Non mi crede colpevole"

"Ottimo allora! Ma cosa avete in mente tu e Malfoy?" chiese sempre con il suo sorriso smagliante.

Mi scappò una risata e gli dissi che non avevamo nulla in mente e che ci stavamo solo divertendo.

A fine allenamento Draco venne vicino a noi sugli spalti, ma mentre ci stava raccontando di come era riuscito a prendere l'ultimo boccino la faccia di Blaise rabbuiò facendo svanire il suo sorriso ed indicando con un cenno del capo l'ingresso del campo. Draco si girò ed anche il suo volto si fece serio, così guardai anche io in quella direzione per capire cosa stesse succedendo e tutto ciò che vidi fu Piton. Draco andò da lui, senza salutarci ed in modo seccato. Piton gli prese il braccio con una certa violenza e andarono via insieme.

Blaise si congedò con una certa urgenza e mi lasciò lì da sola.

Ma cosa stava succedendo? Il tutto era stato molto strano e al quanto insensato. Perché Piton aveva trattato così Draco? E perché alla sua vista lui e Blaise avevano cambiato atteggiamento?

Interdetta presi le mie cose e andai via anch'io, verso il dormitorio. Avevo molto da studiare.

Quando vidi che nella sala comune c'erano Tom e Luna, senza dire nulla presi le mie cose e me ne andai in biblioteca, così sarei stata da sola. Ma così non fu.

Mentre ero presa a studiare difesa contro le arti oscure sentii una voce, "Posso?"

Alzai lo sguardo e vidi che era Harry.

Io ed Harry non siamo mai stati grandi amici, non lo frequentavo molto, ma lo ammiravo. Il suo coraggio e la sua determinazione mi avevano sempre affascinata. Avevo sempre creduto a lui per quanto riguardava Voldemort, anche quando il ministero voleva farlo passare per un bugiardo.

"Prego" dissi e si sedette accanto a me.

"Luna ci ha detto ciò che è successo" mi disse cautamente.

Immaginavo L'odio di Harry nei confronti di Draco era noto a tutti e si può dire che fosse abbondantemente ricambiato. Dal primo anno sono sempre stati rivali. Ma non siamo mai stati tanto amici da pensare che sarebbe venuto da me apposta a mettermi in guardia.

"E?" chiesi io, quasi con ario di sfida.

"Alison, Draco è pericoloso".

"Sarai la decima persona che me lo fa presente. Peccato che non abbia riscontrato nulla di pericoloso in lui." risposi contrariata.

"Aly, mi ha rotto il naso sul treno. E per di più"

Si interruppe.

"Per di più?" lo incitai a continuare

"Per di più io, Ron ed Hermione lo abbiamo visto con sua madre da Magie Sinister."

Magie Sinister non era un luogo particolarmente raccomandabile, ma questo non voleva dire nulla

"E allora?" chiesi cercando di fargli concludere il discorso.

"Alison, allora Draco è o sarà presto un mangiamorte."

"Solo perché era da Magie Sinister? Senti Harry, lo apprezzo molto, ma so badare a me stessa. Ora se non ti dispiace devo studiare." dissi calando lo sguardo sui libri, sperando che se ne andasse al più presto.

"Va bene, come vuoi. Ma fa attenzione." e così andò via.

Continuai a leggere e studiare, ma... Che ci faceva Draco da Magie Sinister? Quel luogo era notoriamente frequentato da mangiamorte, perché lui era lì con sua madre.

Ma dai Aly smettila! Cosa vai a pensare.

Riuscii a concentrarmi di nuovo e quando controllai l'orario era tardissimo, avevo saltato la cena, dovevo tornare subito in dormitorio.

Uscii dalla biblioteca e mi incamminai. Era buio, di notte Hogwarts fa quasi paura.

Stavo camminando a testa bassa, un po' assonnata, quando urtai qualcuno. Emisi un piccolo urlo, mi spaventai a morte, chi diamine c'era a quest'ora nei corridoi? A parte me...

Alzai la testa e... "Draco?"

"Alison! Che ci fai qui a quest'ora?" aveva gli occhi sgranati, sembrava anche lui spaventato e molto sorpreso di vedermi. Girai la testa verso dove era rivolto lui e notai una porta, sapevo benissimo cosa ci fosse al suo interno.

"Potrei chiederti la stessa cosa Ma che ci facevi nella stanza delle necessità?"

"Ehm... Cercavo una cosa." disse ansioso. Un po' vaga come risposta, che altro si può fare nella stanza delle necessità se non cercare qualcosa.

Lo guardai sospettosa.

"Andiamo a dormire, è tardi, se ci beccano finiamo nei guai" disse nervosamente trascinandomi via di lì. Mi dimenai. "Aspetta un attimo" dissi "cosa stavi cercando lì dentro da dover venire di notte?"

Mentre pensava a cosa dire, sempre più agitato, sentii qualcuno arrivare dal corridoio.

Era Piton. Ancora. Ma perché ovunque andasse Draco c'era sempre lui?

"Che ci fate voi due nei corridoi a quest'ora?" Chiese con la sua solita aria calma e minacciosa allo stesso tempo. In molti avevano paura di lui, io non l'ho mai temuto, ma in quel momento ero a rischio, non si può girare nei corridoi di notte, è contro le regole.

"Stavamo tornando nei dormitori" cercò di dire Draco.

"Tu sta zitto! Signorina Smith vada immediatamente a letto se non vuole essere punita." disse Piton.

"E Draco?" chiesi io.

"Sarò lieto di accompagnare il signor Malfoy nel suo dormitorio, vada pure e si sbrighi."

Draco non sembrava affatto preoccupato per Piton. Era preoccupato perché lo avevo trovato lì.

Non ribattei e andai via.

I corridoi erano silenziosi e sentii per un attimo Draco dire "Mi vuole lasciare in pace!" rivolto al professor Piton, il quale lo zittì.

Era davvero molto strano Prima agli allenamenti, poi qui. Che stava succedendo tra Draco e Piton?

Arrivata nella sala comune dei Corvonero trovai mio fratello Carlos.

"Di nuovo sveglio fino a tardi?" gli chiesi.

"E tu di nuovo fuori a quest'ora?" ribattè.

"Ho perso la cognizione del tempo in biblioteca" risposi mostrando i libri. Non gli dissi nulla dell'incontro con Draco e Piton. Mi allungai sul divano dov'era seduto e misi la testa sulle sue gambe.

Rimanemmo lì a parlare un po' del più e del meno fino ad addormentarci.

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