~Sconosciuto nell'ombra~

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Una volta uscita dalla classe si diresse in camera sua, ma entrando rimase a bocca aperta.

Davanti a lei c'erano diversi scatoloni, alcuni grandi, altri più piccoli, ma riempivano quasi l'intera stanza.

'Oddio ma che cosa...'

Ma poi in un flash si ricordò che quel giorno, sua madre, avrebbe inviato gli scatoloni con la sua roba.
Non credeva che sarebbero arrivate così presto!

Sentì il telefono squillare, lo prese e notò che era sua madre.

«Mamma?» Rispose confusa.

«Scarlett, ti sono arrivate le scatole?» Chiese leggermente in ansia.

«Ah, le scatole. Si, le ho appena viste.»
Cercò di arrivare al letto scavalcando qualche scatolone.

«Ho messo le cose che ti piacevano di più.»

La ragazza sorrise. «Quindi, praticamente, la mia intera camera?»

Risero insieme e Scarlett nel frattempo provò a spogliarsi senza posare il telefono.

Sua madre la tenne al telefono per quasi due ore. Le raccontò di essere andata a fare visita a sua sorella maggiore, in carcere e di come Holly non sembrasse affatto contenta di vederla.

La sorella di Scarlett, dopo la separazione dei genitori, aveva iniziato a dar segni di ribellione.
Le cose peggiorarono in fretta e Holly - insieme al suo ragazzo - fu arrestata per rapina, successivamente per un'altra serie di reati, che la costrinsero a restare in carcere fino alla veneranda età di ventisei anni.
Da quel giorno le cose in casa erano cambiate, sua madre era cambiata.
Certi cambiamento erano inevitabili.

Scarlett voleva bene a sua sorella, ma l'ultima volta che avevano parlato davvero fu la sera in cui poi litigò con la madre e scappò di casa.
Qualche ora dopo sarebbe stata arrestata.
Scarlett aveva solo otto anni, e la sorella diciotto, era passato così tanto tempo da quando Scarlett era andata a trovarla... un po' le mancava, ma non riusciva a capire perché si comportasse in quel modo con sua madre, che cosa aveva fatto lei?

Iniziò a sistemare le cose, appendere i pochi quadri, mettere le fotografie sul comodino, sistemare le lenzuola e i vestiti.
Ad un certo punto notò che erano già le sette e mezza. Non aveva ancora finito, e doveva incontrarsi con gli altri, quindi decise che avrebbe fatto tutto al ritorno.

Prese il caricabatterie del telefono e lo mise sotto carica, e andò a prepararsi, non ci mise chissà quanto tempo a sistemarsi, doveva solo andare alla mensa, mica a un ballo galante.
Alla fine prese il telefono e si diresse, con tutta la calma del mondo, alla mensa e tirò un sospiro di sollievo nel vedere che era meno piena del giorno precedente.

Arrivò al tavolo di Allison e si accorse che alcuni ragazzi la guardavano insistentemente.

Si sedette e tentò di ignorare quelle occhiate, ma non ci riuscì.
«Perché mi guardano in quel modo?» Sbottò dopo qualche minuto.

«Sai com'è, è stato tentato omicidio al figlio della preside, non so come funziona da te, ma questo fa scalpore in una scuola»
disse Audley mentre mangiava una mela tagliandola a fettine.

Scarlett gli lanciò un'occhiataccia.

«Ti ho già chiesto scusa, ma la colpa è tua» disse alzando le spalle.

«Solo perché ti chiamo piccola? Ma lo sei, no?»

«Tu sei un assassino eppure nessuno ti chiama così» sussurrò Helen.

Audley si girò a guardarla e le lanciò un'occhiata che avrebbe potuto ucciderla.
«Come hai detto Helen?»

La ragazza si morse il labbra, guardandolo intimorita.
«La verità.»

The Sons Of Elements - I Guardiani  (In revisione)Where stories live. Discover now