Capitolo Diciotto

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Passarono mesi.

Ormai gli unici momenti di luce erano quelli in cui Narcissa mi portava il cibo e scambiava poche parole con me e quando Draco veniva a farmi visita.

Un giorno però qualcosa cambiò.

Draco venne nella mia cella facendomi segno di non parlare, mi prese un braccio e disse "Ora vieni con me. Non fiatare."

Uscimmo dalla cella, camminammo lungo un corridoio e poi aprì un cancello. C'erano delle scale. Prima di lasciarmi scendere disse "Se qualcuno chiede come tu sia arrivata qui di che ti ci ho portato io. Aly, non pensare a me, mettiti in salvo." Mi spinse giù senza darmi la possibilità di rispondere, chiuse il cancello e scappò via.

Ancora confusa scesi le scale e il mio cuore si scaldò come non accadeva da ormai troppo tempo. "Luna!" dissi correndole in contro. Poi però realizzai che anche lei era prigioniera. "Da quanto sei qui?" chiesi agitata. "Non molto" rispose lei con quella calma rassicurante che mi era tanto mancata "Tu piuttosto, sei qui da quanto? Thomas e Carl sono preoccupati per te"

"Mesi. Sono qui da mesi, ma sto bene. Non mi hanno toccata." Cercai di rassicurarla.

"Non si direbbe che tu stia bene" disse guardandomi da capo a piedi.

Non immaginavo nemmeno l'aspetto che potessi avere.

Mentre ci rassicuravamo l'una con l'arta sentii dei rumori dal fondo della cella. "C'è qualcun altro?" chiesi a Luna.

"Oh si. Venite fuori è solo una mia amica" disse lei.

Dai buio vennero fuori un anziano signore, lì per lì irriconoscibile, ma appena mi disse che era il signor Olivander, il venditore di bacchette, riconobbi i lineamenti dietro al viso stanco e addolorato. Doveva essere lì da un po'.

C'era anche un'altra persona, un folletto.

Mi presi un attimo per guardare quella nuova cella, era molto più grande, illuminata dalla luce che passava dalle inferriate del cancello.

"Sono sicura che Harry verrà presto a liberarci" disse Luna.

Mi resi conto che non sapevo nulla di ciò che stava accadendo lì fuori. Le chiesi di Hogwarts, di Carl e Thomas. Lei disse che da quando era morto Silente molti non erano più tornati a scuola. La maggior parte dei ragazzi erano andati via il giorno seguente e Piton era il nuovo preside. Il mondo, magico e babbano, era diventato estremamente pericoloso ed Harry stava cercando un modo per sconfiggere Voldemort. Per quanto riguarda Carl, non ha mai smesso di cercarmi. Ha tentato anche di entrare qui, ma non ci era riuscito. Thomas lo stesso. Avevano deciso di dividersi per avere più possibilità di trovarmi. Poi mi resi conto che nemmeno sapevo dove effettivamente mi trovassi.

"La villa dei Malfoy" mi disse.

Da un lato ero felice che Carl non fosse riuscito ad entrare, sicuramente lo avrebbero torturato e ucciso e magari avrebbero scoperto che siamo mezzosangue e avrebbero fatto lo stesso con me, la mamma e il papà.

Dopo solo due giorni la situazione si animò.

Nella nostra stessa cella, come Luna aveva pensato, vennero portati Harry e Ron.

"Luna, Alison" disse Harry. Poi delle urla provenienti dal piano di sopra riempirono la cella. Era Hermione, era rimasta sola con Bellatrix.

Qualcuno poi scese le scale, un omuncolo con denti da roditore aprì il cancello e disse al folletto di andare con lui. Quando furono andati via dal nulla in mezzo a noi apparve un elfo domestico

"Dobby!" disse Harry. "Che ci fai qui?"

"Dobby è venuto a salvare Harry Potter naturalmente"

L'elfo poteva smaterializzarsi per entrare e uscire dalla villa dei Malfoy.

"Allora Dobby, devi portare Luna, Alison e il signor Olivander" iniziò Harry

"A Villa Conchiglia" finì Ron.

"No!" feci io, io resto con voi. Nessuno si oppose.

"Quando è pronto lei signore" disse Luna a Dobby.

"Signore? Lei mi piace moltissimo" disse l'elfo prendendo lei ed Olivander per mano e in un attimo svanirono.

Subito dopo l'omuncolo di prima tornò e appena aprì il cancello qualcuno da sopra le scale lo mise fuori gioco. Era l'elfo, Dobby, era già tornato.

Ron mi diede una bacchetta e corremmo tutti verso il piano di sopra, senza far rumore.

Arrivammo in un'enorme sala e ci nascondemmo. Hermione era stesa a terra e Bellatrix interrogava il folletto a proposito della sua camera blindata.

Appena Bellatrix si avvicinò di nuovo ad Hermione Ron scattò, disarmò Bellatrix e subito arrivarono Lucius, Narcissa e Draco.

Harry attaccò Lucius, Ron invece lanciò un incantesimo a Narcissa. Quando Draco mi vide parve sollevato. Si fermò un istante e poi mi attaccò disarmandomi. Io rimasi paralizzata, poi Harry venne accanto a me e attaccò Draco. Poi Bellatrix urlò di mettere giù le bacchette. Aveva Hermione in ostaggio. Disse a Draco di prendere tutte le bacchette.

"Uh guarda chi c'è, il signor Harry Potter, giusto in tempo per il Signore Oscuro. Chiamalo!" ordinò Bellatrix a Draco, ma lui non lo fece. Suo padre prontamente alzò la manica della giacca scoprendo il marchio nero, ma prima che lui potesse fare qualsiasi cosa si udì un rumore dall'alto.

Era Dobby, sul lampadario che lo maneggiava e dopo poco questo cadde in mezzo alla stanza. Hermione si spostò giusto in tempo buttandosi tra le braccia di Ron.

Harry corse verso Draco e prese tutte le bacchette.

"Potevi uccidermi!" urlò Bellatrix.

"Dobby non intendeva uccidere" disse l'elfo con voce tremante.

Narcissa stava sollevando la bacchetta quando Dobby la disarmò.

"Come osi togliere la bacchetta a una strega? Come osi sfidare i tuoi padroni?" sbraitò Bellatrix.

"Dobby non ha nessun padrone. Dobby è un elfo libero! E Dobby è venuto a salvare Harry Potter e i suoi amici." A quelle parole l'elfo allungò le mani.

Sapevo che se avessi preso la mano dell'elfo ci saremmo smaterializzati via di lì. Ma non potevo far nulla lì prigioniera, dovevo trovare la mia famiglia, assicurarmi che stessero tutti bene e poi avrei potuto far qualcosa per Draco, liberarlo dalla sua famiglia e da Voldemort.

Presi il braccio di Dobby ed in un istante fummo su una spiaggia.

Ero libera, libera da quella prigione, dalle torture.

La luce del sole mi accecò. C'era anche Luna sulla battigia e ci corse in contro.

Poi Harry urlò. Dobby era ferito. Bellatrix aveva lanciato la sua bacchetta che lo aveva colpito.

Il folletto non ce la fece. Io non lo conoscevo, ma mi aveva appena salvato la vita. Harry, Ron ed Hermione invece lo conoscevano molto bene. Harry volle seppellirlo, dedicargli una tomba.

Io li lasciai soli in quel momento ed entrai nella villetta che c'era a pochi metri dalla riva.

"Sono Bill Weasley, piacere di conoscerti. Lei è mia moglie Fleur." Fu il fratello di Ron ad accogliermi.

"Alison, piacere mio." Dissi io timidamente.

"Cara ora ti do una stanza e qualche vestito pulito." Mi disse Fleur con gentilezza. Le sorrisi.

Ancora non riuscivo a realizzare che dopo mesi finalmente fossi fuori da quel posto. Dovevo avvertire Carl, i miei genitori, Tommy. Ma prima vidi che c'era uno specchio. Mi guardai e non mi riconobbi. Il viso pallido e scavato, occhiaie pronunciate, labbra spaccate. Ero un'altra persona. Non sarei più stata la stessa.

TAKE CARETempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang