Capitolo 4.

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Apro gli occhi lentamente. Credo di trovarmi steso sui sedili posteriori di un'auto e dalla capote aperta posso vedere l'alba. Mi alzo e cerco di capire che diavolo è successo. Non so nemmeno dove mi trovo e chi mi ci ha portato.

- Ti sei svegliato -
Mi volto di scatto e vedo Dylan.
- Dove sono? - chiedo secco.
- Siamo a Charity Park -
- Perché mi hai rapito? -
- Primo non ti ho rapito, e secondo ti ho salvato la vita -

Inizio a ricordare tutto quello che è successo ieri notte:
- Grazie -
- Di nulla. Stai bene? -
- Si, credo di si. Come mi hai trovato? -
- Ero lì anch'io e ti ho visto -
- Ah -

Dylan si volta verso di me, poggiando il braccio sul sedile anteriore della sua Cadillac:
- Mi dispiace per quel pomeriggio -
- Non importa, ho esagerato -
- Puoi perdonarmi? -
- Si -

Fa il suo solito mezzo sorrisetto e si volta di nuovo:
- Ti riporto a casa. Ho avvisato i tuoi -

[...]

Quando arrivo di fronte al giardino vedo Shawn, Travor ed i miei a testa bassa. Li raggiungo confuso:
- Ma cosa succede? -

Mamma, papà e Travor rientrano in casa e Shawn scoppia in pianto:
- Shawn ma che hai? -
- Mi dispiace Jonathan, mi dispiace tanto - sussurra tra le lacrime.
- Ma di che parli? - inizio a spaventarmi sul serio.
- Non siamo stati svelti a tirarla fuori -
- Shawn! Di cosa stai parlando!? -
- Di ieri notte. Maggie...lei, lei è stata presa dell'incendio -
- Cosa? - sento le lacrime spiegarmi sul viso e corrodermi le guance.
- È morta Jonathn. Mi dispiace -

Scoppio a piangere e cado in ginocchio. Shawn prova a consolarmi, ma nessuno può.
Maggie era la mia migliore amica, la prima persona con cui ho fatto amicizia in California, era mia sorella.

Mio madre ci raggiunge. Si china verso di me e mi poggia una mano sul viso:
- Tesoro, mi dispiace tanto. Forse potrebbe consolarti Colette -
- Fanculo Colette! Non vale un millesimo di quanto valeva Maggie! Sei solo una merda! -

Mi alzo di scatto e corro verso il bosco dietro casa. Non so dove sto andando, ma voglio stare da solo e non ho intenzione di fermarmi.

Le lacrime continuano a scendere e mi impediscono quasi di vedere.
Di colpo sbatto contro qualcuno:
- Fermati Jonathan! - Mi blocca Dylan.
- Lasciami in pace! Vattene! -
- Vuoi davvero che me ne vada? -

Lo guardo un secondo, poi faccio segno di no con la testa e mi butto tra le sue braccia in pianto.
Il mio cuore sta lentamente tornando a battere ad una velocità normale, ed il mio respiro è meno affannato.
Lui non dice nulla, si limita a stringermi a sé, facendomi sentire incredibilmente al sicuro:
- Andrà tutto bene. Dai, vieni con me, andiamo in un posto più tranquillo -

Lo seguo. Camminiamo attraverso il bosco, finché non arriviamo in una specie di "prato" che da sul lago Cjrus. Qua non c'è nessuno oltre a noi ed il tempo sembra essersi fermato.

- Mi dispiace Jonathan, sono successe solo catastrofi da quando sono arrivato in California -
- Non è colpa tua. Non è colpa di nessuno -
- Le volevi bene, vero? - Mi chiede dolcemente.
- Si. Era Maggie, non si poteva non volerle bene. Ma come è scoppiato dell'incendio? -
- Non ne ho idea. Sai sono grato che tu stia bene -

Lo guardo e noto che sulle labbra ha un fievole sorriso. Mi avvicino a lui, resto qualche secondo fermo, come a capire se ha senso quello che sto per fare, poi lo bacio. Lui asseconda il mio bacio, mettendomi una mano sulla guancia. Vorrei non staccarmi mai da lui, ma so che nemmeno avrei dovuto baciarlo.

Mi libero di scatto dal bacio.
- Stavolta però hai iniziato tu - dice alzando le mani come a difendersi.
Non posso fare a meno di lasciarmi sfuggire una risata: - Si, colpa mia -
- Colpa? - chiede retorico.
- Si -
- Vuoi dire merito - ridacchia.
Lo bacio di nuovo.

È così bello sapere che lui è qui per me.






Angolo autrice📍
Ciao a tutti, grazie infinite alle persone che hanno votato la storia, ♡.
Un grazie particolare anche a chi ha commentato; i commenti sono la cosa che trovo più utile per sentire pareri e capire cosa ne pensate.
Ancora grazie!

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